Ha interrotto le sue vacanze alle Isole Eolie la regista Rossella De Venuto per essere a Nettuno e ritirare il suo premio vinto alla III edizione dell’ ItalianHorrorFest. Il suo film, Controra, si è aggiudicato il premio come miglior lungometraggio in concorso, secondo la valutazione della giuria composta da Claudio Simonetti, Luigi Cozzi, Ruggero Deodato, Alberto Tentori, Roberto D’Onofrio. Rossella De Venuto ha considerato la vittoria di Controra all’ItalianHorrorFest, finalmente, con la dimensione dell’identità: “Finalmente” ha detto la De Venuto “al mio film viene a cessare quella aureola di ambiguità che lo aveva sin qui accompagnato dalla sua uscita nelle sale italiane. Voglio precisare che la sua tematica decisamente letteraria, anche regolare, in qualche maniera anzi addirittura realistica, attuale, poteva offrire alla critica, e per un pò lo ha fatto, la tentazione di iscriverlo soprattutto, e facilmente, nei contesti in fondo generici del film drammatico. Ed io, invece, non ho mai ritenuto Controtra un film tale. Per me il mio film resta, e ne sono orgogliosa, un tipico prodotto di genere. Poi tutto l’entusiasmo che si è creato intorno alla pellicola, dalla sua uscita nelle sale e nei vari concorsi, è una cosa certamente sorprendente per un film di genere, e mi ha profondamente soddisfatta”.
Alla domanda poi che, in realtà, un film decisamente di genere, appunto per le regole che un film di genere proprio comporta, in qualche maniera, può limitare, vincolare facilmente i limiti espressivi di un autore, Rossella De Venuto dice: “certo che è cosi, ma io è proprio in queste regole, in questi limiti, in queste barriere che amo esprimermi, e questo proprio per aggirarle, ripensarle, rivederle. Perché anche dentro le regole si può non essere bloccati o recintati”. Come, invece, la voglia di tentare il genere horror? “Questa cosa qua sta tutta nella mia preferenza al genere horror. Io sono cresciuta amando molto i film della paura, quelli cosiddetti spaventosi. Ne ho frequentati e studiati molti. Quelli italiani poi mi sono piaciuti tantissimo” . E l”idea, proprio specifica, di Controra? Dice la De Venuto:“E’ un ricordo legato alla mia infanzia, perché io pur essendo trentina sono in realtà di famiglia pugliese. Quindi da bambina trascorrevo molto del mio tempo estivo giù in Puglia. Ed io ho proprio vissuto sulla mia persona la Controra, questo caldo insopportabile che fa si che i consigli sono sempre quelli di evitarla. Così in quelle ore assolate, che andavano da mezzogiorno e fino alle cinque del pomeriggio, ero proprio costretta dalla mia famiglia a restare chiusa dentro casa. E le mie zie si lasciavano andare al racconto di storie inquietanti legate a queste ore dove, dicevano, demoni e fantasmi potevano trovare la loro libertà, il loro vagabondare errante. Fondamentalmente è questa la base del mio film. Poi ho voluto immaginare come sarebbe stato, oggi, per un nordeuropeo, come é la protagonista del film, questo impatto con questo luogo così forte”.
Giovanni Berardi e Rossella De Venuto
Dunque è questa la Controra, come ha spiegato Rossella De Venuto, cioè quel lasso di tempo che viene definito un po’ come il tempo avverso, anche il momento in cui ai vivi può essere possibile la facoltà di incontrare i morti. Ed è infatti quello che succede alla bravissima protagonista del film, l’attrice irlandese Fiona Glascott. Sarà infatti il personaggio del suo film, l’rlandese Megan, che comincerà a ricevere i messaggi dall’aldilà, attraverso cui cominceranno ad accadere quei fatti che la ragione umana in definitiva non spiega. Il film è il racconto di Leo De Mundo e di sua moglie Megan, costretti al rientro in Italia, un piccolo paese nelle Puglie, per regolare una serie di documenti legati ad una eredità che Leo ha ricevuto dalla morte di un suo congiunto, un alto prelato della chiesa cattolica. Megan, per la prima volta in Italia, resta subito affascinata dalla bellezza di quei luoghi, per questo riesce a convincere il marito a restare per tutta l’estate. La sua intenzione è di conoscere più a fondo, oltre alle bellezze del territorio, anche gli usi ed i costumi di quella gente. Leo quindi, anche abbastanza contento per questa decisione della moglie, riprende i contatti con i suoi vecchi amici, Megan invece, cercando di dare una possibile logica a quello che le sta accadendo, comincia ad investigare, fino, in realtà, a trovare indizi legati a misteri ancora irrisolti nella famiglia del marito.
Diceva il grande regista Samuel Fuller:“il cinema è soprattutto emozione, tensione, risate, spavento, inquietudine, dubbio, mistero”. Controra rispecchia molte di queste sacrosante ipotesi. La convinzione della giuria pensiamo sia nata anche da queste ipotesi tanto care a Samuel Fuller. Dice Rossella De Venuto: “andando avanti nelle riprese del film tornava in mente più di un capolavoro del genere, film che io avevo molto amato. Rosemary’s Baby di Roman Polansky ad esempio, e proprio nel momento in cui Megan si mette ad investigare e perlopiù viene creduta pazza, ma anche a Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir o La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati. Sicuramente con questi capolavori avverto una sorta di apparentamento, e ne resto lusingata”. Infatti con Controra siamo davvero dentro un film fortemente inquietante, dentro una piena tensione, dentro quella logica che ci porterà decisamente dal dubbio all’angoscia. Poi quello che abbiamo percepito proprio all’istante, e che ci fa piacere immensamente di Controra (e questo anche al di là della beltà ed anche al di là del genere cinematografico affrontato) resta la sua ambientazione pugliese (questo meriterebbe davvero la firma individuale), perché l’ambientazione è davvero protagonista del film quanto lo sono i suoi personaggi: siamo davvero immersi con le immagini dentro il territorio, dentro la sua cultura, e con una sensazione anche di vero sentimento. Insomma, comunque, quello che ci sembra é di toccare, di sentire, di avvertire persino il gusto e gli odori di ciò che sta avvenendo. Il film ha avuto un approccio in sala in un periodo non certo fecondo per il cinema, il 6 giugno, ma ha avuto da sempre il sostegno benevolo della critica (Controra, in questo senso è piaciuto molto, ed è già una notevole sorpresa per un dichiarato film di genere), tanto da assicurarsi vari importanti passaggi nei festival, dal Fantafestival di Roma all’ ItalianHorrorFest di Nettuno appunto.
Dice Rossella De Venuto: “i passaggi nei festival del cinema sono certamente importanti, per le opere prime poi sono quasi una salvezza. Anche perché queste sono le vetrine più adatte ai critici affinché possano constatare, nella sua pienezza, un film. Perché dopo, in ogni caso, hanno il preciso dovere del responso tecnico, del confronto in commissione”. Dunque, Rossella De Venuto, i tuoi prossimi obiettivi? “Innanzitutto quella di continuare a fare i film. In questo momento sto scrivendo una sceneggiatura di un film che spero di poter realizzare con più facilità, rispetto ai tempi che ho dovuto impegnare per realizzare Controra. Ma Controra era il primo film, nessuno mi conosceva ancora e questa difficoltà poteva starci. Questo nuovo progetto poi é una storia che potrebbe essere definita anche come la sorella maggiore di Controra. Sarà una storia horror legata però alla mitologia romana”. Bene, questo gradito avviso di Rossella De Venuto sottolinea certamente una conferma per il cinema italiano, anche una decisa volontà, quella di voler continuare nella migliore tradizione italiana del cinema di genere. In bocca al lupo, dunque.
Giovanni Berardi