Impegni a lungo termine nel Belpaese per il direttore d’orchestra americano, che dall’ottobre 2016 sarà il direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Nato a New York nel 1950 James Conlon, che subentra al boemo Jurai Valcuha, è il primo americano designato alla guida dell’orchestra torinese e con una carriera divisa tra gli Stati Uniti e l’Europa riuscirà senza dubbio a portare un valore aggiunto nel corso della sua permanenza in Italia, per una serie di motivi.
Dirige a Torino, come direttore ospite, già dal 2009, continua i suoi impegni con la Los Angeles Opera e conosce bene l’Opéra di Parigi, Roma, Colonia e Rotterdam, oltre che New York e le maggiori produzioni sinfoniche e liriche.
Il maestro “versatile”, come lo ha definito il New York Times, ha cominciato a fare le prove generali di permanenza stabile in Italia a partire dallo scorso 1 gennaio, quando ha diretto a Venezia il tradizionale Concerto di Capodanno presso il Teatro La Fenice, giunto quest’anno alla tredicesima edizione.
In merito al lavoro che svolgerà a Torino, Conlon assicura un repertorio vasto, in grado di spaziare dal barocco alle composizioni più recenti – come ha dichiarato a Sistema Musica – e lo fa con il grande pregio di saper comunicare. Con la stampa, con i musicisti e con gli spettatori, soprattutto.
Ho sempre ritenuto che per avvicinare un pubblico giovane alla classica fosse necessario invogliare all’entrata in un teatro in maniera proattiva e James Conlon è uno di quei direttori che a Los Angeles, prima di dare le spalle al pubblico e cominciare a dirigere, discute con chi ha di fronte, in una sorta di lezione, spiegando l’origine e la storia che c’è dietro a ciò che i suoi musicisti si accingono ad interpretare. Perché se è vero che la passione per la classica affonda probabilmente le sue origini in un passato lontano ed è, in molti casi, legata agli stimoli che arrivano dal contesto familiare, ammettiamo anche che favorire l’interesse e sensibilizzare all’ascolto rimangono, da sempre, le missioni (quasi) impossibili delle orchestre.
In un sorprendente italiano e con un’appassionata dialettica, Conlon ha ammesso più volte e senza fatica la sorpresa che prova di fronte alla bellezza di cui si contorna l’Italia ma non nasconde di aver scoperto tardi Torino, la città che lo ha scelto.
Musicalmente confessa il suo amore profondo per Mozart e nel corso della sua carriera ha sempre dimostrato una particolare sensibilità verso le composizioni degli anni dell’Olocausto e verso le opere di quei compositori perseguitati nel periodo del regime nazista.
Tra questi l’austriaco Franz Schreker, le cui opere furono eliminate perché ritenute “musica degenerata” in quanto prodotta da un ebreo. Scheker è stato omaggiato proprio qualche settimana fa a Torino con l’esecuzione diretta da Conlon di Kammersymphonie in un movimento, nel primo concerto che il maestro ha diretto dalla notizia della sua nomina.
Written by Irma Silletti