Titolo: Jane Eyre
Autore: Charlotte Brontë
Anno: 1847 (Prima Edizione Originale)
Eccomi qui, di nuovo, a scrivere di una pietra miliare della letteratura. Sarà arduo anche questa volta, dopo essermi confrontata con un capolavoro come Orgoglio e Pregiudizio, riuscire a parlare degnamente di un altro splendore: Jane Eyre.
Charlotte Brontë diede vita a questo racconto scegliendo la forma autobiografica. L'io narrante è la giovane Jane che parla al lettore delle sue peripezie, della sua crescita morale e del suo destino.
Un romanzo di oltre settecento pagine che scorre veloce lasciando il lettore appagato e affascinato dalla complessità dei personaggi, dalla perfetta ambientazione e dalla profondità delle emozioni che la Brontë riesce a far vivere attraverso le vicende della sua protagonista.
È un'ardua sfida, ma provo a riassumervi la trama:
Dopo la morte di entrambi i genitori, Jane Eyre viene affidata allo zio paterno che promette di crescerla con amore. Purtroppo poco dopo anche lo zio della bambina muore ed ella resta con la zia e i cugini, tutti poco inclini a volerle bene e, anzi, presi dalla smania di vessarla. Ben presto la piccola dimostra il suo carattere deciso e la sua forza d'animo, al punto che la zia decide di non tener fede alla parola data al marito morente e la affida a un istituto per bambine senza famiglia. Qui Jane subisce angherie d'ogni genere e cresce di stenti. Molte delle sue compagne muoiono di tifo, la sua migliore amica viene portata via dalla tubercolosi, ma lei non si arrende e rafforza il suo carattere e la sua determinazione fino al diploma. A questo punto, ormai donna, Jane diviene lei stessa insegnante nell'istituto, fino al giorno in cui decide di andare via. Pubblica un annuncio di lavoro che viene accolto dal nobile Mr. Rochester, il quale le offre un posto di istitutrice per la sua figlioletta Adele.
Jane arriva a Thornfield Hall in assenza del padrone di casa e inizia a lavorare con la piccola Adele e ad abituarsi alle abitudini della nuova dimora. Tutto cambia quando Mr. Rochester fa ritorno a casa. Lo scontro – incontro fra i due nella nebbia della sera, cambia le vite di entrambi. Jane si sente attratta e spaventata allo stesso tempo dal burbero e sagace datore di lavoro, mentre lui è subito affascinato dall'intelligenza e dalla forza di spirito della giovane.
Non vi racconterò i dettagli da qui in poi, la storia bisogna leggerla. Vi basti sapere che non si tratta di un semplice romanzo d'amore, la Brontë mette in gioco molto più di questo. Ci parla di tormenti, di contraddizioni, di evoluzione dell'animo. Tutto ciò passando attraverso dialoghi sagaci e stimolanti nonché atteggiamenti caratteriali dei protagonisti che li rendono più che concreti agli occhi del fruitore, nella mente dei quali rimarranno indelebili.
Charlotte Brontë pubblicò Jane Eyre nel 1847. Fu il suo secondo tentativo nella narrativa, ma il primo ad essere pubblicato.
Il professore, il suo primo romanzo, fu infatti rifiutato dall'editoria e pubblicato solo postumo. Leggendo la biografia di Charlotte, viene da pensare che la prima parte di Jane Eyre, quella cioè che riguarda la sua fanciullezza, sia autobiografica.
Terza di sei figli, ella rimase infatti orfana di madre in giovanissima età. Le cinque sorelle e il fratello furono affidati dal padre alle cure di una zia materna, ma poi quest'ultima mandò Charlotte e tre delle sue sorelle in un istituto di carità, dove le piccole vissero tra stenti e afflizioni e dal quale uscirono vive solo Charlotte e la sorella minore Emily. Questo racconto lo riviviamo attraverso le sue parole nella prima parte di Jane Eyre.
Di questo romanzo sono state fatte decine di trasposizioni cinematografiche e televisive. A mio modesto parere la più riuscita e fedele è la miniserie televisiva messa in onda nel 2006 dalla televisione inglese. In quattro puntate (due quando fu trasmessa in Italia) e circa tre ore e mezzo di durata, la miniserie narra fedelmente l'intero romanzo ed è ben interpretata dagli attori che rivestono i ruoli dei due protagonisti: Toby Stephens (Edward Rochester) e Ruth Wilson (Jane Eyre).
Anche nella seconda parte della sua vita Charlotte Brontë non ebbe gran fortuna. Innamorata non ricambiata di un suo professore, fu poi costretta dal padre a sposare un reverendo. Morirà un anno dopo, appena trentanovenne, in attesa del suo primo figlio.