Italiani ladri

Da Desian
Capita spesso, parlando con le persone delle nostre disgrazie nazionali, commentare dicendo "vabbè, ora abbiamo proprio toccato il fondo".
Capita spesso anche qui, sulla rete, che rimbalzino, dall'Alpi alle piramidi, gli sconforti di tanti.
Oggi siamo a "una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale".
Scusate, lo vorrei ripetere un po' meglio:
"UNA DELLE PIU' COLOSSALI FRODI POSTE IN ESSERE NELLA STORIA NAZIONALE".
C'è chi è vissuto all'epoca di Mazzini e Garibaldi, chi in quella di Leonardo da Vinci. E chi è nato e cresciuto all'ombra di questa gente qui.
Oggi, la nostra storia nazionale parla di LADRI SISTEMATICI. E impuniti: giurateci e scommettete, lo saranno anche stavolta.
Vedrete.
E non stiamo parlando di una costola deviata della società (la criminalità organizzata, "o' sistema", come dice Saviano).
No.
Parliamo di due delle più visibili aziende del Paese. Una nata da pochi anni, con una propaganda politica, sociale, mediatica, pubblicitaria da urlo: la modernizzazione, la fibra ottica fin dentro le vostre budella. Con l'ex presidente Scaglia che è "ricercato" (storia già vista?). L'altra è "l'Azienda", quella coi profitti d'oro, quella dei bilanci megagalattici e sempre in crescita (fino a pochissimi anni fa, almeno).
Questa gente, questi capitalisti ignoranti tronfi cialtroni e ladri, questi montezemoli d'accatto, ha rubato, ruba e continuerà a farlo. Lorsignori stornano fondi per comprare il sesto yacht (ché due non bastano) a quel Tronchetti-come-diavolo-si-chiama. Creano fondi neri per comprarsi la mafia e, con essa, la politica. Quella grossa, quella dei capintesta, non quella del parlamentarucolo eletto all'estero. Per poi ricambiare il favore. E ripartire. "Teniamo famiglia".
Questa gente ha incistato un cancro nella società italiana e l'ha lasciato a noi: loro restano superiori, sono ad un livello di beata yachtitudine che noi facciamo fatica persino a concepire.
(Pausa) Cosa deve insegnare un padre (o una madre, beninteso) a dei figli, in un Paese siffatto?!
Non certo se scappare all'estero o restare, nel dubbio amletico dell'ingenuo di turno.
Piuttosto bisogna scegliere tra insegnare a rubare ("rubate tutto, figli miei, arraffate quel che potete e fottetevene degli altri. Compratevi il concorso per un posto alla Asl. Compratevi le persone. Arricchitevi") per rimanere al passo coi tempi oppure insegnare la povera rassegnazione muta ("lasciate che vi portino via tutto, bambini, noi siamo onesti: lasciate che vi rubino le scuole, gli ospedali, il lavoro e che facciano pagare a voi le tasse che loro si scolano in champagne, in droga, in armi, mignotte e chissà che altro").
(Reprise) Io che non ho mai rubato nemmeno una mela nelle crisi di fame adolescenziali. Io che mi vergogno a contrattare cinque lire di sconto persino al mio amico Iba che mi vende i fazzoletti fuori da scuola (se il prezzo è quello, lo pago, è la mia regola).
Io che noi.
E noi? Quanti di noi rubano sistematicamente? In quanti siamo ad essere corrotti e mafiosi come loro? Chi di noi maneggia fondi neri, denaro sporco e riciclato?
C'è qualcuno, là fuori?!
Spesso ci guardiamo specchiati dalle grasse risate che all'estero si fanno di noi. Da stamattina, la Terra intera si vergogna di averci sul mappamondo.
"Italiani ladri". Forever?
E buona giornata, coscienza.

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