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Jane Chrisholm: La Natività

Creato il 15 dicembre 2012 da Martinaframmartino

Jane Chrisholm: La Natività

Natale si avvicina. Indipendentemente dalla fede di ciascuno, viviamo in un paese di matrice cattolica e questo influenza le nostre vite. Tanto per dirne una, i nostri figli hanno un lungo periodo di vacanze dalla scuola e noi dobbiamo vedere come gestire loro e le giornate, visto che invece il lavoro non si ferma quasi per nessuno. La religione condiziona così tanto le vite anche dei non credenti che non capisco come si possa ignorarla come se non esistesse. Starne lontani sì, ma almeno avere una qualche idea di cosa sia. E scegliere di non far frequentare l’ora di religione a un bambino delle scuole elementari – a meno che non appartenga a una religione diversa, e l’ateismo non è una religione diversa – mi sembra privo di senso. È un’ora di cultura religiosa, non di catechismo. E i genitori che non dicono nulla al bambino riguardo a Gesù cosa raccontano riguardo alle vacanze, che è la festa del Comune che così risparmia sul riscaldamento nelle scuole? E quegli strani grandi edifici che a volte troviamo nelle nostre vie sono forse dormitori pubblici?

Alla scuola di Alessia il Comitato Genitori ha inviato una lettera alla direzione affermando che “l’istituzione scolastica non possa sponsorizzare e neppure dare notizia di eventi di natura religiosa perché in questo modo lede i diritti delle famiglie non credenti e di quelle che – pur credendo – sostengono la laicità della scuola”. Mamma mia come mi sento lesa per una comunicazione sulla festa di Natale nella quale una riga spiegava che i bambini del coro (quindi non tutti ma solo i bambini che hanno scelto di farne parte) avrebbero partecipato a una funzione per festeggiare il Natale, funzione alla quale naturalmente non c’era nessun obbligo di partecipazione. Questi sì che sono problemi seri, altro che l’amianto presente nel pavimento della mensa che secondo il comune non è pericoloso e che ogni anno dichiara che sarà bonificato nel corso dell’estate. Spero che non stessero parlando della prossima estate nei Sette Regni, altrimenti con i ritmi di scrittura di George R.R. Martin la bonifica arriverebbe dopo la laurea di entrambe le mie bimbe. E la seconda va ancora alla Scuola Materna.

Perché questa digressione? Semplice, perché io non so andare dritta al punto e prendo sempre la via più lunga. E indipendentemente dalle convinzioni religiose di ciascuno credo sia giusto raccontare almeno a grandi linee qualcosa sulla nascita di Gesù. Che poi fosse figlio di Dio, che sia morto e risorto, è un altro discorso che nulla ha a che vedere con una cultura personale di base che può anche diventare un notevole arricchimento personale.

Vi siete resi conto che gran parte dell’arte italiana degli ultimi due millenni è arte religiosa? E come si può apprezzarla al meglio se non si sa perché un gruppo di pastori si è inginocchiato davanti a un banbino? Questa non è fede, è cultura, e se vogliamo preservare e valorizzare il nostro patrimonio artistico è una cultura che dobbiamo avere. Possibilmente fin da piccoli.

Non per niente ho comprato La Natività della collana Libri stickers della Usborne. Il volumetto, solo una quindicina di pagine più gli adesivi, è stato realizzato da Jane Chrisholm in collaborazione con la National Gallery di Londra.

Ovviamente quella narrata è la storia di Gesù, non se ne può prescindere. L’annunciazione, il viaggio verso Betlemme, la nascita, l’adorazione dei pastori, il viaggio dei Magi e l’adorazione dei Magi sono le tappe di questo cammino d’arte. Perché quello che per me è importante è ammirare i dipinti e vedere come ciascun artista possedesse un proprio stile e si sia soffermato su dettagli diversi. Simone Martini, Beato Angelico, Peter Bruegel, Lorenzo Lotto, Georges de la Tour, Piero della Francesca, Benozzo Gozzoli e tantissimi altri hanno contribuito a creare il nostro immaginario con la propria arte.

Come dico sempre alle mie bimbe, ciascuno ha il proprio stile e non esiste un modo giusto e uno sbagliato per disegnare se si riesce a fare ciò che si desidera. Quando erano preoccupate che i loro disegni fossero solo scarabocchi io facevo vedere loro i quadri di Jackson Pollock. Poi siamo passati a Vassily Kandinsky, e ultimamente, dopo la fase Mondrian, i personaggi di Ilaria hanno una somiglianza inquietante con il protagonista dell’Urlo di Edvard Munch. Va bene così, apprezziamo gli artisti, e per apprezzarli meglio dobbiamo sapere cosa hanno raffigurato. Attacchiamo gli adesivi, giochiamo a scoprire i particolari, e intanto educhiamo l’occhio alle cose belle.

Un estratto: http://seeinside.usborne.com/default.asp?id=6827&site=12



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