Magazine Diario personale
Dimenticarsi ormai di ciò che fu così caro, affogare fino in fondo nel Lete del vino, smettere di rivolgersi a un Dio così lontano scordare anche quest’ora di oblio. Non chiedere che cosa si trova oltre lo sguardo, non ascoltare i silenzi dell’ovest, da cui l’infinità del tempo ci chiama, non implorare la luce che svanisce nelle tenebre, non tacere, solamente gridare ad alta voce: “È assurdo!”. Affogare nei vortici del Lete del vino prima che il tramonto si esprima in nostalgia come quando il fiume nel suo fruscio ricorda e il macigno sul ciglio tutto registra.