Italiani alla conquista del mondo. Storie e aneddoti di calciatori che sono emigrati all’estero nel tentativo, non sempre riuscito, di tenere alto il nome del Belpaese. Vittorie, sconfitte, meteore, bidoni, campioni, gol e parate: omaggio a chi ha portato in giro per il globo il nostro Tricolore.
Giuseppe Giannini, detto ‘il Principe‘. Classe 1964. Una vita – calcistica – dedicata alla Roma; uno scudetto vinto nel 1982-1983 senza mai scendere in campo, tre Coppe Italia alzate, un terzo posto ai Mondiali nostrani del ’90 e l’onoreficenza di Cavaliere della Repubblica ricevuta nel 1991.
Enzo Angelo Gambaro, ‘Turbotuono‘ grazie al giornalista e commentatore milanista Carlo Pellegatti. Classe 1966. Nomade di professione, calcisticamente parlando: due scudetti col Milan e una Supercoppa italiana, una Coppa Italia con la Samp. Nel 1996 diventa il primo italiano a sfruttare la legge Bosman, liberandosi proprio dai rossoneri per accasarsi al Bolton, in Inghilterra, che dopo due soli mesi e nessuna partita giocata lo libera per il Grismby Town di Cleethorpes, team di First Division retrocesso a fine stagione.
Cos’hanno in comune un Principe, abile regista di centrocampo e un Turbotuono, scattante terzino che si dismpegna su entrambe le fasce? Semplice: la stagione 1996-1997
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Giannini è stato allontanato dal proprio Principato con l’arrivo di Franco Sensi alla presidenza dei giallorossi, si dice che i due abbiano avuto un duro scontro a causa di un rigore sbagliato nel derby dal capitano. Gambaro non ha trovato nel Regno Unito le soddisfazioni che andava cercando, ma è ancora attratto dall’esperienza estera, dal momento che in patria ha dovuto collezionare molte delusioni.
Il destino, per i due protagonisti di oggi, si chiama Austria e, nello specifico, Sturm Graz. È infatti la squadra della Stiria, regione nel sud-est del Paese, a investire le proprie speranze e la propria fiducia nei due calciatori italiani.
Appena sbarcati in Austria, Giuseppe ed Enzo si aggiudicano la Supercoppa austriaca, vincendo di misura nella finalissima contro il Rapid Vienna il 27 luglio; la stagione comincia sotto i miglior auspici.
Il campionato, in Austria, comincia a fine luglio e i due nuovi acquisti non sono abituati a giocare in piena estate senza la giusta preparazione fisica alle spalle, nonostante, come entrambi ricordano, le temperature austriache – anche ad agosto – permettano di giocare a calcio senza sudare.
In Europa, si trovano a giocare la Coppa delle Coppe, che già a settembre li vede uscire anticipatamente dai giochi: nella doppia sfida con lo Sparta Praga, vengono eliminati per i gol subiti in casa, con un aggregate di 3 a 3.
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Giannini spesso viene schierato titolare dall’allenatore bosniaco Ivica Osim, mentre il laterale difensivo fatica ad entrare negli schemi della squadra e spesso viene fatto accomodare in panchina.
La prima rete del Principe in campionato è datata 2 ottobre: dopo 18 minuti il romano mette in gol il temporaneo 2 a 0 sull’Austria Vienna, salvo poi farsi cacciare per doppia ammonizione dopo soli 30 minuti di gioco.
A marzo, nella partita contro l’FC Wacker, Turbotuono subisce anche un infortunio che lo costringe ai box fino a maggio, momento in cui avrà definitivamente perso il posto nelle gerarchie del proprio allenatore; sorte simile tocca anche al compagno italiano, che disputa la sua ultima partita con gli Schwoazn l’8 aprile, in Coppa d’Austria. Da lì in poi, solo tribuna per l’ex nazionale azzurro.
In campionato la squadra fatica, nonostante gli esponenti di buon livello che calcano l’UPC Arena di Graz, quali Ivica Vastic e Mario Haas. A marzo, dopo la pausa invernale di due mesi, i Blackies sono al sesto posto in classifica e solo con un ottimo sprint finale, del quale – purtroppo – Giuseppe ed Enzo non sono protagonisti, riescono ad acciuffare la terza posizione finale, alle spalle del Casino Salisburgo (l’attuale RedBull) e del Rapid Vienna.
La cavalcata in Coppa d’Austria va decisamente meglio: Giannini riesce a siglare un gol nella competizione, aiutando i compagni a raggiungere la finale contro la First Vienna, il club calcistico più antico di tutta l’Austria, fondato nel 1894. L’atto finale, giocato all’Erns-Happel Stadion di Vienna, vede trionfare per 2 a 1 i ragazzi di Osim, anche se né il Principe, né Turbotuono scendono in campo, osservando i compagni dalla tribuna.
Il bottino finale è magro per entrambi gli azzurri: Giuseppe si ferma a 3 soli gol, in 21 apparizioni complessive; mentre Enzo sigla una sola rete (contro l’Admira Wacker, in agosto) in 14 presenze.
Quel destino che li aveva voluti congiungere sui campi di calcio austriaci, li separa a fine stagione. Nonostante due trofei in bacheca, l’avventura estera risulterà deludente per entrambi. Il romano, comunque sorretto da una tecnica sopraffina, trova posto nel Napoli di Mazzone e aiuta il Lecce a tornare in serie A, prima di ritirarsi dal calcio giocato. Gambaro, che rivelerà di aver accusato il clima ostile austriaco (clima che mal sopportava anche il suo cane, Elvis), trova un ingaggio in serie C2, con la gloriosa Triestina, prima di appendere le scarpette al chiodo l’anno successivo.