Il problema di fondo è che rispetto allo scorso anno il fenomeno è cresciuto del 5%. E tutto questo riguarderebbe sia il downloading illegale (+3%), che fisico (+3%); senza contare quello indiretto (+5%), con il classico prestito fra amici.
Da rilevare soprattutto l’opinione degli italiani al riguardo: il 70% sa bene che si tratta di un illecito, ma anche dell’impunità che lo accompagna. Per la maggioranza degli intervistati i deterrenti più forti sarebbero la denuncia penale (83%), pesanti multe (78%), distacco della rete (77%) e avviso di violazione da parte degli operatori (73%). A mio modesto parere bisognerebbe indagare su quanto sia stato pilotato ques’ultimo dato, dato che di fatto si potrebbe proporre anche la degustazione di un formaggio avariato o la pena di morte per ottenere percentuali più alte…
Interessante che FAPAV richieda l’aiuto del Governo per affrontare (con la forza) la questione. A quando un dibattito sui diritti di copyright, la guerriglia online dell’anti-pirateria, la politica dei prezzi in ambito audio-video e musicale, etc.?
Chiudo con il solito dato pellegrino del danno economico: 500 milioni di euro in meno di introito per l’industria, secondo le stime Ipsoa. Peccato che ormai anche negli Stati Uniti la magistratura stia confermando che queste cifre sono fasulle: un film che si scarica illegalmente non può essere considerato un mancato acquisto.