Magazine Cinema

Jimi: All Is by My Side

Creato il 20 dicembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2013

Durata: 187'

Distribuzione: I Wonder Pictures

Genere: Biopic musicale

Nazionalita: Inghilterra, Irlanda, Usa

Regia: John Ridley

Data di uscita: 18-December-2014

John Ridley, romanziere e sceneggiatore, premiato agli oscar per l’adattamento di “12 anni schiavo”, dopo il suo esordio alla regia con il crime-thriller del 1997 “Cold Around the Heart“, decide di cimentarsi nel difficile compito di portare sul grande schermo la vita e l’opera della leggenda del rock Jimi Hendrix .

Presentato per la prima volta nella sezione Proiezioni speciali al Toronto International Film Festival , il ruolo di Hendrix viene affidato a André Benjamin in arte Andrè 3000, voce della celebre band hip hop Outkast. La sua interpretazione risulta talmente convincente da valergli la nomination come miglior attore all’Independent Spirit Awards 2015 . Viene affiancato da un solido cast di supporto che include Imogen Poots, Hayley Atwell, Ashley Charles e Ruth Negga.

La narrazione si concentra in un solo anno di vita, dall’incontro nel 1966 con la sua amica e mentore Linda Keith fino al giorno prima dell’indimenticabile esibizione di Monterey nel 1967; 12 mesi in cui la vita di un uomo cambiò drasticamente, da sconosciuto Jimmy James, session men per Curtis Knight, fino a quando nella celebre esibizione sopra citata diede fuoco alla sua chitarra, consacrando se stesso alla storia del rock.

Ridley realizza un film su Hendrix senza la sua musica, non concessa per volontà degli stessi eredi, e compie un’operazione rischiosa e paradossale, affidandosi, in quello che si rivela uno dei momenti più esaltanti del film, alla cover di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, eseguita di fronte agli stessi Fab Four.

L’ impossibilità del poter mostrare l’Hendrix nella dimensione live, porta Ridley a concentrarsi sui rapporti del chitarrista di Seattle con le sue donne, in alcuni casi muse, come la figura di mecenate, guida morale e artistica di Linda Keith, e in altri casi testimoni e vittime, loro malgrado, della difficoltà di instaurare una relazione appagante con la rock star e il dover convivere con le sue ombre.

Il regista sceglie un taglio accattivante, fornendoci una visione sincronica dei fatti, piena di rimandi e interruzioni; attraverso un sapiente uso di materiale d’archivio, la “micro” vicenda di Hendrix viene inserita nella macro vicenda del mondo. In tal modo viene attutito il rischio di una narrazione didascalica a cui spesso è esposta la formula del biopic, e viene così confezionata la nascita della “Jimi Hendrix Experience”, tra questioni razziali, frammenti di cultura pop e la morte di Kris Cochrane.

Avulso, quasi “scollegato” dal mondo circostante, pacificatore, e soggetto a un bisogno di libertà quasi infantile, Hendrix sembra destinato a distruggere qualsiasi tipo di etichetta sia essa musicale , sociale, e culturale. Ma nonostante ciò Ridley ci restituisce un personaggio dai connotati piscologici, morali, e artistici spesso poco convincenti: un uomo scontroso, arrabbiato, vago e misterioso, che blatera discorsi sconnessi su “esseri nello spazio che assorbono le nostre vibrazioni negative, e che un giorno saranno loro stessi ad indicarci la via maestra”.

La musica è così evocata, ritagliata a ruolo di secondo piano, e a colmare questo vuoto irrompe una colonna sonora che ben scandisce il ritmo di euforia artistica e culturale che pervade la Swinging London del 67: Small Faces, Yardbirds, Bob Dylan (grandissima passione del chitarrista di Seattle),e tanto blues tra cui T-Bone Walker, Buddy Guy e Otis Rush.

Un film certamente imperfetto, poco a fuoco su diversi fronti, ma che vive della forza interpretativa di Andrè Benjamin, ispirato e perfetto nel restituirci l’Hendrix animale da palcoscenico, le sue movenze, il rapporto quasi carnale con la chitarra, a tal punto da farci dimenticare almeno in parte tutti i difetti di cui è disseminata la pellicola.

Giacomo Salis

LEGGI ALTRE RECENSIONI DI GIACOMO SALIS SU TAXIDRIVERS.IT


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :