“Il prezzo del gas che paghiamo oggi alla Russia è il più alto d’Europa, – ha esordito Janukovic – perchè con i costi di trasporto e altre spese raggiunge i 620 dollari per ogni 1000 metri cubi: un prezzo improponibile per famiglie e imprese. Dobbiamo perciò cercare di trovare un’alternativa alle forniture russe, pur confermando il ruolo di Mosca come nostro partner strategico”. Un atteggiamento ambiguo quello del presidente ucraino, che sottolinea di non voler rompere in alcun modo i rapporti commerciali con la Russia ma contemporaneamente ribadisce il suo impegno per un’integrazione europea del suo Paese.
Janukovic è sembrato preoccupato per le chiusure dell’Ue verso l’Ucraina per via della questione Timoshenko, e ha cercato di rasserenare il clima tirando in ballo un tema come le forniture energetiche, diventato ultimamente spinoso per via dei ritardi nell’avvio dei lavori per il gasdotto comunitario Nabucco, che dovrebbe trasportare gas dal Medioriente fin nel cuore dell’Ue. E se veramente Janukovic vuol tagliare il cordone ombelicale energetico che lega Kiev a Mosca, proprio un futuro accordo di fornitura con l’Europa potrebbe rassererenare il clima con Bruxelles. Ma le incognite restano due: quando ciò sarà fattibile, visto che i lavori di costruzione di Nabucco tardano a partire, e come il Cremlino reagirebbe dinanzi ad un simile strappo.
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