Un altro triste destino, quello di Jenny Tamburi, comune a diverse attrici che conobbero una certa fama nel decennio settanta, nel pieno boom della commedia sexy all’italiana.
Quello di morire nel fiore degli anni, come Marisa Mell, Tina Aumont, Eva Czemerys… tutte attrici di buona caratura, accumunate da una sorte avversa.
Lei, Luciana Tamburini, era nata a Roma il 27 novembre 1952 e aveva esordito con il botto a soli diciasette anni nel 1969 nel film Splendori e miserie di Madame Royale, diretto da Vittorio Caprioli al fianco del grande Ugo Tognazzi, dopo essere stata notata nel celebre Piper, locale nel quale mosse i suoi primi passi come ” Piperina”
La parte di Mimmina, furba ragazzina adottata dal ballerino gay Alessio la vide protagonista di una ottima performance; Jenny aveva un viso da ragazzina acqua e sapone e un talento naturale per la recitazione.
Una giovane e bellissima Jenny Tamburi all’esordio in Splendori e miserie di Madame Royale
Nel 1971, complice il gran successo riscosso dai decamerotici, il regista Vittorio De Sisti la volle nel cast di Fiorina la vacca, forse uno dei prodotti del genere meglio riusciti, girato attorno alle disavventure di una vacca contesa da molta gente. Nel film Jenny aveva una piccola parte sul finale del film, quello di Zanetta, che finirà per comporre un curioso menage a quattro con due uomini e una contadina.
Nel cast figuravano anche una giovanissima Ornella Muti e altre bellezze del calibro di Janet Agren, Eva Aulin, Angela Covello e Graziella Galvani, destinate per la maggior parte a brevi carriere.
Lei riesce nonostante tutto a mettersi in mostra.
Jenny con Christian De Sica in Liquirizia
Nel film La seduzione, di Fernando Di Leo
Non ha particolari complessi, infatti accetta di girare una breve sequenza di nudo.
L’anno successivo, il 1972, il regista Silvio Amadio la chiama per il film Il sorriso della jena nel quale interpreta Nancy, la figliastra di una ricca ereditiera che ha sposato in seconde nozze l’uomo che è responsabile poi della sua morte. Il ruolo di lolita, seducente e maliziosa, calza a pennello per Jenny o meglio, per Luciana della Robbia che è poi il nome d’arte con cui ha scelto di recitare.
Ha solo vent’anni, ma ha talento, è bella, fisicamente è ben fatta e nell’ambiente cinematografico si è fatta degli amici.
Eppure, in un periodo di pieno boom per l’industria cinematografica italiana, Jenny non lavora tantissimo.
Tant’è vero che il film successivo lo interpreta nel 1973, sotto la regia di Rino De Silvestro.
Il tango della gelosia
Jenny nell’introvabile Il sorriso della jena
Si tratta del film Diario segreto di un carcere femminile, uno dei pochi WIP (women in prison, donne in prigione) che meriti di essere citato.
Due sequenze tratte da Morte sospetta di una minorenne; qui la Tamburi è con Claudio Cassinelli
Il suo è un ruolo drammatico, quello della giovane Daniela Vinci, che nasconde un segreto riguardante un grosso carico di eroina e che verrà avvicinata in carcere dalla figlia dell’uomo accusato ingiustamente di aver fatto sparire il carico di droga.
E’ un ruolo scabroso, che interpreta benissimo e con mestiere.
Ed è proprio il 1973 l’anno della svolta per la sua carriera, che avviene grazie alla scittura per il film La seduzione (vedi recensione nel blog), diretto dal grande Fernando Di Leo.
Ancora una volta interpreta il ruolo di una ragazzina, agevolata in questo da quel suo volto così pulito eppure capace anche di malizia.
Il ruolo è quello di Graziella, figlia di Caterina, una vedova che reincontra il vecchio fidanzato e che riallaccia con quest’ultimo rapporti amorosi.
Accanto a Janet Agren in Fiorina la vacca
Sarà proprio Graziella a sedurre l’uomo e a spartirlo con la madre, prima della tragedia finale.
Sono tre i film che Jenny Tamburi interpreta nel 1974; il primo, La prova d’amore di Tiziano Longo è un dramma mal riuscito che ha come protagonista un’altra giovane bellezza, Ely Galleani mentre il secondo è Morbosità di Luigi Russo, torbido dramma in cui ancora una volta interpreta una collegiale, Anna, sfruttata dalla sorella maggiore per motivi abietti.
L’ultimo film del 1974 è Le scomunicate di San Valentino di Sergio Grieco, film del filone conventuale con velleità storiche, a dire il vero ben riposte (vedi recensione nel blog).
La parte di Lucita è di quelle da protagonista; lei è una bella ragazza innamorata però del giovane sbagliato, osteggiato dalla sua famiglia e di conseguenza esiliata in un convento, dove verrà torturata e angariata dalla crudelle badessa.
Sembrerebbe che la carriera della bella attrice sia paragonabile ad un treno in corsa.
In realtà, nonostante la bravura, Jenny resta confinata nello stretto ambito della commedia o comunque dei film di genere.
Con Corrado Pani in Dove volano i corvi d’argento
E’ bella, è capace, ma non le affidano i ruoli nei film di primo piano.
Nel 1975 infatti gira ben quattro film, il primo dei quali è Peccato senza malizia di Theo Campanelli, nel quale è Stefania una giovane orfana che viene presa in cura dallo zio dal quale subirà violenza.
Si tratta di un film a smaccato sfondo erotico, nel quale davvero l’unica cosa di interessante è la sua parte.
Il secondo film della quadrilogia del 1975 è Peccati in famiglia, commediola sexy per la regia di Bruno Gaburro caratterizzata da un buon cast (Montagnani, i coniugi Placido-Stefanelli,Juliette Mayniel, Ely Williams) ma da una sceneggiatura approssimativa. Il terzo è Morte sospetta di una minorenne di Sergio Martino, ed in questo caso siamo davanti davvero ad un bel thriller all’italiana.
Una rarissima immagine tratta da Senza rete: Jenny è con Mia Martini e Alberto Lupo
Jenny interpreta Gloria, amica di una ragazza uccisa per motivi abietti e che finirà a sua volta uccisa da una bomba che la farà saltare in aria su una Vespa.
L’ultimo film dell’anno è Frankenstein all’italiana di Armando Crispino, film comico snobbato dagli spettatori ad onta del buon cast reclutato, che includeva Ninetto Davoli, Aldo Maccione, Gianrico Tedeschi e la bellissima Lorenza Guerrieri.
Più volte ho accennato alla svolta epocale che iniziò subito dopo la prima metà degli anni settanta e che rivoluzionò in manierà irreversibile il cinema, determinandone gli sviluppi futuri, per cui non ci tornerò su.
L’attrice con Enrico Montesano nel pessimo Melodrammore
Fatto sta che in Italia iniziò il lento declino degli spettatori paganti e un inesorabile trasferimento degli stessi davanti agli schermi televisivi.
Infatti proprio il 1976 è l’ultimo anno in cui Jenny lavora a pieno regime; ha solo 24 anni, ma ovviamente è su un percorso di maturazione principalmente fisico che la sta trasformando da eterna adolescente a donna.
Ovviamente appare più matura, quell’aria maliziosa e infantile che era stata la sua caratteristica va lentamente modificandosi.
Con Anita Strindberg in Diario segreto di un carcere femminile
Il primo film del 1976 è Giovannino, di Paolo Nuzzi, nel quale recita la parte di Marcella.
E’ un film ambientato in Sicilia con una storia che ricalca quella di Paolo il caldo; il film nonostante il buon cast che vede protagonisti bravi attrici del calibro di Tina Aumont, Carole Andrè e Giuliana Calandra, oltre a due giovani promesse, una cinematografica ovvero Christian De Sica e l’altra ben più poledrica come Miguel Bosè, finisce praticamente inosservato.
Le scomunicate di San Valentino
Segue così il discreto e sottovalutato Donna…cosa si fa per te, diretto da Giuliano Biagetti in cui è Sole ovvero una prostituta così chiamata perchè esercita la sua professione sull’autostrada.
Il film, in bilico tra commedia tout court e commedia sexy nonostante sia di buon livello non riesce ad imporsi.
Alfonso Brescia chiama Jenny per il suo Sangue di sbirro, poliziottesco una volta tanto ambientato in America; la sua parte è quella di Susan, amica del cuore del protagonista (George Eastman), che riuscirà a sfuggire ad una serie di attentati prima dell’inconsueto finale.
Nel film Donna cosa si fa per te
Subito dopo, arriva la chiamata per il thriller a sfondo erotico La moglie di mio padre, nel quale però ha una piccola parte anche se interpretata con professionalità.
Inaspettatamente, la carriera di Jenny Tamburi entra in una fase declinante.
Difficile capire perchè, anche se al solito uno dei motivi è essenzialmente la crisi del cinema stesso.
Le scritture si diradano e infatti nel 1977 arrivano solo due chiamate, anche se per due buoni film: si tratta del fulciano Sette note in nero e di Dove volano i corvi d’argento.
Non sono due parti ampie, ma al solito la Tamburi è impeccabile.
Peccati in famiglia
Tuttavia scopre la tv, o meglio, la tv scopre lei: memorabile la sua partecipazione a Senza rete, accanto ad Alberto Lupo e a Lino Banfi
Nel 1978 è sul set dell’inguardabile Melodrammore, diretto da Maurizio Costanzo che per fortuna dopo quell’esperienza disastrosa scelse di dedicarsi ad altro.
Il film, un fumettone scombinato caratterizzato solo dalla presenza del grande Amedeo Nazzari e da quelle inconsuete dei cantanti Nilla Pizzi e Claudio Villa, è un clamoroso fiasco e Jenny, imprigionata nel ruolo della povera Priscilla ragazzotta a cui viene preferita la prorompente (in senso fisico) Fran Fullenwider dal protagonista del film, finisce per essere più una zavorra che un biglietto di presentazione.
Stessa sorte capita a Liquirizia, film di Samperi che diverrà paradossalmente un cult solo anni dopo.
Nel frattempo Jenny è corsa ai ripari; la Tv offre molto più del cinema ed è in vertiginosa ascesa anche come offerta.
Lei lavora in due produzioni di discreto successo, Scuola serale per aspiranti italiani di Enzo Trapani, con Foa e la Mazzamauro oltre a Maurizio Micheli e Orazio Orlando e sopratutto nella famosa versione televisiva del musical Aggiungi un posto a tavola, di Gino Landi accanto a Dorelli e alla coppia Valori-Panelli.
E’ un gran successo e lei capisce che il suo futuro è quello, lavorare in sit com o in sceneggiati televisivi.
Nel 1980 tuttavia il cinema la chiama in due produzioni dalle alterne fortune: la prima è II tango della gelosia, debolissima storiella di Steno imbastita attorno ai tre personaggi principali, ovvero Jenny (Nunzia), Monica Vitti e l’emergente Abatantuono.
Tutto lo splendore della Tamburi in questa foto di Frontoni
L’altra è Bello di mamma di Rino De Silvestro, curiosa commedia nellla quale l’erotomane di turno (Leroy) deve dimostrare di essere maschio gagliardo e ci riuscirà solo con la propria psicanalista.
Lei interpreta Maddalena Trinacria, una giovane vedova che vuole a tutti i costi che il suo pargoletto sia erede delle fortune di famiglia.
Il film ancora una volta non è un gran che e non riscuote molto successo, mentre paradossalmente ben più rilevante sarà il successo sia personale che di cassetta nel film Pierino la peste alla riscossa, triste epilogo della stagione della commedia sexy.
Film baciato da un incredibile successo di pubblico, assolutamente ingiustificato per la dozzinalità della pellicola.
La parabola discendente, almeno a livello cinematografico di Jenny si conclude con due film che inaspettatamente riscuotono un discreto successo, ma solo a livello economico.
Si tratta del film Lo studente, girato accanto a Nino D’Angelo per la regia di Ninì Grassia, film del filone adolescenziale/ napoletano e di Voglia di guardare di Joe D’Amato, triste epilogo di una buona carriera in cui Jenny è costretta a lavorare in un film soft core decisamente modesto e sciatto, in una parte molto scabrosa.
Ma ormai la bella attrice, che non dimentichiamolo ha solo 34 anni, ha scelto il suo futuro.
E’ la tv, visto che il cinema ormai è davvero in coma profondo.
Ma una tv in cui la sua esperienza di attrice si trasforma in trampolino di lancio per quella che sarà l’attività primaria che da quel momento in poi svolgerà,ovvero l’agente di spettacolo con ruolo di casting delle più importanti produzioni televisive a livello di sit com.
Lavora ancora solo per la tv, per Professione vacanze, una delle sit com più viste del decennio 80 e in Tutti in palestra, nel quale a 35 anni si mostra nuda, splendidamente e per l’ultima volta.
Infatti non lavorerà più come attrice, dedicandosi anima e corpo alla nuova professione, che le darà grandi soddisfazioni.
Da ricordare l’avvio di una delle serie più fortunate e longeve della Tv, come Incantesimo, oppure l’avvio di una fortunata scuola di recitazione, che prenderà il suo nome dopo la sua scomparsa e inaugurata nel 2001 proprio dalla Tamburi.
Jenny nel bellissimo film di Fulci Sette note in nero
Il casting, il lavoro di colei che deve provare nuovi talenti o scritturarne alcuni per le varie produzioni si rivela la cosa che ama di più, così abbandona le idee di fare teatro (il grande rimpianto della sua vita) e sopratutto senza alcun rimpianto il cinema, che la delude profondamente.
La sua vita scorre tranquilla , fra lavoro e vita privata che difende gelosamente fino a fine 2005, quando scopre purtroppo di essere ammalata di una grave forma tumorale.
Peccati in famiglia
E’ una battaglia che non vincerà e che la porterà via prematuramente il 1 marzo 2006, quando non ha ancora compiuto 54 anni.
Ai suoi funerali, nella chiesa degli artisti a Roma, parteciperà la gente che amava di più i suoi amici con cui condivideva il tempo libero.
Un’attrice brava, bella, simpatica.
L’ultima apparizione cinematografica nello scadente Voglia di guardare
L’ultima apparizione, nella sit- com Tutti in palestra
Che forse non ha espresso tutto il suo potenziale ma che ad un certo punto della sua carriera ha saputo e voluto cambiare, trasformando la sua vita e gratificandosi con un lavoro che le piaceva e amava.
Un’attrice che oggi vive un vero culto personale nella memoria di quanti l’hanno seguita con affetto attraverso i film che ha interpretato, che la rimpiangono con sincero affetto
L’epilogo della carriera di Jenny Tamburi: Pierino la peste alla riscossa…
… e il film di Grassia Lo studente
Splendori e miserie di Madame Royale (1970), di Vittorio Caprioli
Fiorina la vacca (1971), di Vittorio De Sisti
Il sorriso della iena (1972), di Silvio Amadio
Diario segreto di un carcere femminile (1973), di Rino Di Silvestro
La seduzione (1973), di Fernando Di Leo
La prova d’amore (1974), di Tiziano Longo
Morbosità (1974), di Luigi Russo
Le scomunicate di San Valentino (1974), di Sergio Grieco
Peccato senza mailzia (1975), di Theo Campanelli
Peccati in famiglia (1975), di Bruno Gaburro
Morte sospetta di una minorenne (1975), di Sergio Martino
Frankenstein all’italiana (1975), di Armando Crispino
Giovannino (1976), di Paolo Nuzzi
Donna… cosa si fa per te (1976), di Giuliano Biagetti
Sangue di sbirro (1976), di Alfonso Brescia
La moglie di mio padre (1976), di Andrea Bianchi
Dove volano i corvi d’argento (1977), di Piero Livi
Melodrammore (1978), di Maurizio Costanzo
Sette note in nero (1977), di Lucio Fulci
Liquirizia (1979), di Salvatore Samperi
Il tango della gelosia (1980), di Steno
Bello di mamma (1980), di Rino Di Silvestro
Pierino la Peste alla riscossa (1982), di Umberto Lenzi
Lo studente (1983), di Nini Grassia
Voglia di guardare (1986), di Joe D’Amato
La paga del sabato 1975
Camilla 1976
Scuola serale per aspiranti italiani 1977
Aggiungi un posto a tavola 1978
All’ombra della grande quercia 1984
Professione vacanze 1986
Tutti in palestra 1987