Forse è stato meglio così. Ho avuto modo di rendermi conto meglio dell'attualità e della bellezza di questo musical.
È intramontabile la potenza della musica rock, alternata a pezzi di pura poesia, con le note e le parole:
The end...
Is just a little harder when brought about by friends
For all you care this wine could be my blood
For all you care this bread could be my body
The end! [...]
In questa particolare edizione, sono state saggiamente e sapientemente utilizzate le moderne tecnologie per attualizzare e contestualizzare la storia. È stata di forte impatto, emotivo e morale, la galleria di fotografie che scorreva in background nella scena della flagellazione. In ugual misura, sebbene di diverso tenore, la girandola di giullare con il contorno di mascherine, ha reso sempre (e purtroppo) attuale l'esperienza della beffa e dell'immoralità. La satanica assurdità dell'inganno è espressa pienamente da Giuda. Non nella scena dell'impiccagione, ma in quell'urlo devastante, che scuote dentro, mentre lui si trova solo nel Getsemani.
Riguardo al Superstar, Maria Maddalena e Pilato, al di là dell'emozione di vederli sul palco in carne ed ossa come quarant'anni fa, penso che le voci di Ted Neeley, Yvonne Elliman e Barry Dennen siano addirittura migliorate negli anni. Non hanno perso il carisma e lo smalto, regalandoci un'interpretazione magistrale, alla faccia dell'età. Pleonastico aggiungere che altrettanto meritevoli sono tutti gli altri cantanti, orchestrali e ballerini. In particolare questi ultimi, indossavano abiti di scena in perfetto stile anni '70, e mi hanno fatto pensare e ricordare la mia adolescenza.
Inevitabile il parallelo, e quindi anche il confronto, con una generazione in un tempo storico ricco di contraddizioni ma anche di fermenti positivi di ogni genere, che è stata comunque capace di sviluppare progetti creativi e propositivi in ogni ambito. E gli adolescenti di oggi, nativi digitali, un po' allo sbando, in un'epoca ugualmente piena di contraddizioni, ma il loro atteggiamento è decisamente più passivo. Si muovono in un contesto storico-sociale peggiore, che li bombarda di modelli opinabili. Malati di tecnologia e non solo, sfuggono occasioni di crescita, creatività e sana socialità. Anche per colpa nostra.
Festeggiano Halloween senza neppure capirne l'inutilità e la connotazione negativa, mentre ieri sera, 31 ottobre appunto, il Teatro degli Arcimboldi, principalmente gremito di over 50, in una standing ovation finale di dieci minuti, applaudiva, cantava, ballava, si emozionava. Esattamente come quarant'anni fa.