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Japón

Creato il 17 luglio 2012 da Pim

(Pubblicato su Blu Agorà Caffè l’8 luglio 2004)

Japón
Un uomo lascia Città del Messico per dirigersi verso l’interno del Paese, una zona dirupata di villaggi abbarbicati alle pietre dove mancano luce e acqua corrente, e qui prepararsi a morire. In un canyon selvatico e scosceso trova alloggio presso un’anziana vedova meticcia, la cui infinita umanità lo aiuterà a ritrovare qualche motivo di nuova speranza.

Immagini di rovina e disfacimento caratterizzano tutto il film. Altipiani fuori dal mondo, villaggi sperduti, animali ammazzati, facce desolate, erotismo repulsivo. Il passo è lentissimo, scandito da sguardi inerti, gesti rappresi, silenzi interminabili. Aleggia una sensazione di sospensione temporale, di mancanza di riferimenti, d'attesa frustrante, metafora di una condizione dell’animo che va a chiudersi in un morboso cupio dissolvi. Sottolineato e prolungato dalla fotografia slavata, dalle immagini sgranate, dai fuorifuoco, da pianisequenza trasognati e panoramiche controluce.

La stanchezza del vivere si confronta però con la forza mite e caritatevole della vecchia Ascen, la quale ripone la sua fede nel perdono e nel sacrificio di sé. Che, forse, contribuirà a ridare senso a ciò cui l’uomo voleva sfuggire per sempre.

Non è facile orientarsi in questo nulla dolente e polveroso. Anzi, ci s’immerge con il protagonista nel suo attonito vagabondare e ci s’incanta davanti alla spiritualità ingenua ma salvifica della donna. Japón è un film scabro, ostico, prolisso, eppure intenso, coraggioso nella sua enigmatica essenza.

Una provocazione da raccogliere e da vedere.

Japón, di Carlos Reygadas, con Alejandro Ferretis, Magdalena Flores (Messico, 2002, 130’). Vincitore della Camera d'Or al 55º Festival di Cannes.


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