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Jane e le sue "creature", dopo la parola fine (1)

Creato il 11 giugno 2011 da Lizzys @lizzysylvia66
Jane Per creature intendo, ovviamente, i personaggi che la fervida e brillantissima mente di Jane Austen ha partorito, regalando al mondo e all'eternità dei tipi psicologici e sociali di altissimo valore universale.
Dalla biografia scritta nel 1869 dal nipote James Edward Austen-Leigh, A memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen), e dalle lettere della stessa Jane sopravvissute al rogo censorio di Cassandra, oggi abbiamo molte notizie (per quanto non riusciremo mai a trovarle sufficienti!) sui fatti privati che hanno accompagnato la genesi delle sue opere letterarie.Forse, la più curiosa e toccante per me è quella riguardante il rapporto tra Jane ed i romanzi che scriveva, ma soprattutto con i suoi personaggi dei quali aveva immaginato la vita anche dopo le vicende narrate ai lettori.
Si può dire che viveva con i suoi personaggi, ogni giorno, dal momento in cui li creava con la sua penna: ne parlava alla sorella Cassandra e ai nipoti, a chiunque le facesse domande sui romanzi.

Jane

Jane (Anne Hathaway) dal film Becoming Jane


Proprio le sue lettere confermano questa sua convivenza simbiotica con le sue creature perché  scriveva di loro con la stessa partecipazione con cui parlava di persone reali.
Nel post Dov'è il ritratto di Mrs Darcy? ho già raccontato di come, ad esempio, in una lettera alla sorella Cassandra, Jane parli delle due maggiori sorelle Bennet, Mrs Bingley e soprattutto Mrs Darcy, e della ricerca dei loro ritratti durante la visita ad alcune mostre di pittura.

Jane

Il leggendario tavolino di Jane, nella sua casa di Chawton


Ebbene, nella biografia di J.E. Austen-Leigh, molti passi sono dedicati a questo particolare attaccamento “post-romanzo”: per la maggior parte, si tratta di citazioni dalle lettere.
Ma c'è anche un famoso frammento della memoria dell'autore di questa biografia, tutto incentrato su questo argomento, così prezioso per noi lettori, ammiratori e, in fondo, studiosi dell'arte di Jane Austen. Ed è un ricordo familiare e privato di inestimabile valore pubblico.
Si trova al capitolo X (pag. 144 dell'edizione italiana, Sellerio, 1992) e ve lo riporto integralmente, anche nell'originale inglese (il grassetto dei nomi proprio è mio).
Se glielo chiedevamo, ci raccontava molti particolari della vita dei suoi personaggi oltre il romanzo. Così ci disse che Miss Steele non ebbe successo nel suo tentativo di acchiappare il dottore; che Kitty Bennet si sposò bene, vicino a Pemberley, con un ecclesiastico, mentre Mary non ottenne niente più di un impiegato di suo zio Filippo e si contentava di brillare nella società di Meriton; che la "considerevole somma" data dalla signora Norris a William Price era una sterlina; che il signor Woodhouse era sopravvissuto al matrimonio di sua figlia, e li aveva trattenuti dallo stabilirsi a Donwell per due anni; che la lettera messa da Frank Churchill davanti a Jane Fairfax e che lei spazzò via senza leggerla conteneva la parola  "perdono". Della buona gente di Northanger Abbey e Persuasione non sappiamo niente di più di quel che è stato scritto: prima che quelle opere fossero pubblicate, l'autore ci era stato strappato, e tutte quelle divertenti comunicazioni erano cessate per sempre.

Jane

Jane (Olivia Williams) dal film Miss Austen regrets


She would, if asked, tell us many little particulars about the subsequent career of some of her people.  In this traditionary way we learned that Miss Steele never succeeded in catching the Doctor; that Kitty Bennet was satisfactorily married to a clergyman near Pemberley, while Mary obtained nothing higher than one of her uncle Philip’s clerks, and was content to be considered a star in the society of Meriton; that the ‘considerable sum’ given by Mrs. Norris to William Price was one pound; that Mr. Woodhouse survived his daughter’s marriage, and kept her and Mr. Knightley from settling at Donwell, about two years; and that the letters placed by Frank Churchill before Jane Fairfax, which she swept away unread, contained the word ‘pardon.’  Of the good people in ‘Northanger Abbey’ and ‘Persuasion’ we know nothing more than what is written: for before those works were published their author had been taken away from us, and all such amusing communications had ceased for ever.

Questo era il legame tra Jane Austen e le sue creature, un legame profondamente immerso nella sua vita quotidiana e sollecitato da tutti coloro che le stessero vicino o avessero occasione di avvicinarla, a dimostrazione dell'interesse che fin da subito il suo microcosmo era riuscito ad accendere.La nostra ossessione affettuosa per i personaggi austeniani e le loro vicende, dunque, non è un inconsistente fanatismo ma ha una giustificazione: innanzitutto, nella grandezza dell'opera austeniana ma anche e soprattutto ha un precedente eccellente, l'Autrice stessa!

Jane

Ritratto di Jane (acquerello eseguito da Cassandra, 1804)

Si potrebbe persino dire, azzardando e portando tutto alle estreme conseguenze, che Jane Austen abbia involontariamente dato il via alla girandola irrefrenabile delle opere derivate dai suoi romanzi, quasi inventando addirittura dei canovacci ad uso dei posteri!
(Sì, noi posteri ci siamo fatti un po' prendere la mano, uscendo decisamente dal tracciato, talvolta!)
Non mancherò di tornare su questa vita post-romanzo dei personaggi austeniani perchè la stessa biografia di J.E. Austen-Leigh e le lettere di Jane Austen sono piene di meravigliosi, semplici, affettuosi pensieri rivolti a loro.
Note:- l'immagine all'inizio del post è di agussballester.deviantart.com
- Le Lettere di Jane Austen sono state tradotte in italiano in due edizioni: di Costa&Nolan e di Giuseppe Ierolli (ilmiolibro.it).
- L'edizione originale delle lettere da molti considerata come la più completa e filologicamente corretta è Letters of Jane Austen, di Deirdre LeFaye e R.W.Chapman, ed. Oxford University Press.
- Una raccolta delle lettere è disponibile online sul sito Jane Austen.it (in italiano + testo inglese a fronte)

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