Italiano in carcere a Cuba è festa in aeroporto per la liberazione

Da Astonvilla

Chicca abbraccia Gramazio "È finita, finalmente è finita". Applausi, lacrime e abbracci all'aeroporto Leonardo Da Vinci dove questo pomeriggio è atterrato Emanuele Chicca, il 30enne originario di Tivoli, liberato ieri dalle carceri cubane dove era detenuto da due anni. Con il padre Antonio, la fidanzata, i parenti e gli amici, anche il senatore del Pdl Domenico Gramazio, che era andato personalmente a Cuba lo scorso 3 novembre per incontrare, insieme all'ambasciatore Marco Baccin, il vice ministro cubano per i rapporti con l'Europa, Jorge Rodriguez. Un interessamento che si è rivelato fondamentale, culminato con la liberazione e il ritorno in Itali
Chicca è stato condannato a 4 anni di reclusione nelle carceri cubane a seguito di un incidente automobilistico e ha scontato 2 anni della pena. Il giovane, in vacanza con amici a Cuba, è stato arrestato con l'accusa di disobbedienza, attentato e lesioni ai danni di un agente. Durante un tour con una Peugeot presa a noleggio, non si sarebbe fermato a un posto di blocco e avrebbe quindi avuto il diverbio con uno dei poliziotti.
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L'ANTEFATTO
Doveva essere un’allegra vacanza a Cuba con due amici. Il suo primo viaggio all’estero, ma è diventato un incubo per Emanuele Chicca, 30 anni nato a Tivoli, che dal 26 gennaio è segregato in un cella del carcere “Ceramica Roja” di Camaguey, in attesa di giudizio per un incidente stradale. E del suo stato carcerario, giudiziario e di salute non si sa nulla, nonostante l’ambasciatore italiano Domenico Vecchioni abbia chiesto più volte alle autorità cubane di poter assistere il connazionale (in base alla convenzione di Vienna) e di capire se verrà espulso, come spesso succede in questi casi o se e quando verrà processato.
Quello che si sa del giovane è che durante il tour dell’isola con una Peugeot presa a nolo ad Oriente dell’isola caraibica, non si sarebbe fermato a un posto di blocco e avrebbe quindi litigato con uno dei poliziotti. I suoi due amici dormivano mentre lui guidava, perciò non sono in grado di testimoniare. Al secondo posto di blocco il giovane sarebbe stato quindi arrestato per presunta “disobbedienza, attentato e lesioni a danni di agente di polizia”.
Rischia una condanna a 15 anni da scontare a Cuba. Ma da gennaio è in detenzione preventiva, prima nella prigione “Kilo 8” dei detenuti politici e obiettori di coscienza, sempre nella cittadina a 800 Km dall’Avana, ora in quella per detenuti comuni dove non può vedere nessuno. Inoltre può essere assistito solo da un avvocato cubano, ma neanche questo è accaduto. Malnutrito e disperato avrebbe fatto uno sciopero della fame e della sete che gli avrebbe procurato complicazioni renali a causa dei quali sarebbe stato necessario ricoverarlo al vicino ospedale “Simoni”, sempre a Camaguey. Ha bisogno di medicine che scarseggiano nell’isola per tutti, ha bisogno di cibo sano e le temperature nelle celle senza aria delle carceri cubane raggiungono in questa stagione livelli insopportabili. Ma soprattutto ha bisogno di capire come finirà la sua detenzione. L’ambasciata italiana ha sollecitato che venga trasferito nel carcere per stranieri all’Avana per poterlo assistere, ma nessuno ha risposto all’appello.
Sul suo stato di salute Vecchioni dice: «Purtroppo non sappiamo molto: abbiamo chiesto di visitarlo, che venga trasferito. Non abbiamo avuto nessuna risposta dalle autorità cubane. Non sappiamo se verrà processato o espulso».
Il giovane vive a Castel Madama, in provincia di Roma e vende auto, che sono la sua passione per cui partecipa a Rally; come sono la sua passione i cavalli. Quest’anno aveva vinto il Palio Madama Margarita per Borgo, il suo quartiere.

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