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Jack reacher – la prova decisiva

Creato il 25 settembre 2014 da Lamacchinadeisogni

jack_reacher_la_prova_decisivaTITOLO: JACK REACHER – LA PROVA DECISIVA

GENERE: THRILLER, AZIONE

RATING:  *

TRAMA:

In una cittadina dell’Indiana alcune persone passano casualmente lungo la banchina di un fiume, inconsapevoli che James Barr, un glaciale cecchino dell’esercito, le stà inquadrando attraverso il mirino del suo micidiale fucile da guerra. Le vittime sono cinque e tutto porta all’ex militare ed alla sua follia. Ma siamo sicuri che quelle morti siano casuali? E soprattutto, il colpevole è veramente James Barr? L’unico indizio è un nome che l’ex cecchino scrive su di un pezzo di carta prima di cadere in coma dopo il brutale interrogatorio della polizia: l nome è quello di “Jack Reacher”.

(Regia: Christopher McQuarrie – anno 2013)

COMMENTO:

Tipica trappola commerciale con la quale si spaccia un pessimo B-movie per un film accattivante, affidando il ruolo del protagonista ad un noto volto di Hollywood usato come specchietto per le allodole, mentre tutto il resto è rimediato al discount del cinema. Aggiungete un trailer con il sottofondo di una chitarra elettrica aggressiva, un sapiente montaggio et voilà, il pacco è servito! Questa volta il ruolo dello “specchietto per allodole” è toccato nientemeno che a Tom Cruise!

La sceneggiatura è povera e fa acqua da tutte le parti perché poggia unicamente sul mito dell’eroe solitario che maldestramente si cerca di costruire attorno al protagonista. Il risultato è un’opera piuttosto noiosa che scade involontariamente nel ridicolo. Persino la scena finale del “cavaliere che assalta il castello per salvare la sua bella” a tratti strappa qualche sbadiglio. Ma non disperate, una granitica certezza infatti caratterizza e sostiene l’intero film: Jack Reacher è uno con le palle di cui avere veramente paura, e sapete perché? Perché lui è … Tom Cruise!

Il nome di Jack viene scritto su di un foglio di carta dal sospettato principale durante un interrogatorio e prima ancora che il procuratore distrettuale ed il detective Emerson finiscano di chiedersi: “Ma chi ca…volo è Jack Reacher? ”, lui è già li di fronte a loro, con la sicumera e lo sguardo intelligente di chi sa e ha già visto troppe cose. Ma prima che i due si possano riprendere dallo sbigottimento e chiudere la bocca aperta per la sorpresa, Jack è già scomparso, e sapete perché? Perché lui è … Tom cruise!

Le prove a carico dell’ex cecchino dell’esercito, James Barr, sono talmente schiaccianti che trarrebbero in inganno i migliori detective degli Stati Uniti, la C.I.A., l’F.B.I., i Federali, l’esercito, Harry Potter, Mary Poppins ed altri, ma non lui, non Jack Reacher.

La procace avvocatessa di grido Helen Rodin, figlia del procuratore distrettuale cui viene affidato il caso, verosimilmente allevata a pane e giurisprudenza, laureata in una delle migliori università americane, a confronto di Jack sembra una emerita imbecille e se non fosse per il nostro taciturno ipereroe non avrebbe mai capito una pizzetta dell’accaduto!

Ovviamente tutti i personaggi femminili, dalla cameriera di un pub, alla avvocatessa, sono magneticamente attratte da bel tenebroso che, consapevole di essere Tom Cruise, rivolge loro solo un sorrisino di sufficienza senza mai concedersi.

In una scena esilarante Helen, in evidente stato di agitazione ormonale, chiede ad un Tom a torso nudo di “rimettersi per favore la maglietta”, ma visto il fisico piuttosto floscio e cascante del nostro eroe, sorge un dubbio: lo chiede perché sessualmente turbata o per stendere un velo pietoso sulla forma fisica del protagonista? Evidentemente il budget del film era così scarso da non coprire neanche il costo del solito personal trainer che plasma i corpi degli attori di turno a seconda delle esigenze del copione (sigh)! Nonostante il fisico improbabile, ovviamente Jack non ha problemi a mettere fuori combattimento qualsiasi branco di aggressori, e con il suo sguardo intelligente e sorriso di sufficienza (espressione che mantiene inalterata per tutto il film), cavallerescamente li mette in guardia con un secco: “Siete sicuri?…  Lo avete voluto voi!”.

Anche il personaggio negativo, il “burattinaio” del complotto, il male personificato, è così goffamente caricato di negatività e cattiveria da risultare poco credibile e ridicolo. Il cattivone è talmente disumano da non avere nemmeno un nome; lui è semplicemente Zec,il prigioniero”, e quando lo dice con il suo sguardo guercio ed un sibilo di voce, un brivido agghiacciante dovrebbe attraversare la schiena dello spettatore. La storia vuole che quando Zec marciva in una prigione siberiana, non si era amputato le dita della mano con un coltello (troppo banale e, soprattutto, già visto in troppi film sulla Yakuza giapponese), no, lui le dita se l’era strappate a morsi! (ha ha ha!)

Il finale è epico. La bella e procace avvocatessa, dopo essere stata salvata dal cavaliere solitario, lo fissa con uno sguardo inequivocabile del tipo “Dai, stracciami le mutandine a morsi e sbattimi sulla lavatrice!”, ma lui, dopo averla fissata in silenzio per alcuni secondi con il suo sguardo intelligente e sorriso di sufficienza, la lascia li, in piedi come un baccalà, per sparire nuovamente nel buio verso chissà quali altri avventure … e sapete perché? Perché lui è … Tom Cruise! ;-)



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