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Jelly: tutto quello che dovete sapere

Da Innovationmktg @InnovationMktg

“Cos’è questo?”
“Come si chiama?”
“Cosa significa questa scritta?”

Sembrano domande un po’ irritanti provenienti da un bambino nella fase dei “perché”, e invece sono la quotidianità su Jelly, la nuova app ideata da Biz Stone, già co-founder di Twitter, e finanziata da personaggi quali Bono Vox degli U2 e l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore. Insomma, la popolarità iniziale è sicuramente garantita (solo nel primo giorno di lancio su Android e iOS sono stati registrati oltre 8000 contatti).

Vediamo subito cos’è e come funziona.

L’app permette di accedere a un social forum di domande e risposte (idea però già usata ad esempio su Yahoo Answer o Ask.fm).
La novità è data dall’uso delle foto: i quesiti infatti vengono posti attraverso le immagini. Basta infatti inserire una foto (nuova, già esistente sulla memoria del telefono, presa da Google Images, o anche modificata personalmente come si usa su Snapchat) e porre la domanda (utilizzando al massimo 240 caratteri, ma con possibilità di inserire link).

Dato che all’app ci si registra grazie a Facebook o Twitter la domanda rimbalza a tutti i contatti già esistenti. Jelly permette anche di condividere la domanda, in modo che questa non venga visualizzata solo dai propri contatti, ma anche “dagli amici degli amici”, giocando veramente sul passaparola. Inoltre la domanda può essere condivisa anche con chi non usa Jelly con un SMS o un’email, allargando quindi all’infinito il crowdsourcing.

Jelly: tutto quello che dovete sapere

Insomma sembra che Stone abbia creato un’app che sulla carta sembra potentissima. C’è tutto: immagini, domande, condivisione estrema, e anche una sfumatura solidale. Sul blog ufficiale di Jelly infatti la prima cosa che noterete è la scritta: “Let’s Help Each Other” (Aiutiamoci).
E viene ribadito il concetto secondo cui la conoscenza è l’applicazione pratica delle informazioni di altre persone.
Lo stesso Stone ha affermato che “Jelly cambia il modo in cui troviamo le risposte perchè usa le immagini e le persone dei nostri social network. Inoltre le persone danno risposte che non riusciremmo mai a trovare negli algoritmi di ricerca”.

Come al solito le aziende non si sono fatte sfuggire l’occasione e in particolare General Eletric, ha coinvolto la community chiedendo quale industria verrà maggiormente influenzata dalla stampa 3D, e la Cbs  interpella Jelly per sapere qual é parola che viene in mente quando si pensa all’Obamacare.

Sicuramente sentiremo ancora parlare di Jelly, voi intanto cosa ne pensate?

Jelly: tutto quello che dovete sapere
Autore: Valeria Castelli

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