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Cabinet Of Curiosities" border="0" title="Jacco Gardner > Cabinet Of Curiosities" />
C'è qualcuno qua fuori che sa ancora divertirsi? Jacco Gardner è olandese, ha 24 anni, ed ha registrato un disco nel 1967. Cioè, ha registrato un disco come se l'avesse fatto nel 1967, sognando la California di Monterey o, più appropriatamente, l'UFO Club di Londra. Polistrumentista di talento, Jacco canta e registra ogni strumento (tranne la batteria), compresi quelli più strani come il clavicembalo e il mellotron. E mette assieme brani come si trattasse di un disco dei Turtles, di Donovan, Syd Barrett (al cui aspetto si atteggia anche fisicamente), Nick Drake, un po' di Kinks, un po' di Brian Wilson. No, a dire il vero come si trattasse di un disco dei Pink Floyd "di Syd Barrett", al netto della sua follia: diciamo uno dei bei brani scritti da Rick Wright o Roger Waters, tipo Paintbox, Remember a Day o Julia Dream. Il risultato è sempre gradevolissimo, innalzandosi talvolta a sfiorare la magia, come in Chameleon o Clear The Air, quando si ha davvero l'impressione di aver messo sullo stereo uno di quei dischi con la fluida etichetta Harvest che ci ipnotizzava. O The Ballad Of Little Jane, che sembra appartenere ai Beatles di Being for the Benefit of Mr. Kite. Un'operazione che pone al critico una raffica di domande. È lecito realizzare di fine cesello un disco di puro vintage? Si può suonare e cantare come se si appartenesse ad un'altra epoca? Se si registra un disco che quarant'anni prima sarebbe stato considerato un capolavoro, vale meno nel presente? Jacco canta per i suoi coetanei o per i nostalgici? Dal vivo sarà capace di creare lo stesso incantesimo del disco o farà la fine di quel Jonathan Wilson il cui Gentle Spirit votai miglior disco del 2011, salvo poi neppure accorgermi che stava suonando sul palco a Lucca?
Domande di cui non ho la risposta. Quello che so è che questo Cabinet Of Curiosities è intrigante, emozionante, evocativo e capace di trascinare l'ascoltatore in uno spazio tempo affascinante. Come un magico film capace di trasportarci in un altrove da questo presente in grigio, la musica di Jacco è una favola nordica che non avremmo più voglia di lasciare. Canzoni che recitano l'incantesimo dei pensieri felici. Belle come un sogno i cui colori tenui e i sapori malinconici non vorremmo lasciare uscire dalla nostra mente al risveglio. Per me tanto basta per fare del disco di questo pifferaio magico un prodotto unico nell'offerta di quest'anno.
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