Alla Maker Faire di Roma abbiamo avuto l’occasione di incontrare Jeffrey Kang, CEO di IngDan Ltd, per il lancio in Italia della piattaforma IngDan dedicata a makers, startup e creativi che guardano al mercato cinese. “Nel primo anno di IngDan in Italia vogliamo aiutare più di 2.000 aziende nell’IoT”.
Alla Maker Faire di Roma, che si tiene quest’anno presso l’Università la Sapienza, fino a domani, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Jeffrey Kang, CEO di IngDan Ltd, per il lancio in Italia della piattaforma online IngDan, focalizzata su IoT, dedicata a makers, startup e creativi italiani che vogliono sbarcare nel mercato cinese. L’occasione è stata dunque quella di capire come funziona la piattaforma e di comprendere anche come i makers italiani possono sfruttare questa opportunità. Ad oggi IngDan conta già 2 milioni di membri e conta ad oggi 2 mila progetti, senza dimenticare collaborazioni strategiche con collaborazioni strategiche con Baidu, JD, Wechat, 360, Intel, Broadcom e Freescale. Ma IngDan selezionerà proprio durante la Maker Faire i 40 progetti IoT più innovativi per esporli gratuitamente alla Maker Faire di Shenzhen nel 2016. E i migliori 4 saranno invitati ad un roadshow nella “Shenzhen Valley”: un’area che ospita la più grande produzione dell’elettronica a livello mondiale e vanta un’estensione due volte quella della Silicon Valley.
Mr. Kang, perchè avete scelto l’Italia per il lancio di IngDan?
“IngDan è una piattaforma su internet che si rivolge agli innovatori, ai makers che lavorano per sviluppare soluzioni IoT a livello globale. E le mettiamo in contatto con produttori e con le risorse che esistono oggi in Cina, al fine di sviluppare le loro idee che possano poi essere vendute direttamente ai consumatori. L’Italia rappresenta il nostro primo step verso il mercato europeo e per noi l’Italia è il paese delle idee, della creatività della moda, questo è il motivo principale per cui siamo convinti di partire dal vostro paese. E poi, ne parla anche il vostro primo ministro Renzi che guarda ai giovani convinto di creare un nuovo ambiente. E noi guardiamo proprio alle nuove generazioni, quelle che saranno in grado di cogliere le opportunità del futuro. Ed è un pò la mission che sta alla base di IngDan.”
Che tipo di reazione e di accoglienza vi attendete dai makers?
“Noi siamo molto focalizzati verso l’IoT e quindi verso gli ambianti dell’Internet delle Cose. Oggi lanciamo da qui, dal grande palcoscenico della Make Faire di Roma IngDan Italia che svilupperà la piattaforma. Quello che ci aspettiamo, quindi il nostro primo obiettivo legato dall’investimento in Italia è quello di aiutare entro il primo anno, quindi entro i primi 12 mesi, più di 2 mila aziende italiane dell’IoT. Questo si traduce poi nella creazione di posti di lavoro e in una maggiore collaborazione tra le aziende italiane e quelle cinesi.”
Quali sono in questo momento le esigenze del mercato cinese in termini di innovazione e tecnologia, e come la creatività italiana può essere d’aiuto per far crescere il marcato ancora di più?
“Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere l’innovatore, il geek, le startup, ma anche l’azienda tradizionale che cambia il suo modo di fare business per diventare un nuovo player sul mercato. Il nostro scopo è quindi di metterli in contatto con costruttori e produttori in Cina e di dare loro accesso alle risorse che ci sono adesso nel paese. Questo comporta un abbassamento dei prezzi ed un equilibrio del mercato. Senza dimenticare che la Cina oggi è uno dei mercati più grandi del mondo, dove ci sono molti consumatori. E quindi questa è una grande opportunità per i maker italiani per sviluppare il loro business in Cina, grazie proprio a IngDan.”
Quali sono in Cina le aree in cui i makers possono sviluppare meglio le proprie idee?
“Al momento simo focalizzati su IoT che abbraccia praticamente ogni area, quindi hardware e software che viaggiano insieme. Quindi i segmenti che possono essere raggiunti sono tanti come healthcare, elettronica di consumo, automotive, bike, scooter e tanti altri ancora. E quindi l’Italia, la terra delle idee, della creatività, del design, della moda, tutto questo può essere incorporato nelle idee da sviluppare in ottica IoT. E questo è il motivo per cui crediamo che l’IoT creerà condizioni economiche di sviluppo e prosperità.”
Quali sono i prossimi step di IngDan e che tipo di risposta vi aspettate a livello globale?
“In questo momento i nostri passi successivi alla presentazione qui a Roma è quello di entrare in contatto con il governo italiano, con le associazioni aziendali, con gruppi di investimento. Anche perchè tutti abbiamo lo stesso obiettivo e cioè aiutare le aziende, gli innovatori, i makers, le startup a sviluppare nuove opportunità di business. Dobbiamo fare quindi questo cammino insieme offrendo piattaforme internet, strumenti di business e risorse per fare in modo che questi nuova economia possa crearci e svilupparsi con successo.”
Quindi IngDan si propone come anello di congiunzione tra i makers italiani e il mercato cinese nell’ambito dell’IoT ceh vale 55 miliardi di dollari (toccherà il valore di 166 miliardi di dollari entro i prossimi 5 anni), contro 1,55 miliardi di euro del mercato italiano. IngDan si presenta quindi come una grande opportunità da cogliere per proiettarsi verso uno dei mercato che sta crescendo di più in questo momento, dove c’è voglia di idee e creatività italiana.