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Jean Baudrillard riferendosi al “rapimento mediatico” a cui siamo sottoposti ogni giorno parla di “estasi della comunicazione”. Egli ritiene che “l’inesorabile e crudele luce dell’informazione e della comunicazione” avrebbe sottomesso tutte le sfere della nostra esistenza.
L’analisi della società contemporanea di Baudrillard è lucida e “senza scampo”: siamo tutti “abbagliati” da uno “schermo gigantesco” e da un “sovraccarico” di informazioni e “verità molteplici”.
Tutti i giorni siamo “schiavi” di computer, telefoni cellulari, agende elettroniche, banche dati, tablet, portatili collegati in rete etc.: “affoghiamo” in un oceano di immagini, suoni e video e perdiamo la nostra identità e il nostro pensiero, ma soprattutto perdiamo sempre più la nostra libertà e le nostre facoltà intellettive a favore di una passività e un’impotenza che ci rendono controllabili e governabili in modo sempre maggiore.
Tanti “oggetti” diventano le nostre “protesi artificiali” che ci avvicinano sempre più ad “organismi cibernetici” nell’era del “cybercapitale”, come viene definito da Delillo in “Cosmopolis”.
Viviamo in un’epoca di “sovraccarico sensoriale”, in cui assistiamo ogni giorno al “miracolo della tecnologia”, al “miracolo della scienza e della tecnica”.
In questa “epoca di miracoli e chimere” siamo “estasiati” e “ammaliati” come in un mondo fatto di magia e incantesimi, un mondo in cui “follia e nevrosi la fanno sempre più da padrone”.
Un mondo in cui “fittizio” e vita reale si compenetrano creando quella realtà liquida di cui parla Bauman: un mondo in cui ci “immergiamo” “risalendo a galla”sempre più “narcotizzati” dalla “società dell’immagine” che domina ogni ambito della nostra esistenza.
“Estasi della comunicazione”, “estasi dell’informazione”, “visibilio” e “settimo cielo” di tanti individui “affascinati” dai “prodigi” di un sistema-società che ci “soggioga”.