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Italiani non lettori, italiani brava gente... stregata

Da Spritzletterario
ITALIANI NON LETTORI, ITALIANI BRAVA GENTE... STREGATAGiovedì 4 luglio, 23:30 RAI 1 diretta Premio Strega 2013.

 Italiani solita brava gente...

Antonio Caprarica intervista a turno i 5 finalisti del premio.
Vengono letti dei brevissimi pezzi da ciascun libro in finale.
Nessuno, dico nessuno dalla platea ascolta.
 Italiani solita brava gente...
che non legge, che lavora nell'editoria solo per dire che lo fa, come fosse sufficiente (principio fisico dei vasi comunicanti) per essere considerati intellettuali.
La platea è (sempre più) irritante, maleducata, tutti in piedi a parlare tra loro ad alta voce, bere e mangiare, sbadigliare a fauci spalancate davanti alla telecamera, l'importante è farsi vedere presenti, lì, all'evento che conta.
 Intanto su Twitter impazzano i commenti.
A nessuno importa dei libri in gara. 
Le quattro mummie intervistate, come alti rappresentanti del mondo culturale italiano (si capisce che quei libri non li hanno neanche letti), sono sicure (beate loro) che le vendite quadruplicheranno solo perché recanti fascetta: "finalista Premio Strega".  
La pista di atterraggio all'aeroporto "Realtà" è libera, sentitevi in dovere almeno di estrarre il carrello.
 È un premio letterario.
È in seconda (vista l'ora pure in terza) serata, come i film per adulti.
Il giorno dopo è lavorativo (per chi ha ancora un lavoro), in pochi resistono fino alla proclamazione del vincitore, che, da subito, si intuisce essere Walter Siti.
È la vetrina dell'editoria nazionale, che fa passare la voglia, anche a chi legge, di continuare a guardare. 
E la RAI che taglia prima della scena che, nell'immagine popolare, rappresenta la vittoria del premio: la bevuta del Liquore dalla bottiglia, del vincitore.
 E ci si lamenta che in Italia si legge sempre meno?
Non giudico i finalisti, voglio solo esprimere il fastidio che ho provato ieri sera a guardare lo Zoo Comunale, ops... scusate: il mondo editoriale.
 Quelli che...
sfruttano stagisti senza pagarli, perché l'editoria è in crisi, perché non si vende (però si pubblica di tutto, fino a 65mila titoli l'anno), però si fanno pagare fino a 10mila euro al mese, per poi vederli come morti di fame al banchetto del Ninfeo, che continuano a chiedere «un altro prosecchino, un po' di acquetta» senza grazie, perché tutto è "dovutino".
 Quelli che...
pensano che i pochi lettori (forti o meno) si possano prendere in giro anziché tutelare e rispettare.
 Quelli che...
il cambiamento non lo vogliono, perché così è sempre stato e sarà, perché è più facile lamentarsi che provare a migliorare le cose.

Italiani, solita brava gente.


 Al Liquore preferisco lo Spritz[Letterario], quello che contagia nuovi lettori per passione, perché ci crede, con entusiasmo.

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