Autore: Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli
Titolo originale: Mistress of Justice
Pagine: 468
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
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Trama del libro:
La giovane Taylor Lockwood divide le sue giornate tra il lavoro di praticante in un prestigioso studio legale di New York e le serate come pianista jazz nei locali più pittoreschi della città. Ma la sua vita cambia all’improvviso quando uno degli avvocati dello studio, l’intrigante Mitchell Reece, le affida un compito a dir poco delicato: scoprire chi ha rubato il prezioso documento che potrebbe distruggergli la carriera e mandare a rotoli un affare milionario. Sedotta dal fascino dell’imperscrutabile Reece, Taylor accetta l’incarico. Ma più scava nei segreti della Hubbard, White & Willis, più la posta in gioco si fa alta: perché qualcuno è disposto a tutto pur di veder realizzati i propri sinistri piani, e la sete di verità che sprona Taylor a proseguire nelle indagini rischia ogni ora di più di esserle fatale. In una New York torbida e scintillante, tra i jazz club pieni di fumo e gli asettici palazzi in cui si gioca la spietata partita del potere, il grande Deaver dà vita a un thriller pieno di personaggi e situazioni inedite, di tensione e di atmosfera. Commento personale e recensione:
Non è la prima volta che inciampo in questi trabocchetti editoriali, e non è la prima volta che mi capita con Deaver. Una volta divenuto famoso e di successo ecco che appaiono anche libri che sembrano scritti quando faceva le scuole elementari, ed io pollo che li compro. Agli esordi, vuoi per poca esperienza, vuoi perché non aveva ancora trovato la vena letteraria che poi lo contraddistinguerà in seguito era qualcosa di veramente acerbo e penoso. Al di là del fatto che la trama segue la falsa riga di quanto a quei tempi scriveva il più fortunato Grisham, abbiamo una storia noiosa, con personaggi deboli e confusionari, troppi nomi difficili da ricordare, avvenimenti slegati gli uni dagli altri. Insomma, un pastrocchio totale. Inutile poi improvvisare colpi di scena che sono telefonati ed inseriti con il solo intento di stupire. Si legge bene, ma solo perché è semplice, non ti dà nessun senso piacevole o una cadenza che risulti in qualche modo più avvincente. Già da metà romanzo inizi a capire dove voglia andare a parare ed il proseguo è ai limiti dello strazio. Se il susseguirsi degli eventi fosse stato meno banale e più naturale avrei potuto anche chiudere un occhio, ma si arriva al dunque senza neanche capire il perché della necessità di tutte quelle pagine prima. Deludente, evitatelo.