L’Intermediate eXperimental Vehicle dell’Agenzia Spaziale Europea aspetta il suo volo di prova, in programma per l’11 febbraio 2015, agganciato sulla sommità del lanciatore Vega. Il test prevede che il velivolo raggiunga l’orbita terrestre bassa dallo spazioporto di Kourou nella Guyana francese, con un rientro ad altissima velocità sull’Oceano Pacifico.
L’Agenzia spaziale europea si prepara a testare il suo piccolo Shuttle: si chiama IXV – Intermediate eXperimental Vehicle – ed è completamente riutilizzabile. Ha grosso modo le dimensioni di una famigliare, il peso di un SUV (un paio di tonnellate), come un’auto non ha le ali ma ne condivide la maneggevolezza.
«La forma conica serve a migliorarne l’aerodinamica, attenti però: siamo di fronte a qualcosa di diverso da una capsula», spiega Roberto Angelini, responsabile del progetto di Thales Alenia Space. «Il cosiddetto lifting-body permette di guidare il velivolo durante le fasi di rientro in atmosfera, consentendoci maggiore precisione».
Durante il suo volo inaugurale, IXV raggiungerà una quota di 420 chilometri, più o meno l’altezza cui orbita la Stazione Spaziale Internazionale, grazie al lanciatore Vega. La finestra di lancio è fra le 8 e le 10 di mattina, 11 febbraio 2015, dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana francese.
Una volta raggiunta l’orbita terrestre bassa, IXV affronterà il rientro a Terra raggiungendo una velocità prossima ai 27.000 km/h. Il velivolo è dotato di scudo termico e controllato da una sorta di timone collocato nel retrotreno della macchina, due piccole ali aerodinamiche che guideranno IXV dritto verso l’Oceano Pacifico dove sono previsti l’ammaraggio e il recupero da parte di una nave sul posto. Il tutto dovrebbe svolgersi in poco più di un’ora e mezzo di manovre. 100 minuti di stress test per il veicolo ESA, progettato per essere utilizzato e riutilizzato in futuro con strumenti ed esperimenti a bordo.
«Non abbiamo mai avuto niente di simile in Europa, questo che andiamo ad affrontare è un test decisivo», sottolinea Giorgio Tumino, project manager di IXV. «Siamo al lavoro con una straordinaria squadra di tecnici: lo space operation centre di ESA a Darmstadt, in Germania, il centro di controllo in Italia, le stazioni di monitoraggio in Africa e naturalmente tutto il team a bordo dell’imbarcazione che si occupa di recuperare il veicolo. L’esperienza di tutti è indispensabile per garantire la buona riuscita del test».
Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga