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Italiani al Primavera Sound: Blue Willa, Honeybird & The Birdies e Foxhound

Creato il 10 maggio 2013 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Sta per iniziare il Primavera Sound, edizione 2013. Come accade ormai da tre edizioni, il festival di Barcellona accoglie un po’ di band italiane. Quest’anno ne sono previste tre: Blue Willa, Honeybird And The Birdies e Foxhound. Tutte e tre le band ci raccontano impressioni e stati d’animo prima dell’inizio di questa esperienza.

Blue Willa

Blue Willa al Primavera Sound

Rivolgendovi a un pubblico che non vi conosce, come descrivereste la vostra musica?

Serena: È come stare rannicchiati e un po’ incastrati tra gli ingranaggi e le melodie di un carillon.

Lorenzo: Musica rock subacquea degli anni Trenta, da oggi con un pizzico di disagio in più.

Mirko: Una favola ambientata in una campagna di inizio Novecento durante un temporale estivo, con case diroccate, streghe e animali parlanti.

Manca poco al Primavera Sound: sensazioni prima della partenza?

Mirko: Lo stiamo sentendo sempre più chiaramente avvicinarsi, ma per ora tendiamo a non pensarci troppo, anche perché prima dobbiamo pensare agli altri concerti di maggio e non perdere la concentrazione.

Serena: Questa cosa è così imponente al solo pensiero che mi stordisce e mi elettrifica.

Lorenzo: Sensazioni: la drammatica eventualità di dimenticarsi l’adattatore per la presa schuko.

Cosa vi attendete dall’esperienza al festival?

Lorenzo: La percezione di trovarsi in un contesto fuori scala è netta e chiaramente rende questa nostra sortita piuttosto elettrizzante. Mentre capiamo come elaborare questo sentore, ci prepariamo a fare incredibili conoscenze e a incontrare più o meno per caso amici e paesani che come noi voleranno verso il festival.

Serena: Di dondolare e godere ai concerti.

Mirko: Personalmente non ho nessuna aspettativa, solo la volontà di fare il miglior concerto possibile e di godermi questa esperienza.

Avete preparato qualcosa di particolare per le due esibizioni a Barcellona (Parc del Forum e Parc de la Ciutadella)? 

Mirko: Conterranno tutto ciò che abbiamo imparato da quando abbiamo registrato il disco ad oggi, più una massiccia dose di emozione che trasmuteremo in un sovrappiù di energia.

Lorenzo: Al Parc de la Ciutadella suoneremo al mattino, cosa che non succede molto di frequente, e si tratterà di verificare se è vero che il mattino ha l’oro in bocca.

Serena: Sto raccogliendo le energie, aspetto finché arriva la scintilla.

Quali sono le band e gli artisti che attendete maggiormente?

Serena: Sono eccitatissima per le Breeders, per i Blur, il Wu-Tang Clan, Daniel Johnston.

Mirko: La sensazione più bella legata alla musica è scoprire cose entusiasmanti che non conoscevi prima, quindi quelli che attendo maggiormente sono i gruppi che non conosco e dei quali sarebbe bello innamorarmi. E poi Daniel Johnston, le Breeders, Nick Cave, i Blur, gli Animal Collective, gli Swans e i Liars.

Lorenzo: Mi incuriosisce molto Christopher Owens, perché è un cantautore moderno che sembra onesto, sincero, disarmato, preciso, sintetico, e spero di trovare conferma a questi sentori.

Honeybird & The Birdies

Honeybird & The Birdies al Primavera Sound

Rivolgendovi a un pubblico che non vi conosce, come descrivereste la vostra musica?

Monique: La descriverei come un mercato di frutta con sapori familiari ed esotici miscelati in un frullato poliglotto-arcobalenico che viene bevuto con una cannuccia gialla mentre si balla con percussioni ai piedi e una collana di semi al collo. In altre parole… tropical-pop!!

Manca poco al Primavera Sound: sensazioni prima della partenza?

Paola: Iniziamo già ad assaporare l’aria spagnola: il mare, i colori, e tutte le super band che speriamo di poter vedere! Sensazioni super positive e voglia di portare l’orologio già alla data del nostro concerto al Primavera. Cominciano le prove assidue, i preparativi logistici del viaggio, e l’immaginazione va… Barcellona stiamo arrivando!

Cosa vi attendete dall’esperienza al festival?

Federico: Ci attendiamo un grande Festival, quindi un crocevia di band, stili, lingue, culture e linguaggi musicali e, soprattutto, persone. Sarà un vero melting pot di musicisti e appassionati provenienti da tutta Europa e credo che, per indole, non potremo che trovarci a nostro agio. Per noi, che stiamo puntando tanto sull’Europa, sarà anche un modo di confrontarsi in un prestigioso scenario Internazionale con molte delle band che ascoltiamo quotidianamente. Sarà un’avventura pazzesca e non vediamo l’ora!

Avete preparato qualcosa di particolare per le due esibizioni a Barcellona (Parc del Forum e Parc de la Ciutadella)?

Monique: Certamente! La preparazione è in corso. Stiamo scrivendo una nuova canzone in Catalano, proprio per portarla al Primavera Sound a Barcellona. È una lingua affascinante che era stata soppressa da Franco e che oggi è riconosciuta e celebrata dal popolo della Catalunya. Per fortuna avremo delle date nel sud della Francia prima del festival, perciò potremmo provare il brano dal vivo, anche perché l’Occitan della Provincia è molto simile al Catalano.

Quali sono le band e gli artisti che attendete maggiormente?

Federico: Sicuramente Grizzly Bear, Tinariwen, Mulatu Astatke, Blur, Shellac, Tame Impala e Animal Collective, per fare alcuni nomi. Il programma però è talmente ricco che è difficile scegliere. Inoltre sarà fantastico vedere artisti mitici come i Breeders, Nick Cave e i Meat Puppets, il compositore Nils Frahm, i californiani Thee Oh Sees e i psichedelicissimi Guardian Alien. Siamo anche molto curiosi di scoprire nuove band,  quelle che come noi verranno rappresentando la scena di musica nuova e indipendente dai loro paesi! Olé!

Foxhound

Foxhound al Primavera Sound

Rivolgendovi a un pubblico che non vi conosce, come descrivereste la vostra musica?

Che domanda difficile! Definirsiè sempre complesso e spesso riduttivo. Non ci piace accostarci a generi musicali definiti o alle tendenze più o meno passeggere che caratterizzano le scene musicali. La nostra formazione è classicissima: due chitarre, basso e batteria, la nostra musica sinonimo di energia e freschezza. Parte dalle radici e si fonda sulla ritmica, lasciando spaziare tutti gli altri elementi. Vuol dire tutto e non vuol dire niente, ma in effetti la cosa migliore è farsi un giro a bordo di Concordia e farsi la propria idea.

Manca poco al Primavera Sound: sensazioni prima della partenza?

Un indefinibile senso di eccitazione e paura, mischiato alla volontà di stupire chi ci ascolterà, e di stupire noi stessi. Stiamo preparando con grande dedizione questo appuntamento, perché sappiamo che al Primavera diventiamo un po’ più grandi. È un importante punto di partenza per noi, un primo passo fuori dall’Italia verso il mondo della musica internazionale.

Cosa vi attendete dall’esperienza al festival?

Crescita, umana e professionale. Siamo certi che sarà un’esperienza che ci cambierà profondamente. In una certa misura sarà un po’ come ritornare al giorno in cui siamo saliti per la prima volta su un palco, ma con una consapevolezza e una determinazione diverse.
Essere parte di una macchina imponente come quella del Primavera e suonare al fianco di giganti come quelli in cartellone quest’anno ci farà capire tanto su chi siamo e dove vogliamo andare. E ci permetterà di ascoltare un sacco di buona musica, ovviamente.

Avete preparato qualcosa di particolare per le due esibizioni a Barcellona (Parc del Forum e Parc de la Ciutadella)?

Quando suoniamo vogliamo essere noi stessi al cento per cento, e in particolare in quest’occasione. Siamo convinti di dare il meglio quando suoniamo le cose che sentiamo più nostre. Non abbiamo preparato un set ad hoc, abbiamo scelto la scaletta che riteniamo possa funzionare al meglio nel contesto di un festival. Suoneremo parte del disco ma anche quattro pezzi nuovi, che non sono presenti in Concordia.

Quali sono le band e gli artisti che attendete maggiormente?

Siamo tentati di dire tutti, perché il programma è veramente incredibile. C’e’ chi di noi vorrebbe cogliere di sorpresa, quando meno se l’aspetta, quel buon uomo di Panda Bear. Gli farebbe vedere che per non dimenticarsi mai quello che ha imparato dalla sua musica ha reso il suo braccio rifugio indelebile di un panda sperduto. Qualcun altro potrebbe andare da Kevin Parker e dirgli che le sue burle lo divertono un sacco, ma che la sua musica è ancora meglio, qualcuno da Damon Albarn a svelare che a Fifa 98 ci giocava solo per ascoltare “Song 2″, offrire birra ai Django Django fino a farli sbronzare per rubare qualche segreto dalle ricette magiche delle loro armonizzazioni, raccontare ai fratelli Reid della cover di “Just Like Honey” a 15 anni, e così via fino al mattino del giorno dopo.

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