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J-Ax: dagli Anni Amari alla Riconquista del Forum

Creato il 13 settembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

J-Ax: dagli Anni Amari alla Riconquista del Forum«È proprio vero, anch’io la penso così!» o ancora, «Allora anche lui ha vissuto le stesse sfighe che ho vissuto io?». Queste sono sicuramente due delle tante frasi che vengono pronunciate quando si ascolta un pezzo di J-Ax, nuovamente alla ribalta con il suo ultimo disco dal titolo “Meglio prima (?)”, con un punto interrogativo che la dice lunga. In effetti, sono stati tanti quei nostalgici o semplici esperti di finanza, grandi intenditori di bilanci che, da quando Ax ha iniziato la sua carriera da solista, se non prima, hanno sempre fatto paragoni sul prima e il dopo, sui testi giovanili e quelli attuali, sull’ascesa degli inizi e la maturità di oggi. Secondo il mio modestissimo parere, bisognerebbe solo avvicinarsi allo stereo di casa, inserire il cd, preferibilmente originale, e godersi ciò che si sta ascoltando. Lo stesso J-Ax nella title track “Meglio prima (?)” canta «J-Ax era meglio prima, dice quello con la nostalgia, come se fosse colpa mia che non tromba dai tempi di Maria Maria» scimmiottando allegramente chi si fossilizza in paragoni che possono lasciare il tempo che trovano. Era il 1993 quando gli Articolo 31 debuttano con il loro primo album dal nome “Strade di città”. All’epoca c’era su Italia 1 “Non è la RAI”, i Take That avevano decisamente molte rughe in meno rispetto a oggi, la Cina non era ancora diventata la nazione più potente del mondo, Fiorello aveva la coda ed indossava giacche improponibili presentando il Karaoke. Per il resto, il panorama rap in Italia era praticamente inesistente, ovviamente mi riferisco al mainstream; c’era solo il buon vecchio Jovanotti che spopolava con l’album “Lorenzo 1992”.

J-Ax: dagli Anni Amari alla Riconquista del Forum

Gli Articolo 31 erano due ragazzi di Milano cresciuti in periferia, ragazzi del popolo destinati a maturare in fretta per via della vita precaria ed un ambiente culturale praticamente inesistente. In particolare Alessandro Aleotti, in arte J-Ax, vive l’infanzia e l’adolescenza in maniera, per usare un eufemismo, poco appagante. Vive l’adolescenza da outsider: un emarginato, un nerd, come spesso lui stesso s’apostrofa: «a scuola stavo con i rifiutati, considerati sfigati, senza vestiti firmati. Gli altri tutti belli sorridenti ma spenti. Io scrivevo sul diario: il credo è nel mio club dei perdenti». Tempi duri che lo temprano, rinnovando in lui una forza ed una voglia di fare, di emergere, che difficilmente si riesce a provare quando si ha tutto e subito. Il successo, la forza, le vittorie, le sanno apprezzare solo coloro che hanno conosciuto la compassione, la sconfitta e le amarezze. Alessandro, come tantissimi altri ragazzi, ha avuto modo di provare sulla propria pelle quelle delusioni che, come tutti sanno, nell’adolescenza vengono amplificate, dove la vita si propone piena di contrasti, contro se stessi ed il mondo, paranoie e sfiducia. Ax ha vissuto il divorzio dei genitori, l’adolescenza da squattrinato, il disagio giovanile, i rifiuti delle ragazze e la passione per i videogame ed il rap. Negli anni ’90 in Italia, il sogno americano era ancora forte e imponente, e come tanti ragazzini del periodo, anche Ax cresce con il mito U.S.A. L’Italia era più provinciale di oggi ed era facile per gli americani illuderci, promuovendo la loro parte più cool, inneggiando al consumismo ed esportando stili di vita, proprio come quello del rap.

J-Ax: dagli Anni Amari alla Riconquista del Forum

Così il cantante cresce e scrive la sua rabbia in versi. Canta, e ascolta i rapper americani. Incomincia subito a sperimentare, rappando su pezzi house alla discoteca Amnesi di Milano e, dopo, crea con DJ Jad gli Articolo 31. Le idee per i testi sono praticamente infinite così come i dischi creati dal duo, che si succedono l’uno dopo l’altro. Nel 1994 esce il loro secondo disco, “Messa di vespiri”, ma è nel 1996 che l’Italia è pronta per il rap made in Italy, ed il duo milanese cavalca l’onda in pieno, sfornando uno dei loro dischi più riusciti “Così com’è”. È l’album dell’ascesa. In tutta Italia, tv, giornali e radio si contendono la coppia milanese, e J-Ax ha la sua rivincita su chi lo aveva emarginato, rifiutato, scartato. Sembra proprio una bella trama per un film, invece è solo realtà, ed è proprio per questo, oltre alla grande capacità artistica, che, oggi a distanza di anni, Ax riesce ad avere tantissimi fan di tutte le età, per non parlare del suo zoccolo duro che è un vero gruppo di fedeli. J-Ax è la dimostrazione che gli sconfitti non rimangono tali all’infinito, la volontà e la passione pagano sempre e lui ne è l’esempio calzante. Alessandro Aleotti non è la star inarrivabile, è umano ed è la sua umanità che arriva ai ragazzi, è “uno di noi”, come si sente dire sempre ai concerti. La simpatia, l’autoironia e l’umiltà lo trasformano in un fratello maggiore, migliore amico, compagno di bevute, vicino di casa; perché questo è J-Ax per chi lo segue. Improvvisamente non hanno più importanza gli stili che utilizza nei suoi dischi, la metrica, le sperimentazioni, i look, perché resta una garanzia, comunque. Alla domanda “Meglio prima (?)”, è quasi certo allora che i fan risponderanno con l’esclamazione: “Meglio sempre!”.


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