Ci sono alcuni film che fanno dell’intreccio l’elemento dominante, e Ixjana, film polacco presentato in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2012, è uno di questi. L’ambiziosa operazione dei registi, i fratelli Skolimowski però, fallisce miseramente e il risultato è un thriller confusionario, a tratti, ridicolo, completamente disintegrato. Marek è un giovane scrittore di talento che una sera si reca a una festa in maschera a casa del Signor Heller, un editore molto famoso in Polonia; dopo aver ricevuto la notizia che il suo romanzo sarà pubblicato, Marek non ricorda più nulla della serata. Probabilmente a causa di un mix di sostanze stupefacenti e alcol, il nostro protagonista è vittima di un’amnesia e nei giorni successivi tenta di ricostruire i suoi ricordi. Pian piano gli ritornano in mente vari flashback e inizia a dubitare di aver ucciso il suo amico Arthur. Ad aiutarlo, Marlena, la donna di cui Marek era innamorato e con cui Arthur aveva avuto una relazione distruttiva. Attraverso la discontinuità narrativa, Ixjana racconta la ricostruzione della memoria di Marek e la relativa scoperta di come il suo amico sia stato ucciso. I fratelli Skolimowski raccontano così una storia in cui magia, letteratura e realtà s’intersecano talmente da non far comprendere nulla allo spettatore. Lo stile del film, per quanto in un certo senso, interessante per la sua originalità, e supportato da una potente colonna sonora, non è assolutamente funzionale alla storia, pertanto Ixjana non piace e palesa una domanda: Marco Müller ha visto personalmente i film del Concorso di questa settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma?
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