Italian Guitars Trio, una serata di musica… così così

Creato il 14 febbraio 2012 da Scribacchina

Me lo son ripromesso a inizio anno, soliti lettori: il 2012 sarà anno di tanta, tanta, tanta musica. Dopo il concerto di Billy Cobham al Blue Note di sabato scorso (del quale vi narrerò nei giorni a venire, non temete), vedere la réclame del concerto dell’Italian Guitars Trio di jer sera (essì, oggi è già domani: è oramai la una più che sonata) al solito Vecchio Tagliere di Zanica non poteva lasciarmi impassibile. Fu così che poche ore fa mi recai in zona, di belle speranze munita, indecisa se attendermi una reprise prog-classic-fusion del California Guitar Trio o una buona imitazione del trio De Lucia-Di Meola-McLaughlin.

Nulla, invece: né degli uni, né degli altri. Sarà stata la compagnia e le varie facezie a distrarmi; saran state le bottiglie di Gattinara e di Barbaresco a rapirmi i sensi (l’escludo, per la verità). Eppure… se debbo dirla tutta, i tre guitaristi (Maurizio Brunod, Nicola Cattaneo, Franco Cortellessa) non m’han convinta. Poco spessore, poco impatto, poco rapimento. 

Il curioso è che la prima impressione che ebbi del Trio al mio ingresso nel locale, durante il soundcheck, fu grandiosa. L’esatto contrario di quel che sentii in seguito, durante il concerto. 

Per parte mia, dirò che ultimamente son piuttosto prevenuta: in testa v’è spazio soltanto per quel gran capolavoro del sempresolito Pastorius, la splendida Continuum. Un brano ch’è poesia e passione all’ennesima potenza. Un valido esempio di come l’emozione possa trasmettersi, senza parole, col solo suono – morbido, rotondo, elegante, iper passionale – di quel dannato Fender fretless.

Sarà meglio chiuder qui, soliti lettori.
Sogni d’oro, dormite bene.


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