
I fratelli terroristi Chérif e Said Kouachi
9 GENNAIO – Si è interrotta dopo due giorni la scia di sangue e di terrore innescata lo scorso mercoledì dai fratelli terroristi Chérif e Said Kouachi. Barricati all’interno di un atélier che produce cartelli, insegne e stand a Dammartin-en-Goële, nella regione dell’Île-de-France, i due non si sarebbero accorti della presenza di un impiegato, che ha trascorso tutto il tempo nascosto in uno scatolone del magazzino. Da questa mattina, il malcapitato avrebbe sempre comunicato con le forze militari tramite cellulare, facendo attenzione a restare immobile e a non fare rumore. Sentendosi privi di una merce di scambio, i due terroristi avrebbero allora deciso di uscire all’esterno sparando all’impazzata sui militari presenti, finendo colpiti dai proiettili delle teste di cuoio francesi.


piantina delle zone a rischio a Dammartin-en-Goële
Il loro piano era folle ma anche pieno di sbavature, errori, inesattezze. Dalla scarpa che uno dei fratelli perde uscendo dalla Citroën per entrare nella sede di Charlie Hebdo ai documenti di identità abbandonati nella vettura, tutto indica grossolanità e scarsa dimestichezza. Questo nonostante la militanza di Chérif nelle file yemenite di Al Qaeda. Eppure tanto è bastato per distruggere per sempre la vita di decine di persone, mobilitando 88mila soldati per una caccia all’uomo frenetica e disperata. Una caccia all’uomo che, agli occhi del mondo, svela tutta la fragilità del sistema di sicurezza europeo contro il terrorismo.

Amedy Coulibaly e la moglie Hayat Boumeddiene
Dalla violenza nasce nuova violenza, dall’odio altro odio. Chéfir e Said sono stati subito emulati da un altro estremista, Amedy Coulibaly. Reduce dall’assassinio di una poliziotta a Montrouge; alle ore 13 di oggi Coulibaly si è asserragliato con la moglie in un negozio ebraico, sempre a Parigi, prendendo in ostaggio altre 6 persone, tra le quali anche un bambino di pochi mesi e sua madre. Ha immediatamente rivendicato la morte dell’agente di polizia ed ha chiesto la liberazione dei fratelli Kouachi. Risultato: 4 ostaggi morti, deceduto anche l’attentatore. Nelle stesse ore, alcune bombe sono esplose contro un kebab a Lione e contro la moschea di Le Mans. Un clima da guerra civile o peggio, religiosa.



Silvia Dal Maso
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