10 vittorie su 11 incontri e seconda Coppa del Mondo consecutiva in bacheca. La nazionale italiana di pallavolo femminile si è rivelata ancora una volta un'araba fenice, capace di riproporsi con rinnovate ambizioni dopo un periodo opaco ed al di sotto delle aspettative. Il segreto della selezione tricolore? L'abbondanza. Nessuna nazione al mondo, Stati Uniti e Brasile inclusi, può contare su di un parco giocatrici tanto ampio e di così elevata qualità. L'infortunata Serena Ortolani, ad esempio, è stata sostituita egregiamente da Lucia Bosetti, mentre in panchina sedevano atlete del calibro si Barcellini, Anzanello e Caterina Bosetti, quest'ultima 17enne dalle potenzialità infinite e primo innesto di un settore giovanile che continua a sfornare talenti in serie. In Italia, addirittura, erano rimaste (per vicissitudini varie) Piccinini, Guiggi, Cardullo, Ferretti e Barazza. Insomma, in vista delle Olimpiadi di Londra 2012 il ct Massimo Barbolini dovrà compiere delle scelte difficili e dolorose, ma proprio 'problemi' di questo genere lasciando intendere quanto straordinarie siano le qualità della rosa azzurra. La vera e propria stella della squadra è diventata l'oriunda Carolina Costagrande, micidiale e devastante martello italo-argentino che con la sua continuità e la sua proverbiale potenza fisica ha contribuito ad infondere fiducia e tranquillità in tutte le compagne. Con una preparazione razionale ed un percorso di avvicinamento adeguato, questa Italia può aspirare ad un risultato storico ai Giochi Olimpici del prossimo anno.
Diciamo la verità, attendevamo l'inizio della Coppa del Mondo di sci di fondo con una certa preoccupazione. Da una parte i ritiri di tutte le big al femminile (Arianna Follis, Marianna Longa e Magda Genuin), dall'altra un settore maschile delle long distance reduce da una stagione opaca ed ancora affidato per buona parte ai suoi immarcescibili veterani (Giorgio Di Centa e Pietro Piller Cottrer).Dalla Norvegia, invece, l'Italia torna con un podio e con delle certezze importanti sulle quali costruire un futuro nuovamente luminoso.Roland Clara, già in costante progresso lo scorso anno, ha raggiunto ormai il livello dei migliori al mondo in tecnica libera, con un rendimento che, dopo la grande iniezione di fiducia ottenuta con la terza piazza di Sjusjoen, potrà elevarsi ulteriormente. Il 29enne altoatesino, inoltre, interpreta in maniera più che discreta anche il passo alternato, fattore che potrebbe realmente proiettarlo verso una stagione da protagonista. Il punto debole è rappresentato da un rush finale tutt'altro che irresistibile, tuttavia il Bel Paese può finalmente gioire per aver trovato un campione sul quale puntare (almeno) per i prossimi 6-7 anni: è risaputo, infatti, che i nostri atleti esplodono in ritardo rispetto agli stranieri, ma gareggiano anche sino all'alba dei 40 anni.Preziosissima e fondamentale, inoltre, risulta la crescita di David Hofer, fondista che, grazie ad uno spunto veloce di tutto rispetto, potrà rappresentare una pedina fondamentale per l'ultima frazione della staffetta, senza dimenticare le grosse chances di cui potrà beneficiare anche nelle mass start che quasi sempre finiscono in volata.Clara ed Hofer a parte, risulteranno ancora utili i senatori Di Centa e Piller Cottrer (li vedremo al top per il Tour de Ski), mentre è lecito attendersi di più da Valerio Checchi. La speranze è che nelle prossime gare di distanza possano trovare spazio anche Dietmar Noeckler e, soprattutto, Federico Pellegrino, il quale non dovrà specializzarsi solo nelle sprint ma dovrà lavorare alla polivalenza.Il responso delle gare femminili in chiave tricolore è il seguente: su queste giovani si può lavorare per tornare ai vertici nel giro di 3 stagioni. Silvia Rupil, ancora completamente fuori forma, sin da ora può entrare con continuità tra le top10 nella competizioni a skating, mentre Elisa Brocard, dopo i ritiri di Follis e Longa, appare più matura e responsabilizzata. Davvero interessanti le doti lasciate intravedere da Debora Agreiter, il cui risultato a punti potrà spronare anche le coetanee Melissa Gorra e Francesca Di Sopra. Insomma, nello sci di fondo italiano i talenti non mancano mai: serve solo il coraggio di lanciarli nel circuito maggiore.
Fa male vedere un bi-campione olimpico nel bel mezzo di un tunnel buio ed in cui non intravede neppure uno spiraglio di luce. Enrico Fabris, dopo la grande delusione di Vancouver 2010, appare da tempo l'ombra del campione che fu. Questa nuova stagione, che nelle speranze doveva rivelarsi quella del riscatto, è iniziata nel peggiore dei modi con un umiliante ultimo posto nei 1500 metri, a seguito dei quali il 30enne di Asiago, attaccato pesantemente anche dal ct Gianni Romme, ha rinunciato ai 5000 ed al team-pursuit. Il miglior pattinatore di sempre del Bel Paese, a questo punto, si trova dinanzi ad un bivio: ha senso proseguire su questa strada o forse sarebbe meglio terminare qui una carriera oltremodo prestigiosa?Con un Matteo Anesi ancora una volta lontanissimo dall'atteso salto di qualità (appena 23mo nei 1000 metri), l'Italia pare aver trovato finalmente un uomo su cui riporre le proprie aspettative nei prossimi anni, ovvero Mirko Nenzi. Il 22enne veneto, trapiantato dal pattinaggio a rotelle (è questa la strada da seguire e che hanno intrapreso anche molte nazionali straniere come Francia e Belgio), ha colto un importante 13mo posto nei 1000, molto vicino ai top10 e nemmeno così distante dal podio. I margini di miglioramento di questo giovane talento, in costante crescita anche nei 1500, sono decisamente elevati e tali da poterlo proiettare nei prossimi mesi tra i protagonisti di questa disciplina.
Federico Militello
Italvolley fortissima e sci di fondo oltre le attese
Creato il 21 novembre 2011 da FedericomilitelloPotrebbero interessarti anche :
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