Trova il suo paesello natio esattamente come l'aveva lasciato, forse anche un po' più indietro: ritrova la madre vedova che lo ha sempre sostenuto, gli amici di una volta, i rimpianti di amori perduti.
Ma trova anche chi non lo vuole troppo tra i piedi come il sindaco, come padre Sheridan o come il capo dei fascisti locali.
E Jimmy va con loro in rotta di collisione perché vuole riaprire un vecchio locale, una specie di centro sociale in cui imparare a leggere, cantare e ballare.
Lo stesso locale che aveva provocato il suo esilio quasi a voler provare a se stesso che i tempi sono veramente cambiati.
E tutto questo non sta bene ai notabili di cui sopra che utilizzeranno tutti i mezzi a loro disposizione, leciti, ma anche illeciti, per chiudere la Jimmy's Hall, timorosi che quel centro di aggregazione sociale possa in qualche maniera manipolare le coscienze...
Ken Loach è un vecchio amico qui a bottega, ogni suo film viene visto con una sorta di affetto e rispetto che sono dovuti ai grandi maestri e lui ogni volta ci ripaga con moneta sonante.
A volte con più furia primigenia, a volte quasi con gentilezza , senza quel furore politico che lo ha reso noto a tutti come Ken il Rosso.
E' il caso di questo Jimmy's Hall in cui racconta la storia di un comunista che ritorna alla sua terra d'origine e vuole solo vivere in pace mettendosi al servizio degli altri.
La storia è di quelle che si prestano all'antico furore di molti film di Loach : ma qui è tutto smorzato, prevale la malinconia della memoria, il senso del rimpianto per l'occasione perduta, il ricordo doloroso di un amore mai realmente consumato per gli avversi strali che il destino si è divertito a lanciare sugli amanti.
Lo stesso Jimmy Gralton che dovrebbe essere l'estremista in campo è quello che appare più moderato, progressista, non fermo sulla propria ideologia ma capace di proporre novità pur di superare l'empasse tra lui, il prete e i notabili fascisti della sua città.
E non è un caso che in primo piano ci siano da una parte la dialettica con padre Sheridan e dall'altra il suo amore sincero per la sua terra, per la sua gente e per il suo vecchio amore lasciato per dieci anni a macerare a causa dell'Oceano di mezzo.
Sia i sodali di Jimmy che coloro che sostengono il prete hanno la statura di caricature innocue, un po' buffe come quei poliziotti che vanno ad arrestare Jimmy e vengono abbindolati dalla vecchia madre con il solo ausilio di una tazza di té
Sembra quasi che il verde irlandese che tracima da ogni inquadratura colma di amore di Loach serva per spegnere, o quanto meno moderare, il furore politico di questa contesa che ricorda un po' la riedizione gaelica di un match tra i nostrani Don Camillo e Peppone.
Ma Loach è agnostico, se non ateo e la religione in questo caso c'entra ben poco.
E' solo politica.
Perché frequentare il centro di Jimmy non esclude l'andare a messa la domenica.
Imparare l'arte, la letteratura , lo sport, il ballo non sono attività del demonio.
Possono risvegliare animi sopiti o impigriti che non ne possono più di oscurantismi assortiti.
Jimmy è realmente esistito e così anche le sue idee.
Forse quello che vediamo in questo film è un riadattamento agiografico delle sue gesta e della sua vita ma doveva essere veramente un bel tipo.
Ad avercene oggi di pensatori così illuminati.
Ne guadagneremmo tutti.
PERCHE' SI : il verde d'Irlanda ti accarezza ad ogni inquadratura, ottimo cast, bello il finale senza quell'eccesso di retorica che ci si attendeva
PERCHE' NO : è un Loach lontano dagli antichi furori politici ma lotta ancora, prevale la malinconia, personaggi di contorno non eccessivamente caratterizzati, ritmo un po' blando.
( VOTO : 7 + / 10 )