Probabilmente chi legge questo blog si sarà stancato di sentire le sciocchezze che il sottoscritto dice da due anni e cioè che le pseudo soluzioni alla crisi proposte e imposte fin dal 2008, la cieca quando paradossale fede nell’euro con marchio d’ignominia per gli eretici, la dottrina dell’austerità come necessaria anche se portatrice di massacri sociali, devastazioni di diritti e sepoltura di welfare, non sono altro che strumenti politici e non economici per ottenere una “riduzione della democrazia”.
Capisco che per chi è abituato a pensare all’economia come una scienza “dura”, non sia facile mettersi a guardare le cose da un’angolazione diversa per considerare questa disciplina come politica e sociologia perseguite con altri mezzi. Ma la crisi prima mondiale e poi specificatamente europea che ha visto uno straordinario accanimento terapeutico con ricette soluzioni talmente dannose e controproducenti da dove essere alla fine sconfessate dagli stessi medici, è stata un’occasione praticamente unica per smascherare il travestimento con cui una politica reazionaria si nascondeva dietro la necessità.
Non che in questi anni siano mancati dichiarazioni e documenti piuttosto espliciti sul reale significato dell’enfasi posta sui bilanci degli stati, sul “rigore” e sulla castrazione delle politiche di bilancio, ma adesso ecco che da un analisi della J.P. Morgan su come superare la crisi del debito di cui la stessa banca è stata una delle cause. “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”.
Per integrazione si intende ovviamente non quella politica fra gli stati, ma quella finanziaria al comando dei centri di potere bancario non elettivi: la resistenza nascerebbe secondo il documento dal fatto che i “ sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste. certo questi signori sono dotati anche di una insolente ignoranza, visto che tra i Paesi usciti dal fascismo, anzi dalla sua forma più radicale, c’è proprio la Germania. Ma si sa che i soldi rendono intelligenti e acculturati anche i più espliciti cretini. Fatto sta che è proprio a causa delle costituzioni “socialiste” e alla disgraziata caduta dei fascismi i sistemi politici del sud d’Europa offrono spiacevoli “tutele istituzionali per i diritti dei lavoratori” e persino “la licenza di protestare”. E’ proprio a causa delle costituzioni antifasciste che “i paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)”.
Ora capite perché vedere una sinistra che agita i feticci e tesi così cari a J.P. Morgan senza minimamente dar segno di comprendere il disegno politico sottostante alle presunte necessità, mi ha disgustato. E ancora di più mi disgusta l’inciucio volta a manomettere la Costituzione proprio nel solco delineato dal documento (lo trovate in versione integrale qui). Ed è inutile ricordare che proprio J.P. Morgan è stata considerata dal governo americano uno dei responsabili della crisi dei subprimes e che – per venire alla nostra italietta – fu proprio in una riunione indetta a Firenze da questo trust finanziario così progressista che fu lanciata la candidatura di Renzi alle primarie ( qui per saperne di più ). Tutto si tiene. Per fortuna i signori della finanza e dei think tank, i fascisti del terzo millennio, ormai sono così sicuri di poter spazzare via la democrazia che nemmeno più lo nascondono. Lo scrivono nero su bianco. E di che altro colore altrimenti?