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Ho conosciuto M. C. Beaton, come forse la maggior parte dei suoi lettori, grazie al primo volume della serie di Agatha Raisin, Agatha Raisin e la quiche letale, questa donna londinese che si reinventa investigatrice privata nel piccolo paesino in cui ha deciso di trasferirsi una volta in pensione. Mi era piaciuto molto, per la sua scorrevolezza, la sua sottile ironie e il grande tributo fatto alla regina del giallo. Non ho però poi letto altro di questa serie, un po’ perché non ci sono state più offerto sui suoi ebook e non mi andava di comprare in cartaceo un secondo volume, un po’ perché temevo molto l’effetto ripetitività.L’anno scorso ho però letto L’avaro di Mayfair, primo episodio della serie 67 Clarges Street, che racconta attraverso le vicende di una casa e dei suoi abitanti, la società londinese di inizio ‘800. Il libro mi era piaciuto molto, al punto da decidere quest’anno di tornare in quegli ambienti, con Jane la bruttina.
Jane si potrebbe definire una ragazza insignificante. È intelligente e curiosa, sì, ma si sa che a quel tempo nell’alta società più che l’intelligenza nelle donne si guarda la bellezza e il portamento. E Jane ci può fare proprio poco. Anche perché sua madre, Mrs Hart, è tutta dedita alla figlia maggiore, la bellissima Euphemia, pronta a fare il suo debutto nella società londinese. È proprio per questo che la famiglia Hart arriva a Londra, prendendo in affitto per la stagione dei debutti la casa al 67 di Clarges Street, con tutta la sua servitù. Jane, con i suoi modi di fare e la sua spontaneità, riesce ad attirare l’attenzione di Lord Tregarthan, un uomo un po’ più anziano di lei e famoso per la sua allegria in faccende amorose. L’uomo si sente molto protettivo nei confronti di Jane e, quando la ragazza decide di indagare sulla misteriosa morte di Clara, passata inquilina della casa trovata morta in un parco poco distante apparentemente senza motivo, Lord Tregarthan decide di aiutarla. Ma non è questo l’unico rapporto che nasce nel corso del libro: anche il maggiordomo Rainbird è in fermento, e così Joseph e la piccola Lizzie. Riuscirà questa volta la casa a togliersi di dosso la sua sfortuna?
Avevo proprio voglia di tornare al 67 di Clarges Street a Londra a vedere come se la stavano passando i suoi domestici, dopo le avventure di L’avaro di Mayfar. Avevo voglia di immergermi di nuovo nella vita londinese di inizio ‘800 attraverso le parole di M.C. Beaton e il suo buffo e originale modo di raccontare la società, senza critiche eccessive ma anche senza sconti per nessuno.Leggendo Jane la bruttina mi sono divertita molto, ancor di più che con il primo libro, forse perché la stessa Beaton ha acquisito più confidenza e ha osato un po’ di più, mescolando sapientemente più elementi, dalla critica dell’alta società londinese ai riscatti famigliari, dalla trama gialla a quella rosa, così da creare uno spaccato fedele dell’epoca.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, a partire dalla povera Jane sempre bistrattata a tutti i membri della servitù, che pur non avendo legami di sangue dimostrano più di tutti di essere una vera grande famiglia.
È un libro leggero, scorrevole e davvero molto piacevole da leggere, che racconta una Londra forse già raccontata più volte da altri, ma in modo diverso, ironico al punto giusto. E non vedo l'ora di leggere anche tutti gli altri!Assolutamente consigliato!
Titolo: Jane la bruttinaAutore: M.C. BeatonTraduttore: Simona GaravelliPagine: 197Editore: AstoriaAcquista su Amazon:formato brossura:Jane la bruttina. 67 Clarges Streetformato ebook: Jane la bruttina
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