Plagio si? Plagio No? Il suo Gente che spera diventa inno del Pdl? E vabbè non fa nienite!
Giacca e cravatta delle grandi occasioni, cappellino d'ordinanza e bandiera tricolore, il rapper milanese ammette: "Purtroppo non si può parlare di un vero plagio, gli autori non sono riusciti a esprimere con efficacia il mio concetto".
"Lo slogan 'gente che spera' mi appartiene è collaudato da oltre dieci anni, ed è tatuato sulla pelle di tutti i miei fan, è scritto sugli zaini di tutti i ragazzi ai quali è stato rubato il futuro dalla politica e dai partiti che così male l'hanno interpretato".
"Per fortuna non si prendono così sul serio...". Dulcis in fundo il saluto: "Ciao italiani, gente che spera". L'inno di Mameli, la mano sul cuore e le lacrime. Naturalmente finte.