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Jan fabre "stigmata" al maxxi a roma: altamente sconsigliato!

Creato il 16 ottobre 2013 da Fabrizio64

 
“La galleria 4 del Maxxi (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) nella Capitale (via Guido Reni, 4) ospita la retrospettiva “Stigmata” dedicata a Jan Fabre (Anversa, 1958), dal 16 ottobre 2013 al 16 febbraio 2014 .
Artista visivo e di performance, sceneggiatore e autore teatrale, Fabre è noto nel panorama internazionale  per la sua opera innovativa e versatile. Nella mostra curata da Germano Celant, disegni, fotografie, modelli di studio (“thinking models”) e filmati ricostruiscono la sua produzione artistica dalla seconda metà degli anni settanta ad oggi.
Affascinato dal corpo umano Fabre scopre la performance anche attraverso le pitture  dei Maestri fiamminghi.
Considera la pratica della performance come una “per-for-azione” del corpo per esplorare le possibilità e i limiti. Fabre inizia, così, a usare il proprio corpo come strumento di un percorso artistico che lo porterà a disegnare con il suo sangue già nel 1978.
Nel corso della sua attività performativa l’Artista mette in atto una serie di azioni sperimentali e irriverenti: brucia soldi veri; ricopre ossessivamente  con l’inchiostro blu di una penna biro tutte le superfici di una galleria d’arte, inventando la Bic Art; invita critici d’arte e giornalisti a sparargli addosso consegnando loro alcune pistole, di cui una realmente armata con una pallottola; realizza performance che durano ore e giorni con altri artisti, filosofi e scienziati, tanto da scappare dal museo Louvre di Parigi al grido di: ” Il Louvre è la più bella prigione di Francia!”.
La Performance Art è il desiderio di liberare il corpo e conduce Fabre al teatro sin dall’inizio degli anni 80’. I lavori This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982) e The power of theatrical madness (1984) lo hanno consacrato come uno dei fondatori del teatro post-drammatico.
Jan Fabre è’ riconosciuto nello scenario europeo e di oltreoceano come un “servitore della bellezza” che persegue  con successo una ricerca originale  in differenti campi comunicativi ed espressivi.”.
Utilizzando adesso parole di verità,  l’artefice di quanto esposto al Maxxi è un grave disturbato mentale e assuntore (almeno nel passato) di sostanze stupefacenti, qualificato da alcuni operatori del settore – sfregiandone il profondo significato – “Artista”, definendo parimenti  “Arte” le perversioni e il lerciume da Fabre rappresentati in un contesto disgustosamente da incubo.

Fabrizio Giulimondi

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