E’ tutta colpa del random. iTunes aiuta a far degenerare la mia paranoia catalografica, tra etichette, copertine, playlist, random e quant’altro. E poi ti viene voglia di ballare, di cantare, di sfogarti, di lasciarti andare, di abbandonarti alla bellezza delle canzoni che preferisci, e le cerchi con ossessiva e compulsiva frenesia. Ne vuoi di più e tutte contemporaneamente, e per ogni canzone alzi di una tacca il volume, in attesa dei vicini furibondi. O parte tutto per caso, quando per sbaglio clicchi play su un video postato da un’amica su facebook: Black Sabbath, e come fai a non ascoltare i Black Sabbath? E se capita quella sera, come stasera, che ti trovi in piedi come un adolescente di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, solo un po’ più vecchio e più conscio di quanto si possa essere ridicoli, ti trovi con un bicchiere di rosso e la voglia di cantare, ti capita di aprire il random di iTunes e spaziare negli anni e nei generi: dagli Archive ai Led Zeppelin (Babe I’m gonna leave you, per dire). Non ti senti più forte, purtroppo, solo un po’ più libero di lasciare andare tutto. Magari non si riesce ad andare oltre, ma per una sera, ci si vola sopra, ed è già qualcosa, quando non tanto.