Al termine del film un fragoroso applauso risuona all’interno dell’Auditorium della Conciliazione. Il pubblico applaude prima il regista e poi alcuni attori.
Lui, il regista, è Gabriele Salvatores, napoletano con una lunga carriera alle spalle ed una fama internazionale . Gli attori sono perfetti sconosciuti che hanno girato brevi videoclip rispondendo alla richiesta fatta da Salvatores: circa un anno fa, infatti, tutti gli Italiani erano stati “invitati” ad inviare video aventi ad oggetto un qualsiasi momento della loro giornata durante le 24 ore del 26 Ottobre 2013. Ed in 44.000 hanno risposto all’annuncio.
E il film è questo: un insieme (ben assemblato) di videoclip girati da persone di ogni età, ognuno con una propria storia.
La bellezza del film consiste nel riflettere sulle scelte fatte da chi ha girato il video. Ed infatti ci sono persone che ne hanno approfittato per inquadrare un alba, un tramonto, un piatto di pasta, la routine del loro lavoro, una città desolata, una festa in discoteca o un matrimonio, ed altre che hanno preferito raccontare piccoli momenti di vita quotidiana, dalla mattina appena svegli alla sera prima di andare a dormire. Nel film si intreccia il tema della morte con quello della nascita, del dolore e della speranza, della solitudine e della gioia. Chi ha ripreso il proprio nonno che teneramente si alza dal letto solo se gli viene detto che ci sono le “pastarelle” e chi ha ripreso la richiesta di matrimonio fatta alla propria ragazza.
“L’immagine dell’Italia che mi hanno restituito questi 45.000 video è quella di un paese sofferente ma con dignità, speranzoso verso il futuro. C’è un senso di tenerezza verso la vita, verso l’umanità” Questo è “Italy in a Day” per Gabriele Salvatores. E queste parole sintetizzano bene il film nel suo complesso.
Ed infatti, dietro ogni scelta fatta da ciascun individuo sull’oggetto o il tema del proprio video, apparentemente casuale, si nasconde qualcosa. Si nasconde la vera essenza di ogni singolo individuo, di ogni protagonista. Di un italiano. Si scopre la nostra sensibilità, la nostra emotività, i nostri valori, il nostro forte legame con la famiglia, il nostro sentimentalismo. Esattamente ciò che percepiamo nella scelta di quel padre separato che ha ripreso la gioia dell’attesa del momento in cui l’ex moglie gli porta il figlio per il weekend. O nella figlia che ha scelto di riprendere la commozione di sua madre nel sentire che presto sarebbe diventata nonna. O nel figlio che ha ripreso la sua anziana mamma malata di Alzheimer che, pur non ricordandosi di lui, gli bacia la mano e lo definisce un “angelo”.
Salvatores parla di un immagine dell’Italia come un paese sofferente ma con dignità e tenerezza. Ed infatti come non soffrire quando viene trattato l’argomento della crisi economica e della disoccupazione giovanile e nel vedere le lacrime di una ragazza costretta a vivere a migliaia di chilometri dalla sua famiglia per avere un lavoro? E come non sentirsi dannatamente fieri di essere italiani nel vedere un nostro connazionale spostarsi in giro per il mondo per salvare vite umane esercitando la sua professione di medico nei paesi più svantaggati? E come non intenerirsi nel vedere la gioia di un padre che vede nascere suo figlio o la dolcezza di una mamma che culla suo figlio di notte? E come non provare dei brividi nel vedere il video girato da chi, dopo essersi messo contro la criminalità organizzata denunciando di essere vittima di estorsioni, ora si ritrova senza lavoro, costretto a vivere blindato segregato in casa ma a testa alta – augurandosi che l’aria di cui lui si sta privando sarà più “pulita” per le prossime generazioni.
L’Italia è anche anche questa. L’Italia è rappresentata anche da queste persone, da questi attimi, da questo nostro sapere emozionare ed emozionarci.
Non voglio giudicare questo film. Posso solo dirvi che ci sono momenti in cui ti strappa una risata ed altri in cui ti commuove. E che spesso, durante la proiezione, un brivido mi è passato lungo la schiena. Potreste non provare le stesse sensazioni ma questo film non potrà non emozionarvi.
No, non sareste italiani. QUESTA SERA – 23 SETTEMBRE – AL CINEMA!!!
Di Giulio Giglio.
Trailer: