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Jan-Michael Vincent
interpretava il ruolo del protagonista Matt Johnson, figura ispirata alla leggenda del surf Lance Carson, che il regista John Milius ha avuto l'onore di osservare nella Malibu degli anni'50.
l'allora giovane promessa del cinema statunitense era perfetto per quel ruolo, così bello, biondo, fisicato, una cartolina vivente della California da esportazione, ma "Big Wednesday" non è un film da cartolina, bensì una malinconica celebrazione di un periodo dorato che volge al termine, il resoconto di una generazione in fase di transizione che non può più soltanto pensare a divertirsi fra le onde, perchè c'è la chiamata per il Vietnam, perchè si deve, in ogni caso, diventare adulti.
Io non sono un appassionato di surf, non mi piace tanto neanche il mare, ma la frequentazione di amici che sono cresciuti con il suo derivato a rotelle, lo skateboard, mi porta a vedere in quel film una perfetta rappresentazione di quello che significa quella tavola (su strada o su mare non fa differenza), e cioè la genuina voglia di aggregazione di persone NON allineate, gente che più che un tipo inusuale di sport incarna una controcultura, perchè trascinata dall' indole, non per seguire una moda.
Quei ragazzi del "mercoledì da Leoni", che le inventavano di tutti colori per farsi riformare alla visita militare, ma che allo stesso tempo prendevano per il culo gli hippies che proliferavano negli anni '70, sono gli stessi di quelli che cercano in città delle scale da saltare, indifferenti verso chi li trova vandali e verso ogni convenzione ed etichetta, sempre in sparuta minoranza, mentre nel frattempo la Bear ha il negozio pure all'outlet a Barberino e le Vans le trovi da Universo Sport...
Non so che fine abbia fatto Jan-Michael Vincent, di certo non ha rispettato le previsioni di successo del'epoca, lo ricordo decorosamente invecchiato in un cameo di qualche anno fa nel bellissimo "Buffalo 66", diretto da un altro inetichettabile talento come Vincent Gallo, sicuramente meglio è andata al regista John Milius, che l' anno successivo a quella sbornia di Surf, trovò l'apice della sua già iniziata carriera di sceneggiatore con lo script di "Apocalipse Now", meritandosi così un posto intoccabile nella storia del cinema.
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