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Jo Walton: Un altro mondo

Creato il 01 febbraio 2014 da Martinaframmartino

Jo Walton: Un altro mondoVincitore nei premi Hugo e Nebula e finalista al World Fantasy Award. Si presenta con un biglietto da visita importante Un altro Mondo di Jo Walton, da poco pubblicato dalla casa editrice Gargoyle. E la cosa è ancora più significativa se si considera che questo è solo il settimo romanzo della storia capace di entrare in finale nei tre principali premi di genere e che per conquistare lo Hugo ha dovuto battere, fra gli altri, A Dance with Dragons di George R.R. Martin. Curiosamente nell’unico premio che non ha vinto Un altro mondo è stato superato da Wanted, romanzo di Lavie Tidhar anch’esso appena pubblicato da Gargoyle di cui ho parlato qui: http://librolandia.wordpress.com/2014/01/26/lavie-tidhar-wanted/.

A parte il link a Wanted, queste frasi sono quelle con cui in novembre ho presentato la pubblicazione di Un altro mondo. Il libro è del 2010, e per un certo periodo di tempo l’ho visto comparire con una notevole frequenza sia nel gruppo dei libri finalisti a un determinato premio sia in alcune classifiche dedicate ai libri fantasy più belli. Ovvio che mi abbia incuriosita, come mi ha incuriosita N.K. Jemisin, ugualmente molto apprezzata in lingua inglese e che infatti sto leggendo in questo momento. Così, quando mi è capitato di parlare con una persona dell’ufficio stampa di Gargoyle, alla domanda se ci fossero autori stranieri che secondo me avrebbero dovuto essere tradotti io ho risposto – come faccio sempre – Guy Gavriel Kay, ma in quell’occasione ho aggiunto pure il nome della Walton, pur specificando che il suo libro non lo avevo letto e che mi stavo basando sulle recensioni in inglese.

Quando poi ho scoperto, non so più quanti mesi fa, che Among Others sarebbe arrivato in Italia con il titolo Un altro mondo, ho fatto qualche controllo per capire cosa sarebbe arrivato. Onestamente la risposta non mi ha esaltata, visto che si tratta di un romanzo di formazione scritto in forma di diario. Due caratteristiche che in genere mi fanno girare davvero al largo dai libri. Però, visto che potrei essere stata corresponsabile della pubblicazione per via di quelle frasi, ho deciso ugualmente di scrivere l’articolo di presentazione del romanzo e di dargli una possibilità di far crollare tutti i miei pregiudizi leggendolo. E dato che trovo noiosissimo scrivere articoli in cui mi limito a dire dove e quando è nato lo scrittore e quanti libri ha già pubblicato, mi sono letta un paio di interviste che mi hanno resa la scrittrice simpatica e che mi hanno portata a scrivere l’articolo che si trova in parte sopra e in parte sotto questi miei commenti.

Jo Walton: Un altro mondo
L’elemento che maggiormente contraddistingue Un altro mondo è l’amore per la lettura. Come ha ricordato la Walton, Jane Austin nella sua Abbazia di Northanger ha scritto che “se l’eroina di un romanzo non è protetta dall’eroina di un altro, da chi potrebbe aspettarsi supporto e incoraggiamenti?”. Nonostante questo però sono rari i protagonisti che leggono o, se lo fanno, tendono a non leggere specifici libri. Lei invece adora quando vengono citati i titoli, e quando era più giovane aveva l’abitudine di cercare le opere che venivano indicate in quella che già stava leggendo. Per questo Morwenna, la protagonista di Un altro mondo, cita una gran quantità di libri, a volte soffermandosi anche ad analizzarli.

L’ambientazione è quella britannica, Galles e Inghilterra, in cui è cresciuta l’autrice. Dopo aver scritto un pezzo su quelle terre per il suo blog i lettori hanno iniziato a dirle che sarebbe stato un luogo perfetto per ambientarvi un romanzo, e lei ha iniziato a interrogarsi un po’.

Da adolescente è stata protagonista di una serie di eventi inusuali, ma non aveva mai scritto nulla in proposito perché non aveva trovato il modo di farlo. Comunque le è impossibile parlare della sua adolescenza senza parlare di libri, e visto che nel periodo in cui è cresciuta lei in Inghilterra era relativamente facile trovare opere di fantascienza e difficilissimo trovarne di fantasy, ecco che Mor legge questo genere di opere. Quello che le è stato chiaro fin da subito è che non sarebbe stata la sua storia così come realmente accaduta.

Jo ha dichiarato di non avere idea di come facciano le persone a scrivere le loro memorie. Per lei è un mistero. Come si può dire la verità? Come si può anche solo accostarsi alla verità? La memoria è qualcosa di fluido, e si modifica con il tempo. Come può pensare di dire cosa è accaduto quando altre persone ricordano i fatti in modo diverso? E come può dire cosa provasse all’epoca dopo così tanto tempo? Più ci pensava e più si trovava a ragionare sul rapporto fra verità, mezogne e finzione.

Quello che lei ha scritto è evidentemente finzione — è un fantasy. In Un altro mondo ci sono le fate e c’è la magia, ma la protagonista è una ragazzina che legge fantascienza così come lo faceva lei, e il suo approccio al mondo è di tipo più scientifico che magico.

La storia è ambientata fra la fine del 1979 e l’inizio del 1980, ma se Mor condivide con la Walton un bel po’ di cose, non per questo è lei. Nella realtà sua madre era una schizofrenica paranoide, la mamma della sua protagonista è una strega. Sua sorella è morta in un incidente d’auto causato da un ubriaco, la gemella di Mor muore in un episodio che per molto tempo rimane non ben definito, fra un episodio che funge da prologo e lo svolgimento vero e proprio della storia. Naturalmente in questo caso è fondamentale la magia, e per Jo è stato molto strano riscrivere a questo modo quanto realmente avvenuto. Quello che più conta per lei però è l’impatto emotivo, con la crescita di una ragazzina e il dover trovare un significato in episodi che nella realtà potrebbero essere casuali.

La storia parla di magia, si sofferma sul paesaggio, sull’importanza dei piccoli gesti, esalta la gioia della lettura. È una storia di crescita, di qualcuno che una volta — ma non più — aveva quindici anni, ma non solo. Storie così sono state narrate tante volte, e tante volte i protagonisti dei libri si trovano a dover lottare per salvare il mondo. Quella che la Walton ha voluto raccontare è la storia di una persona che era pronta a morire pur di salvare il mondo, ma che è sopravvissuta, ferita, e che deve andare avanti con la consapevolezza e le conseguenze di quello che è accaduto.

Jo Walton: Un altro mondo
Nelle interviste che ho letto c’erano altre considerazioni interessanti, ma non ho trovsto modo di riproporle mantenendo un testo coerente. Il guaio di trovare troppo materiale è questo: non si riesce a far stare nell’articolo tutto quello che si sa e che si ritiene importante o affascinante.

Alla fine il libro mi ha piacevolmente sorpresa. Mi sono divertita molto a leggerlo, e reputo tutti i premi vinti perfettamente meritati. Avrei voluto piazzare pure la recensione qui sotto ma questo brano è diventato fin troppo lungo. Per la recensione dovete aspettare domani. Parlerò ancora della Walton, intanto vi lascio con il link alla pagina del suo sito dedicata ad Among Others. Ovviamente è in inglese, ma per chi conosce la lingua è interessante e comprende cose che io non ho messo nell’articolo perché all’epoca non le avevo ancora lette: http://www.jowaltonbooks.com/books/among-others/.



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