In base al famoso detto secondo il quale “Tira più un pel di fi*a che un carro di buoi in salita”, sempre più frequentemente negli ultimi anni è capitato di incontrare nelle varie pubblicità immagini di nudi più o meno espliciti, doppi sensi o allusioni sessuali. D’altra parte dall’esperienza del passato è stato tramandato chiaro e nitido il messaggio che “bene o male ma l’importante è che se ne parli”. Uno dei precursori (forse inconsapevole) di questo binomio eros-pubblicità è stato a mio avviso Fausto Papetti.
Questo blog raccoglie lettori di varia età e a questo punto mi immagino l’espressione divertita (spero ndr) dei più “anziani” e quella della serie “che pupazzo dici?” dei più giovani. Bè, chi è stato Fausto Papetti lo potete scoprire facilmente cliccando sul link; io posso dirvi come mai tanti della mia generazione lo ricordano ovvero per il fatto che negli anni 70-80 era uno dei pochi insieme al catalogo Postal Market-pagina dell’intimo, che utilizzava per le copertine dei suoi dischi immagini di nudo. E non credo d’esser l’unico a ricordarlo per questo piuttosto che per i suoi brani… E ad onor del vero pare abbia venduto anche parecchio in quegli anni grazie alla sua musica (che peraltro non conosco e non posso giudicare) ma anche sicuramente a qualche tetta e qualche chiappa che non guastano mai.
E chissà che proprio a lui non si sia “ispirato” Jeferson Camillo candidato del Partito Progressista brasiliano, che ha pensato bene di girare per la sua campagna elettorale tre spot a sfondo vagamente porno soft, il tutto in base ad una sua massima diventata anche uno dei suoi slogane elettorali in base al quale [cito]
…la politica è come l’amore o la guerra: tutto vale.
Chissà, forse anche per questo il logo dalui scelto per la campagna elettorale è… bè, giudicatelo voi:
Non rimane che augurare agli amici brasiliani che in caso d’elezione i contenuti e le proposte del suo governo siano un po’ più originali ed un po’ meno copia-modifica(poco)-e-incolla di quelle viste in campagna elettorale.