Magazine Cinema
La baie des anges (1962)
Les Parapluies de Cherbourg (1964) - 3,5/5
Josephine (1967)
L'amante perduta (Model Shop) (1969)
La favolosa storia di Pelle d'Asino (1970)
Niente di grave, suo marito è incinto (1973)
Lady Oscar (1979)
Demy (1931-1990) è un soventemente dimenticato genio del cinema francese. Marito di Agnès Varda, condivise con gli altri autori della nouvelle vague l'entusiasmo per un modo nuovo di fare cinema. Nel suo caso specifico, si tratta di un cinema di apparente levità, sovente mischiato al musical o alla fiaba, ma non per questo poco profondo o interessante. Il suo capolavoro è Les Parapluies de Cherbourg.
-Les Parapluies de Cherbourg
Francia 1964 - musical/sentimentale - 91min.
(questa recensione è più che altro un'analisi musicale, data la sua natura di lavoro universitario)
Prima parte: Nel 1957 a Cherbourg in Normandia, Geneviève, sedicenne figlia della proprietaria di un negozio di ombrelli, è felicemente innamorata del meccanico ventenne Guy con cui progetta di sposarsi, non curandosi dell'interessamento del mercante di gioielli Roland. Di lì a breve però Guy è chiamato alla leva militare per andare a combattere in Algeria. La notte prima di partire i due fanno l'amore e lei rimarrà incinta. Seconda parte: nel 1958 Geneviève è sola ed incinta, come confesserà alla madre sgomenta. Guy scrive sempre meno e lei si deprime sempre più. La difficile situazione economica in cui versa il negozio, prossimo alla chiusura, ed il timore di rimanere ragazza madre, spingono Geneviève ad accettare la proposta di Roland, ufficialmente formulata durante una cena a casa delle due donne. Terza parte: nel marzo 1959 Guy fa ritorno a Cherbourg; raggiunge la casa in cui abitava con la zia malata, accudita da una ragazza orfana di nome Madeleine che è sempre stata segretamente innamorata di Guy. Il giovane scopre che il negozio di ombrelli ha chiuso, che Geneviève si è sposata e che la famiglia si è trasferita. Riprende il suo vecchio lavoro ma l'atmosfera del luogo gli impediscono di effettuarlo a dovere così si licenzia. Alla fine, morta la zia, si convince a dimenticare la ragazza e a sposare Madeleine, con la quale ha un figlio ed apre in città una stazione di rifornimento. L'epilogo è nel dicembre 1963: alla stazione di servizio di ferma un'ignara Geneviève, che nel frattempo ha avuto e cresciuto la figlia che aveva avuto con Guy; i due si reincontrano e si scambiano qualche freddo convenevole prima di salutarsi per sempre.
Il film, musicato da Michel Legrand, è una commedia musicale completamente cantata nella forma del recitativo accompagnato, in cui l'orchestra accompagna la performance canora che segue comunque un ritmo simile alla parlata quotidiana. Il contenuto del testo si rispecchia nello stile della musica d'accompagnamento. Gli attori sono stati doppiati da cantanti professionisti. La musica è il quasi unico elemento sonoro del film, a parte qualche tenue rumore d'ambiente come i passi sul ciottolato bagnato delle strade del paesino e qualche attutito rumore di traffico: l'attenzione è tutta per la musica ed il cantato.
Da notare che la colonna sonora pubblicata su CD non contiene tutta la musica del film, ma solo alcuni brani, escludendo quindi le scene di raccordo che presentano dialoghi minimi e brevi motivi melodici: ciò fa supporre che Legrand abbia prima composto le singole canzoni, ed in seguito abbia musicato le scene di raccordo tra di essere per creare un flusso sonoro continuo.
Il film si apre con i titoli di testa ed il tema di apertura che è anche il malinconico leitmotiv del film, qui senza il testo cantato.
A 2.39 inizia Scene du Garage, un allegro motivo in stile jazz che accompagna l'esuberanza caratteriale di Guy.
A 5.20 inizia Devant le Magasin, un tema romantico e sdolcinato per violino che rappresenta l'amore tra i due giovani. Il testo è ripetitivo come la musica, basato sulle ripetizioni dei nomi dei due innamorati “guy je t'aime/guy je t'aime....geneviève/mon petit geneviève”.
Attorno al minuto 10.00 c'è una musica slegata dal resto del film che è la musica dello spettacolo a cui i due sono andati ad assistere a teatro, che è il finale di un brano dell'opera Carmen, che ha come cardine narrativo un amore contrastato tra Carmen e Don Josè.
Intorno al minuto 11.00 i due vanno a danzare in un locale e questo è l'unico altro momento, oltre al precedente, in cui la musica sia intradiegetica.
Al minuto 12.00 inizia Sur le Quai, che riprende la melodia del brano precedente: i due innamorati fanno progetti per il futuro.
A 13.30 inizia Dans le Magasin de Parapluie, che inizia in modo ironico con la ripetizione della stessa battuta e linea melodica: la ragazza immagina la risposta che la madre le darà vietandole di sposarsi, il che avviene puntualmente un secondo dopo. Questo brano ha una struttura da madrigale (struttura medievale di 2-3 terzine di identica melodia + ritornello variante), ovvero delle “strofe” uguali per melodia che corrispondono ai momenti più aspri del dibattito madre/figlia, inframezzati da aperture melodiche più dolci e diverse in corrispondenza dei momenti di comprensione reciproca.
A 19.10 inizia Chez Dubourg, le Joallie, inizialmente si tratta di un motivo allegro mentre il gioielliere parla con Roland, i due si intendono bene come dimostra il botta e risposta con uguale melodia. Quando entrano le due la musica diventa un po' più malinconica e la madre parla velocemente alla stregua di un dialogo parlato enumerando le difficoltà economiche. La musica si fa di nuovo distesa quando si trova la soluzione nella persona di Roland, che si offre di comprare la collana della donna. La velocità del cantato rallenta solo in corrispondenza del suo nome, il che fa capire al pubblico che si tratta di un personaggio importante nel film.
A 26.38 inizia Dans le Garage, viene ripreso il triste tema principale: è infatti il momento tragico in cui lei comunica che la madre si oppone all'unione e lui comunica che è arrivata la lettera di leva dell'esercito per andare in Algeria. La dichiarazione d'amore disperato di lei (gli propone la fuga, il nascondimento, dice di preferire la morte alla separazione) è divenuta una celebre canzone con il titolo che riprende una linea del testo, Je ne pourrai jamais vivre sans toi, è stata tradotta in inglese e cantata da innumerevoli artisti americani con il titolo di I Will Wait For You.
I minuti successivi riprendono vari temi precedenti fra cui, al momento della partenza di Guy che chiude la prima parte, il leitmotiv del film.
A 40.30 inizia Dans le Magasin, uno dei brani più lunghi che copre l'intera scena (quasi 5 minuti) e cambia spesso tono, inizia con un atmosfera allegra e ritmata grazie a fiati e contrabbasso per poi diventare dissonante in corrispondenza del litigio madre-figlia che raggiunge l'apice al mancamento di Geneviève quando la madre le prospetta il fatto che Guy può averla dimenticata; qui si raggiungono le note più alte, poi si ridiscende quando la ragazza si riprende ed il suo cauto è appena un sussurro (con musica d'accompagnamento bassissima), infine assume andatura più lenta ed enfatica alla rivelazione della gravidanza della ragazza.
A 48.20 inizia Diner, in realtà è un frammento di un dialogo più lungo tra Roland e la madre di Geneviève, ma è il momento clou in cui Roland chiede la mano della ragazza; è un recitativo cantato molto velocemente per rispecchiare l'emozione dell'uomo nel fare la richiesta.
A 49.20 inizia Recit de Roland, il brano che ha i maggiori connotati della canzone: cantato dal solo Roland accompagnato da una musica romantica, sembra una canzone d'amore di uno chansonnier francese. Inoltre il testo riprende le vicende del precedente film di Demy, Lola, in cui c'era sempre il personaggio di Roland che funge da trait d'union tra i due film.
Nei minuti successivi ci sono vari recitativi che riprendono le melodie fin qui sentite.
A 1.03.00 inizia The Marriage, un breve frammento di musica d'organo che inizialmente pare essere intradiegetica (c'è lo scambio delle fedi), ma poi si rivela essere extradiegetica dato che continua all'uscita degli sposi dalla chiesa.
A 1.04.15 inizia Le Retour de Guy, una variazione del leitmotiv del film in tono più sommesso, che ben si adatta alla cupa atmosfera piovosa che accoglie il ritorno del ragazzo a Cherbourg.
A 1.05.00 inizia Chez Elise, un altro lungo brano (4 minuti) che dura per tutta la scena del ritorno a casa di Guy che si informa presso la malata zia Elise della sorte di Geneviève, di cui non aveva più saputo nulla. Ha un ritmo sempre uguale su cui gli archi intonano una melodia leggermente triste, ma tutta la musica è sommessa per lasciare il posto al dialogo tra i due importante per capire la storia. La musica aumenta d'intensità all'arrivo di Madeleine, facendo presagire il sentimento che finirà per unire i due.
A 1.09.00 inizia Le Garage (Dispute), che riprende il primo tema del garage con lievi variazioni; la sonorità aggressiva del jazz ben si adatta alla sfuriata di Guy che si licenzia.
A 1.11.00 inizia Guy au Cafè, un breve brano che riprende alcuni temi precedenti fra cui il leitmotiv, mentre Guy ha un alterco col gestore del bar; la musica non segue la diatriba ma si mantiene malinconica, come a suggerire le emozioni interiori di Guy di cui vediamo la risultante nei comportamenti esteriori.
A 1.16.00 inizia Duo Guy Madeleine, che copre l'intera scena in cui i due decidono in pratica di vivere assieme dato che sono rimasti entrambi soli (la zia è appena morta). Si inizia con toni lenti e tristi (soffrono entrambi per la perdita, lei sta facendo la valigia per andarsene) e si finisce con toni lenti ma più romantici (Guy la convince a restare).
A 1.18.00 inizia Terrasse du Cafè, il clima è decisamente cambiato: non piove, c'è sole, i due stanno sistemandosi, aprendo la stazione di servizio, tutto va per il meglio; la musica è allegra e vitale; poi cambia quando Madeleine gli chiede se abbia davvero dimenticato Geneviève, lui assicura di sì e gli chiede di sposarlo, la musica torna più allegra come a inizio brano, pur mantenendo un ritmo disteso.
A 1.21.00 inizia La Station Service, che apre l'epilogo finale, è il tema allegro che precede il gran finale che riprende il leitmotiv. E' un tema jazz sommesso sulla cui base ritmica sempre uguale ci sono degli assoli di pianoforte.
A 1.23.00 inizia Final, che riprende il leitmotiv dell'amore impossibile e finisce su note solenni ad alto volume, sancendo la fine dell'impossibile storia d'amore tra i due Alla melodia sia aggiungono stavolta un'arpa ed un coro che seguono la melodia principale, rendendolo simile al finale di una fiaba, effetto accentuato anche dall'abbondante nevicata e dall'atmosfera natalizia: la favola finisce, inizia la vita vera.
Voto: 3,5/5
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