Sarà stata la suggestione dei mille odori avvertiti tra le pagine di questo libro, oppure l'incredibile spaesamento provato a contatto con le sinestesie magistralmente utilizzate, fatto sta che ciò che Il Profumo mi ha trasmesso è paragonabile ad un senso di umido sulla pelle, come miele dall'odore acre.
"Appiccicaticcio" risulta essere infatti il contatto con i pensieri del protagonista, spesso turpi e vili e che finiscono, volente o nolente, per contaminarti.
Una contaminazione non solo negativa ma a volte vergognosamente piacevole perché, per un qualche strano motivo, finiamo per restare affascinati da Grenouille.
Ecco, quest'insignificante omuncolo è il miele di cui parlavo prima.
Sebbene non abbia odore (cosa che lo qualifica come "figlio del diavolo" presso una delle sue prime balie), quest'apprendista profumiere è da me incredibilmente associato a quella sensazione di micro granuli che produce una cucchiaiata di miele a contatto con il palato; invitante, indefinibile, enigmatica.
Nato nel quartiere più maleodorante di Parigi, Jean Baptiste Grenouille per uno strano scherzo del destino possiede un olfatto sovrumano che gli permette incredibilmente di rintracciare persone anche a diversi kilometri di distanza.
Dopo una serie di avventure più o meno degradanti riesce a farsi assumere come apprendista dal Maitre Baldini, grande profumiere ormai in declino da anni che tornerà in auge grazie al fiuto (è il caso di dirlo) di Grenouille.La chiamo così la sua attitudine a ricercare la perfezione negli odori perché non trovo altri aggettivi per descriverla.
Come poter classificare (o piuttosto giudicare?) il suo freddo e lucido piano di eliminazione di giovani vergini tutte simili tra loro per ricercare il profumo perfetto? Come comprendere appieno il meccanismo mentale che lo porta ad uccidere la giovane ragazza dai capelli rossi per poi annusarla voracemente?
Per non parlare della folle astuzia che gli consente, nel finale, di salvarsi dall'esecuzione capitale scatenando un baccanale che avrebbe fatto invidia a greci e romani.
Grenouille è inafferrabile come il suo essere un senza odore dall'aspetto insignificante. Lo si odia e lo si ama allo stesso tempo chiedendosi perché, in qualche angolo nascosto della nostra mente, si finisca per essere attratti dal suo carattere grottesco.
Ed è qui che entra in gioco l'assoluta genialità di Patrick Süskind, che per tutta la durata del libro è riuscito a costruire, senza mai tradirsi, un personaggio assurdo e unico nel suo genere.
Pagina dopo pagina Grenouille si rivela mai uguale eppure sempre lo stesso, spiazzando il lettore per inventiva, sagacia e malizia.
alla storia li rende un punto essenziale di un mosaico scientemente costruito come perfetto.
Leggendo quest'assurda storia di un uomo che "nel diciottesimo secolo visse in Francia e fu tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure" vi troverete più di una volta ad esclamare: "Ma quest'uomo è un genio!", senza sapere se lo sia Süskind, Grenouille, o se entrambi siano così assurdamente perfetti perché entità artefatte che si reggono l'uno sull'altro.
Calarci nel protagonista di questo romanzo è impossibile, sarebbe un' operazione fallimentare a prescindere ed è indubbio che solo il suo padre naturale potrebbe permettersi quest'azzardo.
Süskind è Grenouille e Grenouille è Süskind.
Noi possiamo soltanto tentare di capirne le aspirazioni e i guizzi emotivi ma il resto, inevitabilmente, resta impalpabile come un unico, grande e inconoscibile enigma.Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.