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JACK REACHER – LA PROVA DECISIVA (Jack Reacher)

Creato il 21 luglio 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

JR_intl_headlight_1sht.1Ridateci Kaizer Soze. Per ora ci rimane Werner Herzog

«Vinco un Oscar per la migliore sceneggiatura e poi mi metto dietro la macchina da presa». Deve aver pensato questo Christopher McQuarrie. L’aveva già preceduto William Monaham – Oscar  per The Departed (2006) –, dirigendo London Boulevard (2010). Difatti McQuarrie, dopo l’Oscar per I soliti sospetti (The Usual Suspect, 1995), giunge alla sua seconda prova registica con Jack Reacher – La prova decisiva (Jack Reacher, 2012), un thriller-action movie con protagonista Tom Cruise. E il risultato non è dei migliori.

Cinque persone vengono uccise casualmente da un cecchino sulla banchina di un fiume. Le prove inchiodano un tiratore scelto dell’esercito degli Stati Uniti, che prima di essere picchiato brutalmente (durante il trasferimento in carcere), fa un solo nome: Jack Reacher.

Narrativamente completo (non complesso), Jack ReacherLa prova decisiva mette in luce segreti militari e un eroe anticonvenzionale e inverosimile. Dotato della forza e abilità di un colosso, il “piccolo” Jack si fa notare per l’intuito e le intuizioni logiche degne del miglior Sherlock Holmes. Peccato che il film (pur facendosi accattivante) giri a vuoto nelle fasi cruciali: l’inizio e la conclusione. Il film parte velocissimo (pare in qualche frangente anche abbozzato), mette sull’altare del cinema cinque vittime casuali e un cecchino, che non si rivela molto furbo perché paga il “ticket” dell’area di sosta, nella quale parcheggia il suo minivan e da dove comincia a fare fuoco. Il procuratore distrettuale (Richard Jenkins) e il detective della polizia lo beccano immediatamente. Il suo nome è James Barr ed è un ex-militare, che durante l’interrogatorio non dice una parola e chiede di cercare Jack Reacher, un investigatore militare, suo compagno di reggimento. Tuttavia Reacher è un uomo che non vuole farsi trovare e che copre le sue tracce abilmente. Viaggia per gli Stati Uniti indisturbato e non professa la legge giudiziaria, ma la sua “legge” votata alla moralità. È introvabile, ma è lui stesso a recarsi nell’ufficio del procuratore per confermare la colpevolezza di Barr. Da questo punto in poi McQuarrie accatasta segreti e piste da (in)seguire, che apparentemente scagionano Barr. Infatti la pellicola diviene godibile e interessante e Jack Reacher – La prova decisiva procede senza intoppi; mischiando azione e thriller giunge alle sequenze conclusive con tutte le domande accompagnate da adeguate risposte. E purtroppo si arriva a un finale molto abbozzato e sbrigativo, nel quale il cattivo (Werner Herzog, sì proprio il regista tedesco, che offre una prova recitativa banale e insufficiente) non ha via di scampo, nemmeno la prigione. E qui si chiude la pellicola, nella quale il bacio tanto atteso tra Tom Cruise e Rosamund Pike non si consuma e dove troviamo un Robert Duvall appesantito, che gioca al far west tra camion e scavatrici.

Jack Reacher, eroe inverosimile che preferisce un combattimento corpo a corpo piuttosto che le armi, non raggiunge lontanamente il carattere e le evoluzioni acrobatiche di Ethan Hunt. Sembra un eroe stanco, che procede “carponi” verso la verità. E non sempre i canali ufficiali possono farla emergere vividamente; meglio fare da soli e fare giustizia. Jack Reacher – La prova decisiva è un action con i “piedi per terra”. Peccato che ogni tanto qualche “volo pindarico” sia necessario, perlomeno per far smuovere dal torpore lo spettatore più annoiato.

Uscita al cinema: 3 gennaio 2013

Voto: **


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