Ha svaligiato 28 abitazioni private (9 volte con i residenti al loro interno) molestando una ragazza 17enne in un'occasione. Ha rubato fucili e pistole da un negozio di armi. È responsabile della morte di due donne, trovate morte all'interno di una macchina rubata a cui era stato dato fuoco, e fortemente legato all'uccisione di altre tre.
Questo è il résumé criminale di Jason Scott (nella foto), un ragazzotto di colore oggi trentenne, arrestato sul finire del 2009 e da alcuni considerato come "one of America's most infamous killers" (uno degli assassini più infami d'America).
Ma non ci sarà modo di poter incollare ufficialmente a questo criminale l'etichetta di "serial killer" perché non finirà mai a processo per rispondere delle cinque morti che gli vengono attribuite dagli investigatori.
Scott, già condannato nel 2012 a cento anni di carcere per l'attività criminale su vasta scala che aveva messo in piedi, ha infatti raggiunto un accordo extra-giudiziario con la Pubblica Accusa della contea di Prince George, patteggiando 85 anni di carcere per l'assassinio di Delores Dewitt (42) ed Ebony Dewitt (20), madre e figlia rispettivamente, strangolate nel marzo 2009 all'interno della loro casa a Largo.
Si è preferito risparmiare ai familiari delle vittime la pena e il dolore di tre lunghi e distinti processi (e alle casse della contea i soldi per portarli avanti) visto che Scott di fatto non uscirà mai più di prigione grazie alla condanna ricevuta al processo federale. Molti però non sono soddisfatti di questa decisione, avrebbero voluto il criminale alla sbarra.
L'accordo stipulato prevede infatti che Scott non venga chiamato a giudizio per l'assassinio del gennaio 2009 di Karen Lofton (45) e Karissa Lofton (16), madre e figlia, e per la morte di Vilma Butler (46) ammazzata nel 2008 a Butler.
Ma nè Angela Alsobrooks - State Attorney della contea di Prince George - nè gli investigatori della Polizia coinvolti nel caso hanno dubbi sulla "paternità" di Jason Scott su questi orrendi crimini.
"He’s the worst that we’ve ever seen" (è il peggiore che io abbia mai visto) ha sentenziato la Alsobrooks. Solo una confessione spontanea del criminale potrebbe sbloccare la situazione e fargli attribuire ufficialmente i cinque omicidi, ma il criminale al momento preferisce tacere.
Jason Scott, in possesso di due master's degree - l'equivalente all'italiana laurea magistrale - è stato "il cervello" dietro una lunga serie di rapine e furti all'interno di abitazioni organizzate e messe in pratica con alcuni complici aiutandosi anche con i dati reperiti all'interno dei database dell'UPS, la nota società di trasporti e consegne per cui il criminale lavorava regolarmente ogni giorno feriale.
L'errore di Scott è stato quello di portare a termine un grosso colpo in un negozio di armi, un reato federale che lo ha messo nei radar dell'ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives): le indagini del bureau hanno poi portato a galla indizi e informazioni che hanno permesso agli investigatori locali - tra i quali Tony Schartner - di collegarlo inequivocabilmente con gli omicidi delle cinque donne.
E questo nonostante Scott, intelligente e informato, fosse riuscito a ingannare i profiler federali diversificando il suo modus operandi nel corso dei cinque omicidi per farli sembrare opera di persone differenti.
"È un serial killer", dice riferendosi a Scott il capo della Polizia della contea Roberto L. Hylton, e noi la pensiamo proprio come lui.
Ecco la copertura sul caso realizzata dal The Washington Post:
In Prince George's, a chilling portrait of a skillful serial killer
Md. man charged in killings is convicted in separate series of robberies
Plea deal for suspected serial killer police say targeted mothers, daughters in Pr. George’s
Case of Pr. George’s man suspected of serial killings leaves police and families unsatisfied