Armato di machete minaccia i passanti e ferisce Capitano dei Carabinieri che lo disarma, per miracolo non diventa un nuovo “Kabobo”, il Coisp: “Il responsabile, pluripregiudicato, era stato arrestato anche la settimana precedente. In Italia sappiamo solo piangere lacrime finte sulle bare altrui!”
“In Italia Politica e Istituzioni sanno solo piangere lacrime finte sulle bare altrui, preferibilmente di Appartenenti alle Forze dell’Ordine che fa più scena, senza riuscire o volere alzare neppure un dito per garantire ai cittadini la sicurezza cui avrebbero diritto. Nessuno può negarlo di fronte ad episodi aberranti ed agghiaccianti come quello capitato ieri a Jesi, o come quello che con ogni probabilità avverrà in un futuro non molto lontano considerato che l’uomo fermato ieri presto sarà nuovamente a passeggio, come gli è capitato già altre volte in passato, anche quando ha già inveito contro le Forze dell’Ordine. Attendiamo tutti al varco quando si dovrà celebrare il prossimo funerale”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo quanto avvenuto ieri a Jesi, in provincia di Ancona, dove un giovane nero dell’apparente età di 20-30 anni, si è aggirato per oltre un’ora nella zona di Porta Valle, a ridosso delle mura storiche della città, minacciando di uccidere i passanti con due machete, proprio come avvenuto nel caso dell’oramai famoso Kabobo. Il bilancio finale è stato molto più contenuto: un solo ferito, il comandante della locale Compagnia Carabinieri, raggiunto di striscio al fianco sinistro, subito prima di riuscire a bloccare ed arrestare l’uomo. Il 26enne arrestato, ha riportato la stampa, è pluripregiudicato (anche per resistenza a pubblico ufficiale) e disoccupato, ed era stato già arrestato la settimana scorsa.
“Oggi nessun funerale – insiste Maccari -, ma solo il ferimento del solito ‘cretino’ in divisa. Oggi nessun funerale e non certo per un miracolo, ma solo ed unicamente per via della straordinaria professionalità di Personale che preferisce farsi fare a pezzi piuttosto che mettere in pericolo gli altri, compresi quelli armati di machete. Il 26enne aspirante stragista ha avuto l’immensa fortuna di trovarsi davanti Appartenenti alle Forze dell’Ordine italiane, quei ‘torturatori’ presi di mira dagli onnipresenti moralisti tanto amati da televisioni radio e giornali, invece che gli ‘angeli’ della Forza pubblica di altri Paesi che con ogni probabilità gli avrebbero piazzato una pallottola in mezzo al petto senza tirarla per le lunghe per più di un’ora”.
“Oggi nessun funerale – conclude il Segretario Generale del Coisp -, quindi purtroppo nessuno parlerà più della storiaccia di Jesi, nessuno rifletterà per un solo attimo che si è evitata una strage o anche solo un attentatore morto, nessuno avrà più un solo pensiero per un uomo in divisa finito all’ospedale dopo aver salvato delle vite umane, nessuno rifletterà per un solo istante che un giovane evidentemente più che pericoloso era a passeggio nonostante i suoi precedenti, fra i quali quella resistenza a pubblico ufficiale, reato che in una città come la Capitale d’Italia non arriverà più neppure ad essere trattato da un giudice. E nessuno, ancora una volta, si vergognerà”.
Con gentile richiesta di pubblicazione e diffusione