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Visto in DVD. Durante la battaglia contro i nazisti la dittatura sovietica chiede ad Eisenstein (di nuovo) un film che unisca il popolo russo ad un condottiero centrale e lo sproni contro il nemico esterno. Ecco allora che il regista pensa ad un’epopea divisa in tre capitoli sulla vita di Ivan il terribile.
Nel primo film si inizia con l’incoronazione, si svolgono i soliti intrighi di palazzo ad opera dei Boiardi, ma il possente protagonista vince le battaglie realmente importanti (l’assedio di Kazan); in un susseguirsi di tramacci viene assassinata la moglie, lo zar fugge fuori da Mosca e torna a prendere le redini del potere solo quando il popolo in massa andrà a richiamarlo a gran voce.
Se la trama sembra ricalcata da Alessandro Nevsky (per fatti e svolgimento) e da quello stesso film sembra essere stata presa l’enfasi e prosopopea (che splendida parola, erano anni che volevo usarla in una frase di senso compiuto) questo film vince in maniera assoluta sulla messa in scena, unica fonte di interessa, ma di una complessità impressionante.
Tutto il film è costruito di linee dritte, con costruzioni secche e senza fronzoli, con un uso dei colori (chiaroscuri più che altro, ma anche bianco e nero) ragionatissimo e una costruzione delle scene impagabile, in cui ogni singola sequenza è una foto in se, che sembra costruita per sostenere il peso di tutto il film, ogni fotogramma preso a caso potrebbe da solo dare lezione di estetica.
Gli attori utilizzano alcuni stilemi dalla recitazione affettata del cinema muto, un’idea che si abbina perfettamente al clima da espressionismo tedesco che aleggia.
Eisenstein dal canto suo fa tutto quello che gli viene in mente per rendere il film grandioso, scenografie monumentali, costruzioni geometriche nelle pose dei personaggi (si veda tutto l’incipit con al presentazione), uso pesissimo della profondità di campo (si vedano le immagini finali di Ivan in contrasto con il popolo acclamante), gusto classicheggiante nella messa in scena (i prigionieri trucidati a Kazan sembrano una serie di San Sebastiano rinascimentali), primi piani ricchi di significati illuminati come nel cinema tedesco e infine si mette pure a parlare con l’uso delle ombre (facendo giganteggiare quella proiettata da Ivan sugli altri, mettendo in relazione personaggi con le ombre degli oggetti o di altri personaggi, imprimendo le ombre sui volti o sui muri, ecc…).
PS: musiche di Prokofiev.
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