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Jacques Le Goff

Creato il 02 aprile 2014 da Pim

Jacques Le GoffIl suo nome mi suonava familiare sin dai banchi del liceo, insieme a quelli di Bloch e Auerbach. Ed è stato piacevole ritrovarlo nei miei studi più recenti, come un vecchio compagno il cui ricordo rimaneva sospeso nella memoria in attesa di tempi nuovi. Mi appassionava il suo metodo di ricostruire la storia attraverso un'impostazione interdisciplinare che comprendeva sociologia, psicologia (soprattutto), economia, arte, scienza, religione. Secondo questa visione, per una reale comprensione degli avvenimenti la ricerca doveva indagare i modi di pensare e agire collettivi, come viene a formarsi una “mentalità” e come essa influenzi scelte, comportamenti, atteggiamenti. La storia della mentalità, in quanto campo di studi autonomo, si coagulò intorno alla rivista Annales d’histoire économique et sociale di cui Le Goff fu direttore. Molti autori (soprattutto di orientamento marxista) rilevarono i limiti di tale visione, sostanzialmente interclassista, che tendeva a ridurre i fatti sociali a fatti psicologici. Le Goff precisò che era invece possibile individuare le classi e le mentalità di classe attraverso lo studio della sensibilità collettiva. Il suo L’Europa raccontata ai ragazzi - un piccolo saggio che spiega il senso di un’Europa unita e la fortuna che abbiamo di viverci - dovrebbe costituire una lettura obbligatoria, soprattutto di questi tempi. E non soltanto per i ragazzi.


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