Con quella sua naturale aria stonata e disordinata Paul Thomas Anderson non poteva scegliere attore migliore di Joaquin Phoenix per interpretare lo stravagante e paranoico investigatore privato Doc Sportello in Vizio di Forma, adattamento dell’omonimo romanzo di Thomas Pynchon, qui alla seconda collaborazione con il regista dopo l’ottima prova di The Master, presentato in concorso a Venezia69, dove da vita al fragile e solitario Freddie Quell. Fortemente restio all’ingerenza dei media nel suo privato, tanto da lasciare per ben due volte la dorata quanto invadente Hollywood per poi tornare sui suoi passi, Phoenix ha iniziato da giovanissimo ad esibirsi in strada con il fratello River, tragicamente scomparso a soli 23 anni, per poi intraprendere una carriera professionale segnata dall’esordio sul grande schermo, nel 1986, con la commedia fantascientifica Space Camp – Gravità zero. Ci vorranno però quasi dieci anni per vederlo in un ruolo di rilievo grazie a Gus Van Sant con la black comedy Da morire con Nicole Kidman e Matt Dillon.
Nel 2000 inizia la sua costante e proficua collaborazione con James Gray grazie al thriller The Yards, affiancato da Charlize Theron e Mark Wahlberg che ritroverà nel successivo I padroni della notte, per proseguire poi con il ruolo del depresso e insicuro Leonard Kraditor in Two Lovers e del disonesto opportunista “impresario” Bruno Weiss in C’era una volta a New York. Pellicole intervallate da altri titoli e collaborazioni, come quella con M. Night Shyamalan, iniziata nel 2002 con Signs e rafforzata dal ruolo del taciturno e tenace Lucius Hunt nel thriller psicologico The Village o Terry George per il quale ha recitato nella pellicola di denuncia storico/sociale Hotel Rwanda e nel dramma familiare Reservation Road. Joaquin Phoenix è tornato indietro nel tempo, nella Roma imperiale, per Il Gladiatore di Ridley Scott che gli ha regalato la prima candidatura agli Academy Awards, ha fatto rivivere sul grande schermo Johnny Cash e la sua storia d’amore con la cantante country/folk June Carter Cash nel patinato Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line di James Mangold, ha finto di abbandonare la recitazione e darsi all’hip hop nel mockumentary I’m Still Here ed è andato nel futuro ipotizzato da Spike Jonze per interpretare il malinconico ed introverso Theodore Towmbly che s’innamora di un sistema operativo basato su un’intelligenza artificiale in Her. Attore dal potenziale inesauribile che riesce a trasformare la sua malinconica fisionomia rendendola di volta in volta più accogliente o tesa, nervosa o rilassata a seconda del personaggio chiamato ad impersonare. Non ci resta che aspettare l’uscita di Irretional man, al fianco di Emma Stone, per vedergli dare vita al prolungamento delle nevrosi di Woody Allen.
Manuela Santacatterina