Magazine Economia

ITALIA....Che retroceda in serie B una volta per tutte.

Da Roxioni
ITALIA....Che retroceda in serie B una volta per tutte.
Buona parte degli italiani non ha ancora capito una cosa elementare: l’Italia vuole, da tempo addirittura precedente l’unificazione, occupare, nel consesso internazionale, un posto che non le compete.


ITALIA....Che retroceda in serie B una volta per tutte.Ecco i principali motivi per cui riteniamo non sia all’altezza degli Stati di serie A...
1.- Ha un deficit pubblico spaventoso, dovuto ad amministrazioni “allegre” (da oltre trenta anni e non imputabili solo ai recenti governi), deficit nonostante il quale ha sempre sfottuto le nazioni “formica”. Si è sempre irriso alle serietà di paesi del nord, come ad esempio la
Svizzera, dove alle famose tre effe (Festa, Farina e Forca ) si sono preferiti i passi lenti, “monotoni”, ma saggi e sicuri. Ricordiamo ad esempio due significativi risultati di recentissimi referendum. 1- Gli svizzeri hanno detto no all’aumento delle ferie (per non calare l’efficienza nazionale); 2-  Gli svizzeri hanno detto no al superamento di un certo livello delle seconde case rispetto alle case di costante abitazione (questo per non sprecare soldi e per evitare di cementificare inutilmente).
In aggiunta, i paesi della scandinavia hanno, da tempo, rifiutato l’ingresso in zona euro, mentre l’Italia si è precipitata, senza un minimo di pausa per ragionare. E, sull’entusiasmo della “dolce vita”, ha trascurato le arti, le scienze e gli sport (salvo quelli fatti dagli altri). Guardate da quanti anni non si vedono “campioni “ di livello internazionale nei settori sopra citati. Probabilmente perché per eccellere in un qualsiasi settore occorre costanza, sacrificio e duro lavoro. Infine, l’Italia ha fatto del pacifismo becero pur mantenendo forze armate ben al disopra delle loro reali capacità, sia difensive, che offensive. Nelle missioni estere, alle quali ha sempre voluto essere presente, (rimanendo tuttavia defilata il più possibile) ha fatto ridere il mondo intero con il famoso sbarco sulle coste del Libano, con le spiagge piene di bagnanti attoniti. Paesi di grande serietà ed importanza come la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, la Svizzera, la Germania ed il Giappone sono sempre “rimasti fuori” e quelle poche volte che, per accordi internazionali sono stati costretti ad intervenire, lo hanno fatto in scala ridotta ed in punta di piedi. L’Italia invece no, preferisce aderire all’insegna del “Vengo anch’io”.
L’Italia ha voluto a tutti i costi partecipare a tutte le guerre e non ne ha mai vinto una per proprio merito. Si è sempre contraddistinta per i “giri di walzer”, l’ultimo dei quali risale alla seconda guerra mondiale nella quale è entrata (non richiesta) a fianco della Germania e quando si è accorta della sconfitta, ha cambiato bandiera.  L’italiano, checché se ne dica, è un popolo come era un popolo quello jugoslavo, composto cioè da etnie con usi, costumi e mentalità abissalmente differenti, che si tenta disperatamente di tenere unito senza che vi sia convincimento generale, né convenienza. Quindi questo “insieme di popoli” non può offrire grande affidamento.
Con Berlusconi regnante, la sinistra si è scatenata ad addossare a lui tutte le colpe di mancata affidabilità. Subentrato il governo dei professori l’Italia ha fatto una collezione di “magre”, da primato mondiale: Schettino, Costa n.2, Nigeria, Urru, Fanti di Marina (si smetta di chiamarli Marò, come se fosse uno scherzoso diminutivo) applausi ai funerali, sentenze in contrasto tra di loro e con il buon senso, e via discorrendo.
In conclusione: perché l’Italia non si decide, una buona volta, a retrocedere in serie B (senza offesa per tutte le nazioni che vi appartengono) dedicandosi esclusivamente alla corretta e onesta amministrazione dei propri beni, posto che ne abbia la voglia e la capacità, cercando di saldare i debiti e recuperare credibilità? Tanto, le alternative ci sono… source


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :