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Jack Spirofsky e la #Twitteratura: 6 domande a IdeeXscrittori

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Jack Spirofsky e la #Twitteratura: 6 domande a IdeeXscrittori

Il suo blog si chiama Idee Per Scrittori. Su Twitter, con il nome L’Ideota, dispensa consigli assurdi, propone incipit surreali a scrittori indaffarati e narra le storie di Jack Spirofsky, “uno che non esiste”; ha lanciato l’hashtag reatifuturi, ed è vincitore come Twittero più creativo ai #TA12. Il suo nome è Danilo Zanelli, giornalista freelance. Oggi su Scrittore Computazionale Danilo risponde a sei domande, raccontandoci di Jack, della sua reputazione di scrittore notturno e della letteratura dei nostri tempi in 140 caratteri.

 

@IdeeXscrittori, Danilo Zanelli, risponde

Su Twitter sei L’ideota, gestisci i blog Idee Per Scrittori e Consigli Assurdi. Ecco, vorrei sapere, ma chi c’è dietro il monitor?
Dietro il monitor c’è una persona che da sempre lavora nel mondo della comunicazione, come giornalista freelance e autore di testi. Sono laureato in giurisprudenza, ma è stato un incidente di percorso. Dopo la laurea mi sono occupato di scrittura, anche per hobby. Credo di essere affetto da grafomania.

Hai inventato Jack Spirofsky – uno che non esiste – e ne hai fatto un protagonista di Twitter. Perché Jack? Perché Twitter?
Non c’è nulla di pianificato nell’invenzione di Jack. Su Twitter faccio satira di costume, ma non ho mai abbandonato una mia passione, che coltivo anche nel blog “Idee per scrittori”: la sperimentazione di linguaggi narrativi. Ho sempre usato nomi anglosassoni per dare una patina “seriosa” alle piccole trame disseminate nei miei tweet: Winston, Rupert, John, William. Ma con il passare del tempo mi sono dedicato con attenzione crescente a Jack. Quel nome, secondo me, ha un potere evocativo che altri non hanno. Ben presto i miei follower si sono affezionati al personaggio e hanno cominciato a farne il protagonista di storie appena accennate dal sapore quasi pirandelliano, sulla scia dei miei tweet. Alla fine, per suggellare la sua nascita, gli ho dato un cognome orribile: Spirofsky. Ma allora chi è Jack? Per me è il classico duro, simile agli eroi dei romanzi hard boiled. Spesso mi diverto a calarlo nei panni di un detective d’altri tempi. Ma il mio punto di vista ha un’importanza relativa, perché Jack si è trasformato in una creazione collettiva. Di sicuro, a differenza di altri personaggi, sa di essere un’invenzione ed è capace di riflettere sulla sua condizione. Molti lettori-scrittori mi inviano giochi di parole o piccole trame divertenti e paradossali. Ma talvolta i loro spunti sono addirittura struggenti. Perché Jack, essendo un personaggio per mestiere, ha qualcosa di tragico: soffre all’idea di avere un destino già scritto, deciso da uno scrittore e da una casa editrice. E sa che solo grazie ai lettori può prender vita. In un post di “Idee per scrittori” sulle avventure di questo strano eroe (o meglio, antieroe) c’è una frase, firmata LVIX, che rende bene la sua dimensione esistenziale: “Quando Jack incontra un uomo che ha sonno e chiude il libro, Jack è un uomo morto”.

Recentemente il Guardian ha lanciato una sfida a 21 autori: scrivere un romanzo in 140 caratteri. Come si fa? Come si racconta una storia su Twitter?
C’è una grossa differenza tra l’esperimento del Guardian e il mio. Jack in realtà non è il protagonista di una storia, ma di mille storie possibili. Ogni spunto non fa parte di un racconto, con un inizio e una fine, ma è la possibilità di un racconto. I lettori-scrittori che danno vita a Jack hanno piena libertà di muoversi in una terra senza recinti.

Scrivi circa la metà dei tuoi tweets (e sono tanti!) tra mezzanotte e le otto del mattino. Alimenti il mito dello scrittore notturno che beve assenzio e fuma sigari?
In un certo senso è proprio così. Tengo molto a questa mia reputazione. C’è una domanda che ogni tanto mi rivolgono: “Ma tu non dormi mai?”. E io rispondo, con una punta di autocompiacimento: “Mai”. Devo ammettere che i miei orari sono anche il frutto della mia condizione lavorativa: autore di testi freelance. La mia giornata non è scandita da orari impiegatizi e le idee spesso mi vengono di notte. Il silenzio e la tranquillità mi ispirano.

Non solo Twitter: la tua pagina Facebook riscuote un grande successo. Eppure Twitter e Facebook sono molto diversi: come combini i due social network e come adatti i contenuti all’uno e all’altro?
A volte i contenuti sono gli stessi. Ma non di rado su Facebook sfrutto la possibilità di scrivere frasi più lunghe e aggiungo immagini. Cerco di usare le caratteristiche di ogni “medium” per comunicare nel modo più efficace. Da più parti si sente dire: “Twitter è meglio di Facebook”. In realtà credo che ogni social network abbia pregi e difetti. Certo è che il mio intento principale, quando uso Facebook, non è la creazione di una rete di amicizie virtuali, ma la condivisione di contenuti.

“Gli scrittori meritano comprensione:” scrivi “con tutto quel lavoro, non si può pretendere che abbiano anche delle idee”. Così hai consigliato loro un’infinità di incipit, di trame e di finali assurdi. Il tutto rilasciato nel flusso continuo della Rete. È questa la letteratura dei nostri tempi?
In questa mia “mission” c’è una certa dose di ironia. All’inizio volevo realizzare una parodia dei corsi di scrittura creativa, portando il concetto alle estreme conseguenze: io non ti insegno ad avere idee, te le fornisco, così risparmi tempo e fatica. Poi il blog “Idee per scrittori” si è caratterizzato come un luogo di sperimentazione in cui i confini sono diventati sempre più sfumati. Lo dimostra la nascita di Jack. Forse la narrativa dei nostri tempi è anche questo, perché i nuovi media consentono di esplorare mondi sconosciuti, complementari rispetto a quelli “tradizionali”.

Conoscevi @IdeeXscrittori e il suo Jack? Cosa pensi della letteratura in 140 caratteri? È possibile scrivere storie in un tweet? Se ti va, condividi la tua opinione nei commenti.

 



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