Lee Child
Lee Child è nato a Coventry, in Inghilterra, nel 1954. Dopo aver lavorato per vent’anni come autore di programmi televisivi, nel 1997 ha deciso di dedicarsi alla narrativa: il suo primo libro Zona pericolosa è stato salutato da un notevole successo di pubblico e critica, e lo stesso è accaduto per gli altri romanzi d’azione incentrati sulla figura di Jack Reacher, personaggio definito dal suo autore come «un vero duro, un ex militare addestrato a pensare e ad agire con assoluta rapidità e determinazione, ma anche dotato di un profondo senso dell’onore e della giustizia». Lee Child vive negli Stati Uniti dal 1998.
Sito dell’autore: http://www.leechild.com/
Premi letterari
- Nel 1998 vince l’Anthony Award con Killing Floor.
- Nel 1998 vince il Premio Barry per il miglior romanzo d’esordio con Killing Floor.
- Nel 1999 vince il W.H. Smith Thumping Good Read Award con Die Trying.
- Nel 2004 vince il Premio Nero Wolfe con The Enemy.
- Nel 2005 vince il Premio Barry per il miglior romanzo con The Enemy.
Jack Reacher Series:
- 1997 - Zona pericolosa (Killing Floor)
- 1998 - Destinazione inferno (Die Trying)
- 1999 - Trappola mortale (Tripwire)
- 2000 - Via di fuga (Running Blind o The Visitor)
- 2001 - Colpo secco (Echo Burning)
- 2002 - A prova di killer (Without Fail)
- 2003 - La vittima designata (Persuader)
- 2004 - Il nemico (The Enemy)
- 2005 - La prova decisiva (One Shot)
- 2006 - The Hard Way
- 2007 - Vendetta a freddo (Bad Luck and Trouble)
- 2008 - Niente da perdere (Nothing To Lose)
- 2009 - I dodici segni (Gone Tomorrow)
- 2010 - L’ora decisiva (61 Hours) -> Recensione
- 2011 - Una Ragione per morire (Worth Dying For) -> Recensione
- 2011 - Second Son (romanzo breve)
- 2011 - The Affair
- 2012 - Deep down (racconto breve)
- 2012 - A Wanted Man
- 2013 - Never Go Back (inedito)
Spin Off della Jack Reacher Series
- Identità Sconosciuta (James Penney’s New Identity) -> Recensione
Non si può, però, parlare del 14° libro di una serie senza spendere due parole sul suo protagonista principale: Jack Reacher. In questi tempi dove tanto si parla di maschio alpha, penso che Jack abbia tutti i numeri per essere un gradino più in alto di tanti eroi immaginari. Pur essendo partorito dalla fantasia di Lee Child è comunque un uomo che potremmo incrociare per strada ed essere uno di noi.
Jack Reacher è alto due metri e di professione è un vagabondo. Un vagabondo molto, molto speciale.
In realtà è un ex MP dell’esercito americano, congedatosi col grado di maggiore. È un ex poliziotto militare ed è stato addestrato a far fronte ai personaggi più temibili che si possano immaginare: militari addestrati che sono diventati criminali.
Figlio di un militare, diplomato a West Point, dopo tredici anni nell’esercito, e fin da bambino itinerante al seguito della sua famiglia in ogni parte del mondo meno che in America, Jack decide di mollare tutto e incominciare a girare gli States. Infatti è cresciuto nelle tantissime basi militari disseminate in ogni Paese straniero e anche da adulto è stato sempre all’estero.
Con i soli abiti che indossa, l’inseparabile spazzolino da denti e un bancomat (ha un po’ di soldi in banca), senza patente e senza assicurazione sanitaria, Jack gira gli States, soprattutto in autobus e autostop. Niente sacca, niente valigia. Quando gli indumenti che indossa sono sporchi entra in un negozio, compra i nuovi abiti e butta i vecchi.
Le sue armi sono soprattutto il suo cervello e i suoi pugni, ma se deve, sa usare ogni tipo di arma convenzionale e anche altre che lo sono ben poco! Tutto nelle mani di Jack può trasformarsi in un oggetto letale!
Jack è un solitario, è un uomo che si è lasciato alle spalle tutto; per lui parole come onore, riconoscenza, giustizia hanno ancora il giusto valore ed ecco perché viene sempre coinvolto in avventure strabilianti e adrenaliniche. Non riesce a essere spettatore di soprusi e ingiustizie: è un vero eroe.
Poche le figure femminili ma quelle che ci sono sono sempre donne con carattere e non femminucce! Jack le tratta con rispetto e come sue pari a tutti gli effetti.
Una piccola curiosità: sembra che tra poco potremo vedere Jack anche al cinema: Tom Cruise ha accettato di interpretarlo e noi siamo tutti curiosi di vedere il risultato.
Titolo: L’Ora Decisiva
Autore: Lee Child
Serie: Jack Reacher Series, n° 14
Edito da: Longanesi (la Gaja scienza)
Prezzo: € 17,60
Genere: Adult, Thriller, Poliziesco
Pagine: 378 p.
Voto:
Trama: Bolton, South Dakota. Un penitenziario federale circondato dai ghiacci ma incendiato dalla tensione. Mancano 61 ore al processo più importante mai avvenuto da quelle parti e c’è una testimone da proteggere. Janet Salter è un’innocente bibliotecaria in pensione, ma ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e ora la sua vita è in pericolo.
L’ultima cosa di cui Bolton ha bisogno è l’arrivo di uno «straniero» ingombrante e pericoloso come Jack Reacher. E invece è proprio quello che accade. Un incidente ha bloccato il pullman di gitanti che ha dato un passaggio a Reacher e adesso lui è lì, come sempre l’uomo giusto nel posto sbagliato.
A Reacher basta poco tempo per intuire che troppe cose non tornano e che, nonostante il dispiegamento delle forze dell’ordine, la vita della testimone non è affatto al sicuro. Qualcuno potrebbe tradire. Mentre la temperatura non sale mai sopra lo zero e il conto alla rovescia prosegue implacabile, Reacher decide di indagare e, in quella situazione, c’è solo una persona cui può rivolgersi: il maggiore Susan Turner, la donna che ha preso il suo posto nell’esercito, al comando della 110a unità della polizia militare. È con il suo aiuto che Reacher scoprirà cosa si nasconde veramente in un edificio costruito più di cinquant’anni prima in mezzo alla neve e al nulla, un edificio solo apparentemente abbandonato, ma in realtà custode di un segreto spaventoso.
Recensione
di Simog55
Vi è mai successo di aver cominciato a leggere un libro e dopo poche pagine vi siete ritrovati a tremare dal freddo? Un freddo intenso, totale, che penetra fino al midollo delle vostre ossa? Se non vi è mai successo è quello che sicuramente accadrà leggendo questo libro! Questa volta il nostro eroe si ritrova in un paesino disperso nel South Dakota, Bolton.
Tutta l’azione è immersa in un nulla bianco e gelato, si arriva ai 40° sotto zero, e tutta la storia è un perfetto conto alla rovescia, scandito ora per ora, che ci avvicina inesorabilmente alla resa dei conti finale.
Jack, come al solito itinerante, si ritrova in un pullman che, per colpa della neve, ha un piccolo incidente e rimane bloccato. Tutti i passeggeri, lui compreso, vengono ospitati dai vari abitanti del posto e quindi si ritrova ospite del vicecomandante della polizia del luogo.
Tutti i poliziotti sono in allerta: mancano 61 ore ad un processo molto importante e loro hanno una testimone da proteggere, una vecchietta indomita che non ha accettato di farsi intimidire e vuole fare il suo dovere di cittadina: testimoniare e dire quello che ha visto.
L’ultima cosa della quale si ha bisogno è perciò l’arrivo di uno “straniero” ingombrante e pericoloso come Jack. Però il caso ha voluto che fosse bloccato in questo paesino e come al solito si ritrova ad essere l’uomo giusto al momento giusto. La sua competenza, il suo sguardo al quale non sfugge nulla, diventano una risorsa insperata alla quale attingere a piene mani.
Ecco quindi che si ritroverà a dare una mano alla polizia del luogo a proteggere la testimone ed ad indagare su di un edificio costruito più di cinquant’anni prima e lasciato abbandonato per tutti questi anni. Dovrà chiedere aiuto, per avere delle risposte, alla donna che ha preso il suo posto al comando della 110° unità della polizia militare, Susan Turner, che sarà basilare per risalire alla verità che si nasconde in questo vecchio edificio.
Omicidi, indagini, azione, suspance e avventura. Come sempre questi sono gli ingredienti che ritroviamo nei libri di Lee Child e che sono presenti anche in questo. Chi ama i thriller tesi, asciutti e con trame solide non rimarrà deluso da questa storia intensa che regala un finale, come al solito, al cardiopalma e del tutto inaspettato.
Bella copertina, tradotto in modo efficace e pulito, nessun refuso. Complimenti alla Longanesi per l’attenzione e la cura nel darci un prodotto rifinito con attenzione. Di questi tempi, purtroppo, è diventato una rarità!
Titolo: Identità sconosciuta
Autore: Lee Child (Traduttore: Adria Tissoni)
Serie: Jack Reacher Series, spin-off
Edito da: Longanesi (Collana: la piccola Gaja scienza)
Prezzo: 10,00 €
Genere: Thriller, Poliziesco, Narrativa
Pagine: 75 p.
Voto:
Trama: Cinque minuti: tanti sono bastati al direttore del personale della fabbrica dove James Penney ha lavorato per diciassette anni a licenziarlo. Diciassette anni di vita contro cinque minuti, e ora Penney è un uomo senza lavoro e senza speranza. Gli restano solo sei settimane di paga e la sua amata Firebird rossa. E allora l’unica soluzione che gli sembra possibile è dar fuoco alla casa e scappare sulle strade d’America con l’auto. Via dalla fabbrica che l’ha tradito, via dalla banca, dai debiti, da una vita senza soddisfazioni. Un gesto di protesta, l’unico in una vita di sopportazione e obbedienza. Quello con cui Penney però non ha fatto i conti è il caldo del deserto del Mojave, che in poco tempo spinge le fiamme a bruciare anche le case dei vicini. E ora Penney è ricercato dalla polizia per incendio doloso. Lui e la sua Firebird rossa, in fuga sulla California Highway Patrol. Ma la strada di Penney è destinata a incrociarsi con quella di un uomo pericoloso, un giovane capitano della polizia militare alto e muscoloso il cui nome è destinato a diventare leggenda: Jack Reacher. Un incontro che potrebbe essere la salvezza o la rovina di Penney…
Recensione
di Simog55
Piccolo regalo, da parte della Longanesi, per renderci più piacevole l’attesa del nuovo attesissimo libro di Jack Reacher. Un racconto breve che si colloca però nel passato del nostro eroe, quando Jack era ancora nella polizia militare.
Come sempre bastano poche parole e già, grazie alla bravura di Lee Child, ci troviamo immersi nella drammatica storia di James Penney.
James è un uomo solo, divorziato da anni e senza figli, e nel giro di soli cinque minuti si ritrova estromesso dal posto di lavoro in virtù di un non bene identificato “ridimensionamento”; solo cinque minuti e tutta la sua ben misera vita ne esce distrutta. Non è più giovane, non ha sufficienti competenze, non ha particolari attitudini, si è permesso di avere un disturbo post-traumatico da stress (è stato militare in Vietnam) e quindi, diversi anni prima, di fare delle assenze: insomma è diventato una persona INUTILE.
Cosa passa nella testa di una persona quando si rende conto di aver perso ogni speranza? Quando poche parole cancellano ogni sogno seppur piccolo?
James perde la testa e, in un momento di rabbia, cerca di “cancellare” la sua presenza in modo definitivo: dà fuoco alla sua casa e con lei a tutti i ricordi a lei connessi.
L’unica cosa che sente sua e che lo rende felice è una Firebird rossa, una macchina che ha desiderato a lungo e che deve ancora finire di pagare.
Ma il destino ha deciso che tutto quello che già era toccato a James non era sufficiente… e così, a causa dell’incendio che ha appiccato in un momento di follia, si ritrova ad essere ricercato in tutto lo stato: da bravo cittadino a delinquente in soli “cinque minuti”!
Quando James “tocca il fondo”, quando pensa di non avere più nessuna possibilità di uscire fuori da questa situazione ormai così complicata, ecco che incontra un uomo che, solo con un’occhiata, “vede” dentro di lui, Jack Reacher, un poliziotto militare.
“Cos’hai fatto?” domandò.
“Fatto?” ripeté Penney.
“Stai scappando. Stai uscendo dalla città a piedi,
sotto la pioggia, con la testa china,
senza bagagli, e dici di non sapere come ti chiami.
Ho visto molti uomini in fuga.
Lo sei anche tu.”
James si ritrova a confidarsi con quest’uomo sconosciuto ma che sembra vedere oltre le apparenze, un uomo che sa ascoltare.
Anche se più giovane di come siamo abituati a vederlo, Jack è già un uomo deciso, capace di prendere decisioni fulminee e scomode.
Secondo voi, come deciderà di agire Jack Reacher? Consegnerà alla polizia il “pericolo pubblico” James Penney o deciderà altrimenti?
Poche le pagine che compongono questo racconto ma tante le emozioni che Child, come sempre, ci regala insieme ad un Jack che mai avevamo incontrato, quello della giovinezza.
Un bel regalo per noi “Jack-dipendenti” da leggere con la consueta passione.
Titolo: Una ragione per morire
Autore: Lee Child (Traduttore: Adria Tissoni)
Serie: Jack Reacher Series, 15
Edito da: Longanesi (Collana: la Gaja scienza)
Prezzo: 16,40 €
Genere: Thriller, Poliziesco, Narrativa
Pagine: 378 p.
Voto:
Trama: Un pugno di case nell’angolo più sperduto del Nebraska e migliaia di ettari di campi desolati in pieno inverno. Quando Jack Reacher si presenta alla reception dell’unico motel nel raggio di cento chilometri, non cerca altro che una tazza di caffè e una stanza in cui passare la notte, ma è destinato a imbattersi in un incubo che dura da più di vent’anni. Tutto comincia con la telefonata di una donna che ha bisogno di cure. Il medico, appollaiato al bancone del bar, è ubriaco fradicio e non sembra in grado di guidare. Reacher gli fa da autista e scopre che la donna ha il naso fracassato per colpa del marito, Seth Duncan, spavaldo rampollo di una famiglia che tiene in scacco la comunità del piccolo villaggio grazie a una rete di minacce, ricatti e vere e proprie sevizie.
Dopo avere prestato soccorso alla donna, Reacher decide di impartire una dura lezione al marito, scatenando però la reazione della famiglia Duncan, che organizza una caccia all’uomo con l’aiuto di picchiatori prezzolati e sicari della malavita di Las Vegas, impelagata in oscuri traffici nella zona. E a poco a poco quella che sembrava una semplice lite familiare svela i contorni di una faida iniziata molto tempo prima con la tragica sparizione di una bambina, mistero irrisolto che cela uno scenario ben più agghiacciante e cruento. Solo e braccato in un territorio sconosciuto, Reacher affronta la sua prova più difficile, determinato a fare giustizia una volta per tutte…
Recensione
di Simog55
Ma quante vite ha già “consumato” Jack Reacher? I gatti, si dice, ne hanno nove… e lui quante ne ha? Nell’ultimo libro eravamo rimasti tutti con il fiato sospeso quando era stato coinvolto in una esplosione colossale e non si sapeva che fine avesse fatto… ormai era stato dato per morto.
Lo ritroviamo invece in un paesino sperduto del Nebraska – avete presente le classiche file parallele di case ed anche molto distanziate tra di loro? – situazione climatica inclemente, a dir poco, ed una forma fisica che lascia molto a desiderare. L’esplosione ha avuto degli effetti devastanti sul suo fisico temprato anche alle condizioni più avverse ed ora ha bisogno assolutamente di riposo e… di una bella tazza di caffe nero.
Un incipit classico, nelle storie di Lee Child, che ritroviamo anche questa volta e che è perfettamente rappresentato dalla classica frase: “la calma prima della tempesta”. Sì, perché anche questa volta Jack sarà spettatore di una serie di abusi perpetuati dalla famiglia che detiene il potere economico del paese e non riuscirà a rimanere indifferente.
Sottovalutato, sottostimato, considerato solo un intralcio si ritroverà, invece, ad essere il perno attorno al quale ogni azione convergerà e, come un sasso gettato in uno stagno genera tanti cerchi d’acqua sempre più lontani ma tutti generati da una singola azione, così Jack sarà l’elemento scatenante di una piccola rivoluzione che sconvolgerà le vite di tutte le persone che abitano in questo paese.
“Chi è?”
“Nessuno. Un forestiero: Un tizio qualsiasi. Ma si è messo in mezzo. Pensiamo sia stato nelle forze armate. Un poliziotto militare. Forse non ha perso il vizio di indagare.”
Venuto a conoscenza della sparizione di una bambina avvenuta molti anni prima, e dell’esito negativo che avevano avuto le indagini eseguite all’epoca, si ritroverà di fronte alla scelta se continuare a cercare la verità, anche a rischio della propria vita, o voltare le spalle a tutto ed a tutti: secondo voi, il Jack che noi conosciamo bene cosa deciderà? Considererà il rischio di morire? Di poter fallire? Come farà a superare il dolore che permea ogni momento della sua giornata e quello fisico che deve subire per la prima volta nella sua vita?
Combatti e vinci. Combatti e vinci.
La faccia gli faceva un male cane. Affrontò il dolore e se ne distaccò. Lo vide, lo esaminò, lo identificò, lo circoscrisse. Lo isolò. Lo sfidò.
Sei contro di me? Continua pure a sognare, amico.
Lo racchiuse entro un confine, poi entro un muro. Costruì un muro, lo costrinse al di là e spinse quel muro all’interno di sé comprimendo il dolore, schiacciandolo, ingabbiandolo, limitandolo, sconfiggendolo.Ma in realtà non lo stava sconfiggendo.
Era il dolore a sconfiggere lui.
Nel momento che Jack decide di veder chiaro nella sparizione della bambina la sua determinazione non verrà mai meno. La caratteristica che sempre mi ha affascinato in Jack è il suo senso profondo della giustizia, l’istinto profondo che lo spinge a proteggere chi è più debole, la sua insofferenza ad ogni tipo di abuso, soprattutto se perpetuato ai danni dei bambini e delle donne.
Anche questa volta nulla potrà fermarlo: ne uomini, ne armi, ne condizioni climatiche avverse. Jack si fermerà solo quando tutte le domande troveranno le risposte giuste, quelle che con tanta cura in molti hanno cercato di occultare… fino all’arrivo di un uomo, uno sconosciuto, che pensa valga la pena rischiare la vita per un ideale più alto.
“Una ragione per morire” è un libro d’azione. Rispetto agli altri racconti questa è come una piccola parentesi rispetto alla storia più ampia che è la vita di Jack. Una parentesi che ce lo fa conoscere ancora di più e che ce lo rende, se possibile, più “familiare”. Jack è l’amico che tutti noi vorremmo avere e sul quale vorremmo poter contare.
Questo è un libro da “gustare” per tutti quelli che, come me, amano i thriller pieni di avventura e con una trama che ricorda i classici film western: uno contro tutti. Volutamente non ho parlato di una sottotrama che però vi appassionerà certamente; Child è “maestro” in questo genere di scrittura e sicuramente non vi lascerà insoddisfatti.
Io lo sono sicuramente.
Autore articolo: Simog55
Sono Simona e, con l'esclusione dei miei primi sei anni di vita, la passione che non mi ha mai abbandonato è quella della lettura. Partendo dalle favole, sono passata alla fantascienza, al fantasy, ai thriller, gialli, romance, urban fantasy, religione, psicologia. Ancora oggi leggo fumetti, manga e vado matta per i cartoni animati e gli anime. Sono la più grande del gruppo ma..... solo per l'anagrafe, per il resto mi sento una bimba curiosa di tutto!
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